LUCCHINI: CEVITAL «NOSTRA OFFERTA TUTELA OCCUPAZIONE»

Il rappresentante di Cevital Farid Tidjani

Cevital Farid Tidjani

Il rappresentante di Cevital Farid Tidjani

Il rappresentante di Cevital Farid Tidjani

Piombino (LI) – L’offerta vincolante per le acciaierie Lucchini di Piombino presentata dal gruppo algerino Cevital consente di salvaguardare il posto di lavoro di tutti gli addetti dell’impianto, laddove la proposta concorrente degli indiani di Jsw Steel, che prevede l’importazione dal subcontinente di acciaio da laminare, “comporterebbe la delocalizzazione di 500 posti di lavoro”. E’ quanto si legge in una lettera, della quale l’Agi ha preso visione, nella quale il rappresentante di Cevital, Farid Tidjani, replica al duro attacco del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che lo scorso 22 ottobre, in un’intervista al Sole 24 Ore, aveva criticato fortemente l’offerta dell’azienda nordafricana, affermando che “l’ipotesi di installare in Italia un’ulteriore capacita’ da forno elettrico da 2 milioni di tonnellate avrebbe un effetto distorsivo sia sull’equilibrio tra domanda e offerta di rottame che nell’approvvigionamento di energia elettrica, per non parlare del mercato dei prodotti”.

Tidjani si dice “amareggiato” dalle dichiarazioni di Gozzi. “Non cerchiamo di disturbare il mercato siderurgico italiano ma di farlo rivivere”, si legge nella lettera, “l’obiettivo di Federacciai dovrebbe essere decisamente proiettato sul futuro piuttosto che cercare di difendere delle posizioni superate: incoraggiare la ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie e dimenticare i prodotti e i mercati che prima o poi finiranno nelle mani dei concorrenti dei paesi emergenti”. “Il progetto di Cevital ha i vantaggi di mantenere in Italia non solo la produzione di acciaio caldo, ma anche i posti di lavoro; mentre l’importazione di un milione di tonnellate di acciaio da laminare a Piombino comporterebbe la delocalizzazione di 500 posti di lavoro”, prosegue Tidjani, “Cevital intende acquisire e installare in Algeria un impianto Dri che alimentera’ Piombino in spugne e anche, se del caso, le altre acciaierie italiane”.

“Si deve poi sapere che il mercato europeo del rottame registra una eccedenza aunnua di 3 milioni di tonnellate: e’ evidente allora che non esiste e non esistera’ alcuna ‘distorsione sul mercato’ “, si legge ancora nella lettera, “per quanto riguarda i ‘mercati dei produttori del Nord Italia’, il Sig. Gozzi dovrebbe sapere che i mercati non appartengono a nessun produttore ma semmai a chi dimostra ogni giorno la propria capacita’ tecnologica e competenza manageriale”. Tidjani ricorda inoltre al presidente di Federacciai che l’Italia conta per il 40,83% delle importazioni di tondino algerine, nonche’ per il 45,89% di quelle di vergella e per il 3,24% dei laminati mercantili.

“Palese e’ allora lo spazio esistente anche per la futura produzione di Piombino, senza che si verifichi alcuna paventata distorsione per il mercato dei prodotti finiti, siamo pure pronti ad aiutare i produttori di acciaio italiani a commercializzare i prodotti in eccedenza permettendo loro un pieno impiego del personale”, conclude il rappresentante di Cevital, “visto quanto sopra, chiedo al Sig. Gozzi di non complicare il gia’ difficile lavoro che il Commissario Nardi sta cercando, con coraggio, di portare a termine”. Le dichiarazioni di Gozzi avevano suscitato le dure reazioni dei sindacati e del governatore della Toscana, Enrico Rossi, che stanno valutando entrambi l’esistenza degli estremi per un’azione legale.

“I padroni delle ferrerie vogliono il mercato quando gli fa comodo e vogliono la tutela pubblica del loro monopolio quando e’ minacciato dalla concorrenza e dallo sviluppo tecnologico”, aveva tuonato Rossi mercoledì  scorso. Sul tema si era espresso anche il vice ministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, secondo il quale “nessuno, proprio nessuno, puo’ permettersi ingerenze di alcun tipo in questo processo cosi’ importante per il futuro degli stabilimenti Lucchini e per ui lavoratori e le comunita’ locali interessate”. “Mi rendo conto che a Piombino sono in bilico 1.500 posti di lavoro ma d’altra parte io devo ragionare pensando ai 35 mila posti di lavoro dell’intero comparto siderurgico”, era stata la controreplica di Gozzi.

E’ attesa intanto per la fine del mese la presentazione al Comitato di sorveglianza della relazione di Piero Nardi, nominato nel dicembre 2012 dal governo commissario della Lucchini, che e’ in amministrazione straordinaria.

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Scritto da il 26.10.2014. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
    81 mesi, 24 giorni, 19 ore, 38 minute fa

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