PIOMBINO: IL PD «COMMISSARIA» I QUARTIERI

il consiglio comunale di Piombino

il consiglio comunale di Piombino

Piombino (LI) – Alla fine è stata approvata con i voti della sola maggioranza (Pd, Spirito Libero e Sinistra per Piombino) la delibera che «interpreta» l’articolo 12 comma quinto del regolamento dei consigli di quartiere. Il testo normativo in questione (consultabile qui) recita in maniera imperativa: «Nel caso una o più formazioni politiche non ritengano di presentare le proprie indicazioni o comunque non rispettino i tempi previsti, si procede all’assegnazione dei seggi vacanti tra le altre formazioni politiche sempre rispettando il quoziente elettorale». Il Pd ha presentato la sua lista con 18 giorni di ritardo per suoi problemi interni e questo doveva significare la decadenza del partito di maggioranza relativa dai consigli di quartieri.

La delibera ad partitum che è stata proposta dall’Amministrazione Comunale oggi 5 novembre, suscitando forti polemiche nelle forze di minoranza permetterebbe di considerare, secondo una interpretazione autentica, il termine di sessanta giorni per la nomina delle liste come non invalicabile per la nomina dei propri consiglieri, anche se in ritardo, a meno che tale mancato rispetto non pregiudichi del tutto la formazione dei consigli di quartiere.
L’assessore Claudio Capuano, che ha illustrato la delibera al posto dell’assente Paola Pellegrini ha respinto le critiche delle opposizioni parlando di «aspetti irrilevanti rispetto ai grandi problemi che la città deve risolvere. Non stiamo parlando di una materia così dirompente» e sottolineando che «l’interpretazione di una norma amministrativa è sempre discrezionale. Non possiamo tenere fuori dai quartieri il partito che ha preso il 49% dei voti alle ultime amministrative.»

Una spiegazione che ha incontrato una forte e tenace opposizione da parte di Rifondazione Comunista, Movimento 5 Stelle, Un’altra Piombino (SEL) e Forza Italia e ha suscitato imbarazzo anche negli alleati di Spirito Libero e Sinistra per Piombino.

il candidato sindaco Fabrizio Callaioli

il consigliere comunale Fabrizio Callaioli

Fabrizio Callaioli (PRC) ha definito la delibera come «una cosa abominevole, un’aberrazione giuridica. A cosa servono le regole se vengono manipolate alla prima occasione per convenienza politica. Il testo è chiaro e la norma è perentoria in quanto prevede una precisa sanzione, ovvero la decadenza. In claris non fit interpretatio: la norma è chiara non richiede interpretazioni di comodo, va solo applicata. L’atto è grave ed è illegittimo.»

La consigliere Marina Riccucci (Un’altra Piombino) ha direttamente polemizzato con il Pd affermando che «l’aggettivo democratico è oggi abusato e vilipeso. L’enunciato della norma è performativo, questa delibera è un atto puramente politico con cui il Pd vuole tornare in possesso di un diritto da cui è decaduto in modo inequivocabile. Dov’è la legalità? Nel 2010 quando la lista del Pdl a Roma fu esclusa per un ritardo di pochi minuti applicando coerentemente le norme erano d’accordo ora, per loro convenienza no. Ci aspettiamo questo da chi ci deve governare? Questa è una perniciosa ostinazione».

Anche Francesco Ferrari (Forza Italia) ha sottolineato le responsabilità del partito di maggioranza relativa «sono tutte politiche e irresponsabili a livello istituzionali. La nostra battaglia non è finalizzata a mettere le mani sui quartieri ma a garantire la legalità: avevamo anche offerto che i seggi aggiuntivi che ci sarebbero spettati dalla redistribuzione fossi ricoperti da persone che ci fossero segnalate dallo stesso Pd.»

Massimiliano Santini (Movimento 5 Stelle) sottolinea l’assenza dell’assessore Paola Pellegrini (Pdci) insinuando una dissidenza in seno alla giunta comunale e specificando che «i quartieri non dovrebbero essere lottizzati dai partiti ma collegamento tra le istituzioni e la società. Per questo abbiamo proposto di formare una lista di persone socialmente e culturalmente impegnate da cui estrarre a caso, in piazza, i nominativi. Il Pd invece vuole solo altre poltroncine. Vi diffidiamo dall’approvare questa delibera».

A questo punto il capogruppo del Pd Ilvio Camberini ha richiesto un provvedimento disciplinare verso il consigliere pentastellato che sarebbe stato reo di aver «intimidito e minacciato» la maggioranza: richiesta respinta, in un clima rovente e tra offese reciproche, dal Presidente del Consiglio Comunale Angelo Trotta che ha specificato: «ho sentito il segretario generale del Comune e una diffida è anche nelle facoltà delle opposizioni, in quanto è loro facoltà di impugnare la delibera in sede giurisdizionale, come per ogni altro atto di questo Consiglio».

