M5S: VOGLIAMO CHIAREZZA SUL FUTURO DELLA LUCCHINI

i sindacati in un incontro con la Cevital

i sindacati in un incontro con la Cevital

Piombino (LI) – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del Movimento 5 stelle di Piombino sul futuro della Lucchini.

«Ormai la trattativa in atto per la Lucchini – inizia il Movimento 5 stelle – avrebbe raggiunto i confini del comico se non ci fossero in ballo migliaia di posti di lavoro. Nelle ultime ore è balzato agli onori della cronaca che l’azienda avrebbe ricevuto mandato di valutare la possibilità di riavviare l’AFO e conseguentemente la Cokeria. Anzitutto da chi? Ricordiamo a tutti che la Lucchini è un’azienda in amministrazione straordinaria, che la procedura di vendita non è ancora conclusa e che per ora Cevital ha firmato solamente un preliminare del quale ancora, incredibilmente, non si conoscono i contenuti.

Alla luce di quanto premesso emergono numerose discrasie per le quali chiediamo con forza al commissario Nardi le dovute delucidazioni.

Anzitutto circa un anno fa gli impianti dell’area a caldo sono stati fermati, compromettendone lo stato, con la motivazione che produrre comportava una sensibile perdita di esercizio, che negli ultimi mesi era stata quantificata in una media di 10mln/mese. Com’è possibile che il nuovo acquirente intenda mettersi nella condizione di partenza? Se è pur vero che il costo di mercato delle materie prime è leggermente calato, gli impianti sono ormai irrimediabilmente deteriorati. Alcuni impianti come l’AFO e la cokeria, per loro natura, hanno bisogno di essere mantenuti in temperatura per non alterare lo stato del materiale refrattario.

L'altoforno Lucchini

L’altoforno Lucchini

Altri impianti, come quelli dell’area Acciaieria, già versavano in pessime condizioni prima della fermata e nel frattempo il capannone Tundish è addirittura crollato. Nel frattempo, a causa del blocco degli approvvigionamenti che l’amministrazione ha portato avanti per mantenere gli equilibri di bilancio, ci ritroviamo con uno stabilimento privo di ricambi in ogni reparto.

A quali condizioni di sicurezza si andrebbe a ripartire? Nei giorni antecedenti Cevital aveva presentato un manifesto di intenti (ancora manca un piano industriale dettagliato) che conteneva molti elementi positivi e che credevamo valesse la pena di perseguire: allontanamento degli impianti dalla città, due forni elettrici per una capacità produttiva di 2mln di tonnellate di acciaio liquido, diversificazione produttiva nei settori della logistica e dell’agroindustriale. Per raggiungere questi obiettivi alcune aree andrebbero liberate, ad esempio i carbonili. Come può collimare la ripartenza dell’area a caldo con la realizzazione del piano industriale? Se Cevital conta di costruire un forno elettrico da 1mln di tonnellate in 18 mesi, è sostenibile investire centinaia di milioni per degli impianti che andrebbero demoliti in così breve tempo?

Che i grandi gruppi a livello globale non vedono di buon occhio l’ingresso sul mercato di nuovi soggetti concorrenti e che reperire il semiprodotto sul mercato a prezzi competitivi non sarebbe stato semplice, ci sembrava ampiamente prevedibile. Possibile che un grande gruppo multinazionale non abbia fatto questa valutazione? Soprattutto in ragione di un previsto investimento che alla fine dovrebbe superare il miliardo di euro? Qui nasce spontanea la prossima considerazione, ma il famoso impianto per il Preridotto che sarebbe dovuto sorgere in Algeria per il basso costo del gas naturale che fine ha fatto, visto e considerato il sempre crescente costo del rottame sul mercato?

Crediamo – conclude il comunicato – sia necessario avere immediate risposte da tutte le istituzioni coinvolte, soprattutto per i migliaia di lavoratori che in questo momento vivono con apprensione le sorti della fonte di sostentamento delle loro famiglie e che non meritano di essere tenuti ulteriormente all’oscuro di quanto stia realmente accadendo sottotraccia. Il momento della riservatezza e della prudenza è terminato, ora c’è solo da fare chiarezza per i lavoratori e per la città».

MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO

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Scritto da il 21.2.2015. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

9 Commenti per “M5S: VOGLIAMO CHIAREZZA SUL FUTURO DELLA LUCCHINI”

  1. lino

    Aridateci Khaled al Habahbeh. E si purtroppo, molti di noi pensano che era meglio l’amico di Capperucci e Anselmi e non questo Rebrab che doveva far tutto e probabilmente non farà un bel nulla. Khaled aveva le idee più chiare, Rebrab è confuso, sbanda continuamente. I suoi sostenitori e fra questi primeggia la triplice di Lami, Gabrielli e Fagioli che vede l’algerino come Dracula vede un collo bianco pieno di vene. Secondo questi sindacati la Cevital dovrebbe trasformare Piombino in una Parigi toscana. Investimenti per tutto. Acciaio, agricoltura, nautica, trasporti, alberghi, sport, rifiuti, e chi più ne ha più ne metta.Dopo aver spento l’altoforno e la cokeria si sono accorti di aver sbagliato e allora che male c’è riaccendiamoli e non la facciamo tanto lunga. Si dovevano fare le bonifiche ? EHHHHH si faranno in seguito che fretta c’è se la falda è inquinata tanto tutti bevono l’acqua minerale. Hanno promesso due forni elettrici nel giro di due anni. E va bene vorrà dire che se ne compreranno due a microonde, così nel frattempo ci riscaldiamo la schiaccia che con tutto quel burro che ci mettono quando si fredda è dura come un sasso.Insomma anche questi ci stanno prendendo per il culo e il sindaco nel frattempo parla di continuità nell’innovazione.Carl Gustav Jung , lo conoscete ? ne avete sentito mai parlare? Credo di si. Ecco, a Piombino ci vorrebbe uno come lui e allora forse avremmo qualche possibilità di rinascere.Con Manciulli, Velo, Tortolini, Anselmi,Giuliani, Lami,Gabrielli,Fagioli, Fabiani,fateci un bel minestrone e datelo ai maiali, forse lo mangiano.

  2. Mario

    Probabilmente Cevital si sta rendendo conto delle reali condizioni degli impianti e dell’impossibilità di creare i forni elettrici ed effettuare i lavori nei tempi prefissati nel preliminare di vendita.
    Vorrei ricordare, inoltre, che il suo vero interesse è il porto; non vi preoccupate dell’altoforno, non ci sperate che venga riacceso solo Lami ci può credere; secondo voi Cevital spenderebbe milioni di euro per far “ripartire” i vecchi impianti Lucchini.
    Come è possibile che sia stato fatto firmare un preliminare senza avere un piano industriale davanti???
    Come fa Cevital a sapere quanto deve investire senza un piano industriale dettagliato con indicate tutte le voci di spesa ed i tempi di ritorno dell’investimento???
    Ogni giorno che passa, Cevital sta vedendo aumentare il conto da pagare (tenersi per due anni l’ex carrozzone pubblico della Lucchini) per prendersi il porto, un conto decisamente troppo salato; impianti vecchi, suolo contaminato, bonifiche, forni elettrici costosi, materiale semilavorato venduto a prezzi elevati, un esercito di operai da pagare con tutti i loro diritti acquisiti ( ci mancherebbe).
    La cosa sconcertante è che Cevital ha l’opzione di abbandonare tutto se l’investimento non è economicamente conveniente; secondo voi cosa farà.
    La Lucchini non la voleva nessuno e ci credo chi è che vuole mettersi 2000 persone sulla schiena in un paese come l’Italia??? Un folle.
    Si presenta alla fine solo un gruppo indiano che vuole solo i laminatoi in quanto produce acciaio, lo vuole vendere in Europa e sicuramente ha una certa esperienza nel settore e noi cosa facciamo lo diamo all’ultimo secondo ad una multinazionale algerina che si occupa prevalentemente di logistica ed agroalimentare???
    Complimenti ai vari politici e sindacalisti che hanno spinto verso questa scelta.
    Ci mancherebbe, il primo prendeva 500 operai, il secondo ha promesso il mondo.
    La cosa surreale è che in città si sentono discorsi di questo tipo: “riaccendono l’altoforno, si torna tutti al lavoro”, “diritti come la mensa non si toccano”, “i superminimi non si toccano” ecc..; come se tutto fosse già fatto, tutto gli fosse dovuto.
    Ora aspettiamo le elezioni regionali e poi vedrete come Cevital si tirerà indietro sulla Lucchini tenendosi solo il porto ed i nostri politici ne diranno di tutti i colori su gli algerini voltagabbana, si ma con il sedere sulla poltrona.
    Gli algerini gli affari li sanno fare non certo noi e così ci ritroveremo punto a capo in pochissimo tempo.
    Scusate, qualcuno potrebbe dire ai piombinesi che i ciuchi volanti non esistono perché continuando di questo passo con le promesse sono rimasti solo loro da portare a Piombino e dato che sono preoccupati a discutere dei loro “diritti acquisiti” non vorrei che ci credessero.

