PIOMBINO: JINDAL DISPONIBILE A REIMPIEGARE DA SUBITO 600 OPERAI

Enrico Rossi e Sajian Jindal nel 2014 quando l'imprenditore ha

Enrico Rossi e Sajian Jindal

Enrico Rossi e Sajian Jindal

AGGIORNAMENTO: Su il Sole 24H alcuni dettagli sull’operazione a questo indirizzo:

http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-09-07/jindal-accelera-piombino-081323.shtml

Firenze – Questa mattina alle 9.15 del presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato Sajjan Jindal, presidente di Jsw Steel, il colosso indiano dell’acciaio per un colloquio sugli investimenti in Italia nel settore della siderurgia. All’incontro ha partecipato anche il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi. Tra i temi trattati il rilancio della siderurgia italiana con particolare attenzione a Terni, Taranto e Piombino.

Dopo l’incontro con il premier Renzi in prefettura, il presidente della Toscana Enrico Rossi ha incontrato stamani a Firenze, nel suo studio a Palazzo Strozzi Sacrati, il presidente di JSW Steel. Un incontro lungo quasi un’ora, dalle 10.30 in poi. Riavvio del laminatoio con acciaio indiano e un piano per un’area ‘a caldo’ da fare in un biennio. Così potrà tornare la produzione di acciaio alla Lucchini di Piombino secondo l’impegno del magnate della siderurgia Sajian Jindal detto al presidente della Toscana.

Piano industriale a gennaio, ma intanto disponibilità a riapertura entro Natale del laminatoio con acciaio in arrivo dall’India. Il che potrebbe permettere di riassorbire, opinione dei tecnici, dai 600 ai 700 operai dei duemila che lavoravano all’interno della Lucchini e a cui se ne aggiungevano un migliaio dell’indotto.

Rossi ammette che non mancheranno discussioni, questioni complesse da affrontare e possibili inciampi. “Siamo solo all’inizio, il lavoro da fare non mancherà – spiega – Ma dalle fase di studio siamo passati a quella dell’impegno e ce n’è abbastanza per farne un sabato felice”. L’altoforno di Piombino era stato infatti spento perché non più produttivo e finora, nel corso della trattativa con il commissario liquidatore, di continuare a produrre acciaio a Piombino gli indiani non avevano parlato. Qualcosa è cambiato. “E il merito, lasciatemelo dire, penso che sia anche di istituzioni che si fanno portavoce di politiche keynesiane, quelle dove lo Stato è un po’ imprenditore” chiosa Rossi al termine dell’incontro con i giornalisti, ringraziando il premier Renzi e il governo per il loro impegno.

Sajjan Jindal incontra il presidente enrico rossiTra le prime domande di Jindal a Rossi una ha riguardato i lavori al porto. “Gli ho confermato, non senza sua meraviglia, che entro ottobre le grandi navi potranno entrare all’interno” racconta il presidente. “L’altra questione su cui si gioca la competitività del sito riguarda l’approvvigionamento energetico: anche a questa chiaramente l’imprenditore era molto interessato”. “Jindal – aggiunge Rossi – si è dichiarato disponibile a studiare l’impiego di parte delle maestranze della ex Lucchini per la ‘ripulitura’ del sito, come già avevano chiesto i sindacati. Gli ho proposto di incontrare i lavoratori e, una volta concluso l’accordo, anche su questo si è dichiarato disponibile”.

