EDITORIALE: MA NON È CHE IL RE È NUDO?

L’EDITORIALE                                   di Giuseppe Trinchini trinchini

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EDITORIALE: MA NON È CHE IL RE È NUDO?

Corriere Etrusco “numero 54” del 2 maggio 2014.

Noam Chomsky è un linguista statunitense che stigmatizzò alcuni anni fa una certa gestione politica dell’economia e dell’informazione; circa quattro anni fa ha pubblicato sul suo blog 10 regole sulla manipolazione dell’informazione.

Al primo punto c’è la “strategia della distrazione”. Dice Chomsky: «Consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. È anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia».

Questa norma trova applicazione in quanto è successo di recente a Piombino con la crisi siderurgica e nel caso emblematico dello scorso sabato 26 aprile in occasione del convegno-dibattito sulla Lucchini organizzato dal Movimento 5 Stelle. In pochi hanno verificato la veridicità di quanto affermato dai rappresentanti “Pentastellati” su temi di grande importanza diretta o indiretta per questo territorio come l’accordo di programma per l’area Lucchini, la vicenda dell’autostrada Tirrenica” a cui è legata anche la nostra SS398 (che è lievitata da 70 a 142 milioni di euro per 5 km di strada senza neanche far iniziare i lavori) o il “Fiscal Compact” (un accordo europeo che prevede una serie di norme comuni e vincoli di natura economica che hanno come obbiettivo il contenimento del debito pubblico nazionale di ciascun paese; sostanzialmente è diventato sinonimo dell’austerità) se non nelle affermazioni che erano errate o non di così facile risoluzione come l’accesso ai fondi della Comunità Economica Carbone e Acciaio (CECA).

Però sono giorni che si parla solo di un cartello strappato di mano. Sì, il famoso cartello sul “funerale dello stabilimento” che, tolto di mano ad una signora, è subito stato esposto nuovamente e che mostra finalmente una presa di coscienza della situazione da parte di una parte della popolazione: una componente che però manifesta contro chi non è causa di tutto questo. Perché che colpa ne ha Grillo di quello che è successo dal 1992 ad oggi in Val di Cornia?

Eppure la stessa aggressività mediatica non l’abbiamo riscontrata, ad esempio, nella recente vicenda della tunisina SMC, verso la quale dalla metà di gennaio istituzioni, partito di governo e i sindacati ci hanno garantito il progetto, fino alla conferenza stampa del Calidario, nella quale gli operai volevano perfino regalare il Torrione a “Khaled”. Abbiamo assistito ad un estenuante “tira e molla” a dir poco imbarazzante che per quattro mesi ha “distratto” gli operai e la cittadinanza dal dramma dello spegnimento dell’altoforno. Un bel giorno non sene è parlato più e festa finita. Idem per altre vicende piccole e grandi come quella dei Fanghi di Bagnoli, della bonifica di città futura, della frana di Piazza Manzoni, del polo culturale, fino alla “Rotta verso Sud” e alla speranza nella rottamazione della Concordia.

Di certo a Piombino c’è lo spegnimento dell’altoforno e i dipendenti a casa. Altre certezze sono la drastica riduzione delle prestazioni sanitarie, l’aumento della TIA sino al 120%,l’ aumento della bolletta dell’acqua sino al 70% (recentissimo l’aumento di un altro 6,5%) e rincari di ogni tipo che stanno mettendo in ginocchio molte famiglie.
Grillo nel suo intervento ha commentato la mentalità piombinese in maniera forse violenta ma molto realistica: «Io non son qua per chiedere i voti. Se volete continuate a votare il Pd. Questo è il regno schifoso della “Peste Rossa”. Abbiate coraggio. Non voglio voti da voi se credete ancora nei sindacati, nella sinistra, in questo presidente della Regione (…)».

Nessuno è qui a dire per chi votare, ma di sicuro la crisi del territorio non è colpa del cartello.

Giuseppe Trinchini

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4 Commenti per “EDITORIALE: MA NON È CHE IL RE È NUDO?”