Rinaldo Barsotti, spiegando le ragioni del Pd ha sottolineato il decisivo apporto del Pci-Pds-Ds-Pd nel ruolo dei quartieri a Piombino e in altre parti d’Italia. «Come avremmo potuto abbandonare i quartieri e la tradizione del nostro partito? Non si è trattato di mancanza di volontà ma di un problema esclusivamente tecnico. La stampa sbaglia a fare titoli come se noi volessimo cambiare le regole, è solo una interpretazione. Non dovete scrivere queste cose!» E dopo questa lezione alla stampa su come riportare le notizie, Barsotti conclude: «voi ci offendete gratuitamente quando parlate di atto abominevole. Ma per fortuna dell’Italia il 41% degli elettori a livello nazionale non la pensa così.»

Sergio Filacanapa (Spirito Libero) e Marco Mosci (Sinistra per Piombino) hanno mostrato disagio ed imbarazzo e hanno annunciato un voto favorevole solo per disciplina di maggioranza: «Avremmo preferito un altro esito – ha detto Mosci – ma le vere esigenze sono il lavoro, l’economia e la cultura. Voto a favore perché di fatto è un voto di fiducia sull’amministrazione e un modo per far partire i quartieri.»
La delibera è quindi stata approvata con 14 voti favorevoli (maggioranza più sindaco) e 8 contrari (le opposizioni).

In esclusiva per il Corriere Etrusco, il consigliere Fabrizio Callaioli ha dichiarato che «l’atto è di una gravità inaudita. E’ un giorno nerissimo per la democrazia a Piombino. La delibera dispone dei diritti delle formazioni politiche derogando in maniera retroattiva a una norma chiara ed eseguibile: le regole sono state stravolte a maggioranza per fare il comodo del più forte. Rifondazione Comunista valuterà, assieme alle altre opposizioni, i passi legali da fare: ricorso al prefetto, impugnazione davanti al TAR e al Consiglio di Stato.»

Una delibera, quindi, che divide fortemente la città e la politica toscana e che renderà, con ogni probabilità, ancora più rovente l’imminente campagna elettorale per le regionali del 2015.

Andrea Panerini

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Scritto da il 5.11.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

4 Commenti per “PIOMBINO: IL PD «COMMISSARIA» I QUARTIERI”

  1. lino

    L’arroganza sciocca del potere. Non sono degni di governare la città. Sono degli incapaci prepotenti. Ma la cosa certa è che se le opposizioni non faranno nulla di concreto di fronte ad un atto di tale portata certificheranno non solo la loro pochezza politica ma anche una mediocrità civile spaventosa. Il PD li ha messi alla prova vediamo di che pasta sono fatti. Ora le chiacchiere non contano più ci vogliono i fatti. La politica non è un gioco per ragazzi. Gli affari pubblici vanno condotti da persone responsabili.

  2. paolo

    Questa vicenda è di una gravità inaudita: un tale atto di prevaricazione e di svilimento delle istituzioni, a Piombino, non si era ancora visto. Questo PD si sente padrone degli ordinamenti civili, si sente arbitro indiscusso delle leggi: le usa e le rispetta fino a quando gli torna utile, le cambia a proprio uso e consumo quando si renda necessario alla conservazione del potere. Un insulto feroce alla democrazia. Il padrone sono io e faccio come mi pare: questo è il senso di ciò che è avvenuto. Renzi docet. Al di là dei quartieri e del loro residuo significato, il fatto genera forti preoccupazioni per il futuro della democrazia.

  3. Amerini Giampiero

    “La politica non è un gioco da ragazzi. Gli affari pubblici vanno condotti da persone responsabili”. Giusto Lino. Io aggiungerei: Ad amministrare gli enti pubblici devono esserci persone rispettose delle regole e della democrazia, oltre che dei diritti di tutti i rappresentanti dei cittadini (minoranze). Questo non è avvenuto nella riunione del consiglio comunale relativa ai quartieri. Non è giusto neppure il titolo. “Il PD “commissaria” i quartieri”: Io avrei messo come titolo: Il PD si appropria dei quartieri, e sotto “approfittando dei numeri a lui favorevoli il PD, in barba alla democrazia e alle regole, viola il regolamento da lui stesso voluto”. Nel 2009, infatti, il regolamento fu approvato con i voti del PD. Le opposizioni votarono contro perché il regolamento era stato fatto per favorire quel partito. Lo hanno voluto loro convinti che le minoranze si sarebbero trovate in difficoltà a trovare i consiglieri. E’ giusto affermare che: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”, ma mi viene in mente anche un altro detto: “Quando la forza con la ragione contrasta, vince la forza e la ragione non basta”. Questo detto era di moda quando in Russia comandava Stalin………..

  4. Sergio Tognarelli

    Dice paolo: “Questo PD si sente padrone degli ordinamenti civili, si sente arbitro indiscusso delle leggi: le usa e le rispetta fino a quando gli torna utile, le cambia a proprio uso e consumo quando si renda necessario alla conservazione del potere”
    Così è il potere senza immaginazione.

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