Dal lato dei lavoratori però non c’è così tanto ottimismo come nei commenti rilasciati all’Ansa da  Paolo Francini, Vincenzo Renda e Mirco Lami:

Francini: “Di miraggi ne abbiamo visti fin troppi”

“Ho saputo dell’incontro tra Rossi e Jindal, ma ho l’impressione che ci sia ancora tutto da capire”. Così Paolo Francini, l’operaio della Lucchini di Piombino che nei giorni scorsi ha fatto 48 ore di sciopero della fame per sensibilizzare l’attenzione sulla vicenda della cessione dell’acciaieria. “Nel concreto si tratta di capire cioè – ha aggiunto Francini – se effettivamente Jindal vuole realizzare il Corex e il forno elettrico e quindi realizzare gli investimenti necessari che potrebbero permettere di riassorbire tutta l’occupazione. E d’altra parte si tratta di capire come si vogliono riassorbire i lavoratori e a quali condizioni”. “Questo è certo un punto successivo, ma di miraggi qui a Piombino ne abbiamo visti fin troppi”. “Ora spetta al Governo – ha concluso Francini – chiarire una volta per tutte la vicenda senza rimandare nuovamente e senza prenderci in giro come è successo con l’impegno di non spegnere l’altoforno e con la promessa della ‘Concordia’ a Piombino”.

 

Il segretario della Uilm di Livorno Vincenzo Renda

“Sicuramente dopo tanti anni di attesa se dovesse andare come sembra è una notizia non buona, ma ottima”. Con queste parole il segretario della Uilm di Livorno Vincenzo Renda ha commentato l’esito dell’incontro tra Rossi e il presidente di Jsw Steel sulla complessa vicenda dell’acquisizione della Lucchini di Piombino. “Naturalmente un giudizio puntuale potremo darlo – ha aggiunto Renda – quando conosceremo nei dettagli il contenuto dell’offerta vincolante. Jindal rappresenta un gruppo importante e se farà di Piombino, come abbiamo appreso, uno dei centri siderurgici più importanti di Europa è la dimostrazione della sua esperienza e lungimiranza nel settore dell’acciaio”. Sarebbe la giusta ricompensa – conclude – non solo alle richieste e alle rivendicazioni degli ultimi anni ma anche il giusto riconoscimento a tutto il territorio e alla sua storia”.

 

Mirko Lami della rsu Fiom Lucchini

“E’ una grossa speranza per Piombino, ma nutro ancora perplessità che possono sciogliere Rossi e Renzi in un incontro con le organizzazioni sindacali”: così Mirko Lami della rsu Fiom Lucchini sull’incontro di stamani a Firenze tra il presidente del Consiglio Renzi e il presidente di Jsw Steel in cui si è discusso la vicenda dell’acquisizione dell’acciaieria di Piombino e su quello tra Jindal e Rossi. “Ora il Governo ha gli strumenti per tirare le somme – ha proseguito Lami – e capire come impiegare i lavoratori nel tempo necessario a Jindal per costruire la nuova area a caldo: impiegarli nelle bonifiche, nello smantellamento delle navi militari oppure fa ripartire la cokeria per rifornire Taranto”. “Dall’incontro di oggi a Firenze pare sia scaturito l’impegno a far riaprire l’area a caldo – conclude Lami – Restano comunque da chiarire tempi e modi: se si vuol ripartire con l’altoforno esistente o appunto costruire nuovi impianti per la produzione dell’acciaio, con tempi che immagino lunghi. Se ad esempio la nuova acciaieria dovesse entrare in funzione tra un paio di anni dobbiamo capire come impiegare nel frattempo la forza lavoro per impedire che il territorio subisca un ulteriore contraccolpo”.

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Scritto da il 6.9.2014. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “PIOMBINO: JINDAL DISPONIBILE A REIMPIEGARE DA SUBITO 600 OPERAI”

  1. Bibi

    “…e se farà di Piombino, come abbiamo appreso, uno dei centri siderurgici più importanti di Europa è la dimostrazione della sua “esperienza” e “lungimiranza” nel settore dell’acciaio”.
    …Jindal viene a parlare a noi di “lungimiranza” ed “esperienza”.
    Forse non sa che qui fondevamo e forgiavamo il ferro già 2500 anni fa, quando ancora in India, e forse nel resto del mondo conosciuto, facevano le punte delle lance e delle frecce con pietre affilate e spade in fragile bronzo….

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