INFRASTRUTTURE: MARCIA AVANTI MA CON MOLTE RISERVE

Un momento del dibattito alla Festa del Prc a Riotorto

Un momento del dibattito alla Festa del Prc a Riotorto

Un momento del dibattito alla Festa del Prc

Piombino (LI) – «Se la sede dell’Autorità Portuale venisse accorpata a quella di Livorno, molti dei progetti e degli investimenti previsti per il porto di Piombino sarebbero a rischio e noi non ci auguriamo questo, non vogliamo un atto unilaterale». In questo modo il Commissario straordinario dell’Autorità Portuale piombinese Luciano Guerrieri ha risposto alla domanda del Direttore del Corriere Etrusco Giuseppe Trinchini sul futuro istituzionale del porto di Piombino. Parole che esprimono preoccupazione per il ventilato accorpamento delle autorità portuali progettato dal Governo Renzi.

Lunedì 25 agosto, nella cornice della festa di Liberazione organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista nella Pinetina di Riotorto, ha avuto luogo il dibattito sulle infrastrutture della Val di Cornia, moderato da Giuseppe Trinchini, che ha visto la partecipazione, oltre che di Luciano Guerrieri, anche di Fabrizio Callaioli, consigliere comunale di Piombino per il Prc e Giuliano Parodi, sindaco di Suvereto.

guerrieri

Luciano Guerrieri

Guerrieri ha esaustivamente illustrato i lavori e le prospettive del polo portuale piombinese alla luce delle gare d’appalto già assegnate e delle promesse del Governo ammettendo che «ancora non sappiamo se il bacino cantieristico sarà assegnato per lo smantellamento delle navi o per il loro refitting (ammodernamento e riparazione, ndr), questo dipende dal tipo di privato che si insedierà».

Callaioli ha definito «una scelta sbagliata e incomprensibile» la decisione di accorpare il progetto del prolungamento «essenziale» della SS398 fino al porto piombinese al ricevimento da parte della Società Autostrada Tirrenica degli oltre 270 milioni attesi dal decreto “Sblocca Italia”, su cui gravano peraltro le incognite rilevate dal Ministro dell’Economia Padoan sulla coperture, dentro il bilancio dello Stato, necessarie ai vari provvedimenti. Il consigliere comunale del Prc ha inoltre sottolineato la necessità di investimenti sulla rete ferroviaria e si è detto contrario ad un ulteriore ridimensionamento della linea Campiglia-Piombino Marittima che è possibile «trasformare in una metropolitana di superficie» che si congiunga con la linea tirrenica Pisa-Roma.

Il sindaco di Suvereto, Giuliano Parodi, infine, ha rimarcato che il prolungamento della SS398 debba realizzarsi subito senza subire «ricatti» da parte di privati ed auspicando che la variante Aurelia rimanga pubblica, gratuita e sia ampliata da Grosseto Sud a Civitavecchia secondo il programma Anas del 2001.

Un dibattito articolato che, accanto ad alcuni progressi infrastrutturali, lancia comunque una serie di ombre e di domande ancora insolute sul futuro della Val di Cornia in particolare per quel che riguarda il numero di navi militari in consegna da parte del Ministero della Difesa destinate al porto di Piombino.

Andrea Panerini

IL VIDEO INTEGRALE DEL DIBATTITO:

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Scritto da il 29.8.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie, video. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “INFRASTRUTTURE: MARCIA AVANTI MA CON MOLTE RISERVE”

  1. Astuto Cacciatore

    Come riportato in questo stralcio di un articolo pubblicato su SenzaSoste, periodico livornese, sembra che il futuro delle strutture pubbliche in Italia sia l’asservimento completo a gruppi di potere privati, che operano e si rafforzano tramite i partiti (PD in testa). Anche per Piombino le cose si stanno mettendo in questa direzione.
    “Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premier: non più l’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari, che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto (per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio rifiuti).
    Da queste norme, traspare in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico” –quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società.”

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