  3. Mario

    Se continuiamo così i piombinesi si sveglieranno un giorno e sul conto corrente a fine mese non troveranno la solidarietà o la cassa integrazione, nulla perché sono passati due anni e loro hanno creduto a tutte le promesse anche a quelle di allevare ciuchi volanti.
    Allora forse si sveglieranno e capiranno che nulla è dovuto al mondo soprattutto stare a casa con il 70 % dello stipendio.
    Allora dovranno iniziare a correre come tutti quelli senza garanzie e senza diritti a cercarsi un lavoro.
    Ma poi,sicuramente, troveranno la seconda doccia fredda: il colloquio di lavoro; si perché fuori dai carrozzoni di stato se non sei bravo non ti prendono, dei sindacati se ne sbattono, chissà quanti operai verranno riassunti, chissà quanti dirigenti.
    Come potranno vivere in un mondo del lavoro dove ti possono licenziare dalla mattina alla sera, dove ti hanno fatto firmare le dimissioni in bianco, dove se vuoi mangiare te lo porti da casa se no vai al bar, dove ti pagano quando i soldi sono in cassa, dove hai un contratto di 6 mesi da rinnovare all’infinito, dove se ti ammali anche per una settimana poi non ti rinnovano il contratto???
    Un incubo che vivono quotidianamente centinaia di migliaia di persone in Italia….
    No dai..lasciamoli sognare ancora un po’.

  4. Luca

    Caro Mario hai TOTALMENTE ragione, ma sti signori fra un paio di anni muniti di pentole e in preda alla disperazione perché si accorgeranno solo all’ultimo minuto di quanto sono ST**NZI andranno a bloccare strade, ferrovie, e il politico di turno, per non disturbare l’ordine pubblico, regalerà altri milioni di euro, per casse integrazioni o prepenzionamenti… metre gli italiani normali, I COGLIONI, lavoreranno ancora 10 ore al giorno, e senza garanzie, per mantenerli…

  5. Paolo

    Penso che sarebbe interessante vedere pubblicato il testo integrale dell’accordo preliminare firmato da Cevital in data 9 Dicembre.
    Personalmente lo ho cercato per ogni dove, in primis sul sito della Lucchini in Amministrazione Straordinaria, ma non ne ho trovato traccia.
    Mi verrebbe da pensare che un documento così importante dovrebbe necessariamente essere reso pubblico; o forse è meglio di no ….

  6. Non sei l’unico che lo cerca… anche tutte le redazioni della Val di Cornia compreso il sottoscritto. L’unica indiscrezione che siamo riusciti a carpire è che Cevital sembra abbia dato una caparra simbolica (si parla di 80 mila euro per tutto lo stabilimento).

  7. Sergio Castellacci

    Ci vorrebbe ma una bella ripulita e di ripartire da zero, anche con la mentalità della gente. Qui si va avanti a rattoppamenti vari e si spera davvero nei ciuchi volanti.

  8. Sergio Castellacci

    Ma in che mani siamo? Più sbando di così… Nemmeno in eritrea, con tutto il rispetto per gli eritrei. E questi geni pensano a mettersi in lista per farsi eleggere alle prossime elezioni, ma sulla base di cosa? Cos’hanno risolto, nemmeno i 50 centesimi dell’autostrada riescono a far togliere, figurati se riescono a farsi sentire con industriali internazionali. Il sindaco dice nessuno m’ha contattato, le cose le so solo dai giornali… E siamo messi bene. Aspetta ti rivoto subito.

  9. Paolo

    Se son vere le indiscrezioni indicate da Trinchini, mi piacerebbe comprendere con precisione chi si è assunto la responsabilità di abbandonare la proposta Jindal per delle chiacchere garantite con 80.000 euro.

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    81 mesi, 24 giorni, 14 ore, 8 minute fa

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