PARODI: «MURZI SE NE VADA, L’ASIU HA UN MILIONE DI DEBITI»

il sindaco Giuliano Parodi

il sindaco Giuliano Parodi

Suvereto (LI) – Dopo che tutte le opposizioni della Val di Cornia compatte hanno chiesto le dimissioni di Fulvio Murzi, il presidente di ASIU, con un azienda sull’orlo del fallimento, con un impianto Tap fermo, e quello per la produzione di Cdr mai partito, abbiamo domandato al sindaco di Suvereto Giuliano Parodi cosa realmente stia succedendo in questa azienda municipalizzata.

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Lei che era presente alla riunione dei soci di Asiu del 21 gennaio scorso come rappresentante del comune di Suvereto ha avuto notizia ufficialmente in quella sede delle dimissioni del direttore Barbarese?
Al termine del Cda il presidente Murzi ha comunicato ai sindaci che aveva ricevuto una lettera di dimissioni del direttore Enrico Barbarese, che le stesse era irrevocabili, e che se i sindaci avessero avuto necessità di avere maggiori dettagli il Direttore aveva dato disponibilità’ ad un incontro chiarificatore.

Sono state date dal presidente di ASIU le motivazioni di un gesto così grave?
Non in dettaglio, ha solo parlato di una lettera che Barbarese aveva scritto al Presidente ma il contenuto era personale.

Secondo lei se non sono state date quali sono le motivazioni?
Non posso certo indovinare il motivo esatto per cui Barbarese ha maturato questa decisione, ma credo stia nella diversa visione e approccio alla risoluzione del problema economico/finanziario della società’.

Ha potuto avere accesso al piano industriale di ASIU che voci di strada dicono che è stato già approvato verbalmente dai sindaci?
Il Presidente Murzi diversi mesi fa ha presentato ai Sindaci un elaborato che definiva un piano economico finanziario, ma era sommario ed inconcludente, mancavano cifre, valutazioni oggettive etc… come soci abbiamo chiesto maggiori approfondimenti e siamo in attesa dell’elaborato definitivo, accompagnato possibilmente ad un piano di ristrutturazione del debito, perché’ non è un eufemismo quando si dice che ASIU è in bancarotta con quasi un milione di euro di debito accumulato. E’ importante però ricordarsi che le società’ pubbliche di fatto non falliscono, perché’ i debiti vengono spalmati tra i soci ossia si attinge ai bilanci dei comuni.

Ha chiesto anche  le dimissioni di Murzi. Il motivo è la mancata presentazione del piano industriale o c’è dell’altro?
La richiesta di un nuovo CDA e di un nuovo presidente nasce dal motivo che negli ultimi 2 anni ASIU ha chiuso con delle notevoli perdite, imputabili soprattutto a scelte imprenditoriali errate fatte negli anni passati e di cui oggi paghiamo pegno. Resto dell’idea che un Presidente di una società è il primo responsabile in caso di fallimento, fermo restando che l’aggravante di una società’ pubblica sta nel fatto che la politica e gli amministratori che devono vigilare e dare gli indirizzi sono responsabili in egual misura. Senza fare i conti con il passato io resto dell’idea che ASIU doveva occuparsi  negli anni solo della missione per cui era nata: spazzamento, raccolta e smaltimento rifiuti urbani, tutte le altre linee imprenditoriali intraprese sono state inutili e dannose per le tasche dei cittadini. Non si fa rischio d’impresa coi soldi pubblici.

Giuseppe Trinchini

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Scritto da il 13.2.2015. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

3 Commenti per “PARODI: «MURZI SE NE VADA, L’ASIU HA UN MILIONE DI DEBITI»”

  1. Sergio Tognarelli

    Dice Parodi: “Non si fa rischio d’impresa coi soldi pubblici”. Esatto, ma quando la “cosa pubblica” e quindi i relativi “soldi” sono di proprietà e gestione assoluta di un regime partitocratico, a Piombino radicato negli enti da decenni, tutto è concesso ai nostri signori. E’ una prerogativa del “principe”.

  2. Sergio Tognarelli

    Del resto Piombino è stata un principato per secoli, perché non continuare questa tradizione ? Perché non continuare ad essere dei sudditi ?

  3. roberto

    grande sindaco Parodi, sei una garanzia per tutta la Val di Cornia. Se non ci fossi farebbero come gli pare e non avremmo saputo niente

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