MOSCHINI SUI PARCHI: «GRAVI I CONTESTI REGIONALE E NAZIONALE»

parchiVal Di Cornia – Renzo Moschini si chiede cosa aspetta i parchi a seguito delle ultime vicende svoltesi a livello nazionale e ricorda che sarebbe utile «costruire un sistema capace di mettere in stretta relazione il complesso delle nostre aree protette specie in rapporto alle politiche comunitarie». Manifesta inoltre sorpresa per l’o.d.g e il programma di un convegno nazionale organizzato dal Ministero dell’ambiente intitolato “L’economia reale nei parchi nazionali e nelle altre aree naturali protette”, dove non figurano i parchi regionali. Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

«A fine dicembre del 2013 ‒ inizia Moschini ‒ il ministro dell’ambiente Orlando, d’intesa con il governo, promosse un incontro nazionale a Roma per rilanciare il ruolo dei parchi. Dopo anni di latitanza ministeriale che avevano messo alle corde non solo con i tagli finanziari i nostri parchi (che qualche ministro voleva addirittura mandare in pensione e altri “privatizzare”), un ministro tornava a giocare sulla scena chiedendo come fece a noi del Gruppo di San Rossore proposte e idee per l’incontro previsto alla Sapienza. Noi, infatti, presentammo un Quaderno “Aree naturali protette – Il futuro che vogliamo”. Successivamente, visto anche cosa stava combinando il senato sulle aree protette marine estromettendo da qualsiasi ruolo le regioni, il ministro ci chiese di predisporre un secondo quaderno sul tema e propose alla regione Toscana e al parco di San Rossore che ora gestisce la riserva marina della Meloria un “Osservatorio sul mare” di cui aveva già trovato il finanziamento.

Il cambio della guardia al ministero ha naturalmente interrotto il lavoro avviato e non solo sull’Osservatorio ‒ continua Moschini ‒, mentre il contesto nazionale si aggravava e non solo per i parchi nazionali, in più casi commissariati e comunque spesso in condizioni di non poter contare su comitati direttivi in grado di garantire almeno l’ordinaria amministrazione. Ma soprattutto nella stragrande maggioranza dei casi ancora privi di un qualsiasi piano. Nel contesto regionale le cose non vanno granché meglio e comunque l’insieme resta privo di qualsiasi impegno nazionale volto –come prescrive la legge quadro – a costruire un sistema capace di mettere in stretta relazione il complesso delle nostre aree protette specie in rapporto alle politiche comunitarie dove solo per iniziativa del ministro Barca si era riusciti a combinare qualcosa presentando progetti non cestinabili. Così le cose restano in mezzo al guado mentre continuiamo a pagare sanzioni salate all’Europa per le nostre inadempienze.

Di nuovo vi è l’impegno a cui sta lavorando la sottosegretaria on. Velo per un appuntamento di metà novembre sulla “Carta di Livorno”, dove finalmente si discuterà nella dimensione europea della Convenzione di Barcellona, di aree protette marine e del santuario dei cetacei della cui gestione ormai da anni non si hanno notizie, al punto che il governo francese da tempo chiede il trasferimento della sede da Genova a Montecarlo ‒ spiega Moschini ‒. A novembre sarà l’occasione per il ministero e  il nostro governo per  tornare a battere un colpo dopo tanta latitanza che non ci fa certo onore.

La situazione resta grave e pesante anche in molte realtà regionali, dalla Sicilia alla Toscana alle prese con nuove leggi, ma anche Piemonte e Sardegna e persino in area alpina dove vicende come quelle dello Stelvio hanno evidenziato le persistenti difficoltà a raccordare correttamente i ruoli nazionali con quelli delle regioni e delle province speciali. Difficoltà e tensioni che ritroviamo in tutta la loro pericolosità nel difficile confronto in corso sul nuovo titolo V.

Ecco perché ho trovato singolare – per non usare altri termini – l’o.d.g e il programma di un convegno nazionale che si terrà a ministero dell’ambiente in questi giorni. Titolo “L’economia reale nei parchi nazionali e nelle altre aree naturali protette” dove non figurano i parchi regionali. Lo so che rientrano nella aree naturali, ma sono gestiti e hanno compiti affini con i parchi nazionali. Hanno un ente istituzionale che li gestisce e devono entrambi fare un piano che dovrebbe riguardare appunto anche le altre aree naturali protette come quelle di Rete Natura 2000. Ancora più singolare il programma. Il ministero saluta, modera e conclude. I relatori sono del WWF, di Legambiente, di Symbola, delle Unioncamere. Ci sono i rappresentanti di Camera e Senato ma non le regioni e i comuni che come già al senato nessuno si è preso la briga di coinvolgere.

Insomma con tutto quel che bolle in pentola il ministero non ha proposte da fare, documenti da presentare dopo l’incontro della Sapienza? Ministero e anche Federparchi non hanno nulla da dire, ad esempio, sul documento presentato dalle regioni proprio nei giorni della Sapienza? Lo “Sblocca Italia” in discussione in questi giorni prevede che nel Pacchetto 13 Energia l’approvazione di gasdotti e oleodotti e stoccaggi dato il loro interesse strategico costituiranno variante ai piani paesaggistici e anche dei parchi. Qualcuno al ministero e anche a Federparchi ci pensa e non ha nulla da dire? Neppure qualche emendamento che a qualcuno piacciono tanto? ‒ conclude Moschini».

Renzo Moschini

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Scritto da il 16.9.2014. Registrato sotto Foto, Lettere, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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