  1. lino

    Caro Direttore,
    le riflessioni che lei fa sulla questione piombinese sono condivisibili perché sono vere e di fronte alla verità gli argomenti da opporre sono sempre perdenti.
    Parlo di questione piombinese perché il male che si potrà rovesciare su questa città nei prossimi anni potrebbe essere esiziale.
    I pifferai magici parlano ora di un salvifico accordo quadro in grado di rilanciare la siderurgia così come avvenne nel dopo guerra.
    Parlano di 270 milioni di euro utili a fare tutto quello che necessario per salvare il posto di lavoro a 4000 operai.
    Per me sono bugie, fandonie, fuffa in attesa di arrivare al voto poi le cose vedremo tutti che piega prenderanno.
    Sarà come per la 398 e la Concordia e tutti i progetti o programmi mai realizzati.
    E’ quasi paradossale che una intera classe dirigente regionale e comunale si appresti a candidarsi come il soggetto della risurrezione quando sono la causa della morte. Non pensano minimamente a sparire dal panorama politico locale e regionale, anzi sperano nella riconferma perché dicono di averci messo la faccia.
    Puntualizzo meglio: la faccia di questi soggetti è il simbolo della sconfitta di questa città e loro invece affermano che è stata la loro faccia a limitare i danni.
    Lei faceva l’esempio di quel bandito dell’arabo che conosciute queste facce ha pensato bene di tentare il grande imbroglio, la stangata.
    E ora noi dovremmo di nuovo fidarci di questi babbei patentati che non sanno distinguere un somaro da un cammello.
    A loro affidiamo il futuro dei nostri figli, a dei cog***ni ( scusi i termine ) di questa portata, a dei mentecatti incapaci di fare il caposcala di un condominio.
    Piombino ha alle spalle una tradizione importante. E’ stata una delle prime città a commerciare con i mussulmani, a bonificare le sue terre, a scrivere codici civili di pacifica convivenza e a progettare strutture di aiuto civico.
    E ora ci sono loro.
    Si potrà dire a giusta ragione che la colpa è nostra che li abbiamo scelti.
    Si è vero Manciulli,Velo,Tortolini,Anselmi,Rossi e compagni sono lì perché questa città ha dato loro il consenso, ma per la miseria nessuno mai avrebbe pensato fossero così scarsi, così “bugiardi” e così attaccati alla poltrona.
    Chiunque può far meglio di loro sia fossero grillini o lucertoline o farfalline, chiunque ma loro basta .
    Per riparare i danni di questi signori ci vorranno 7-8 anni e mi creda direttore sono, quando dico così, un ottimista.
    Mi stia bene.

  2. Astuto Cacciatore

    “Manciulli,Velo,Tortolini,Anselmi,Rossi e compagni sono lì perché questa città ha dato loro il consenso, ma per la miseria nessuno mai avrebbe pensato fossero così scarsi, così “bugiardi” e così attaccati alla poltrona”…

    Caro Lino, ribadisco quello che ho detto più volte, troppo comodo (per loro) beccarsi la definizione di scarsi, incapaci etc. , in realtà sono persone molto valide nel portare avanti gli interessi di tutto un apparato di potere partitocratico di cui sono pedine importanti. Sostenere questo apparato di potere è il loro scopo, la ricompensa sono gli avanzamenti di carriera, assessore, sindaco, Authority, partecipata quando vengono sorpassati da altri, parlamento etc.

    Per ottenere questi risultati devono fare in modo di assicurarsi i voti, di portarli al partito e per fare questo le studiano di tutte.(ad es. bufala degli arabi). Quindi non sono come scrivi tu “incapaci”, ma scaltri amministratori delle loro cariche. L’amministrazione della cosa pubblica per loro è solo un mezzo per mantenere in piedi l’apparato di potere di cui fanno parte e del quale altri personaggi si servono per fare i loro affari. Pertanto, in certi casi, come per il nostro, diventano dei “commercialisti fiduciari” per imprese che hanno bisogno dei loro servigi per farsi i propri affari. Queste imprese vengono servite con piani regolatori ed opere pubbliche ad hoc, e il popolo continua a credere che lo facciano per il suo bene. Caro Lino, non hanno fatto nessun “danno”, hanno fatto fare tanti begli affari ai loro amici e compagni e per questo verranno ben ricompensati. L’unico problema rimane quello di raccogliere voti e il gioco è fatto. Ma ci sono tanti begli ingenuoni pronti a darglielo.

  3. cane nero

    …i precedenti commenti credo fissino realisticamente non solo la realtà locale , ma anche quella nazionale e , purtroppo, il motus vivendi della gran parte dell’italica gente; guardando il piccolo e su su verso le cariche maggiori, si nota come a muovere il teatrino siano sempre interessi o personali o di gruppi più o meno grandi ; tale metodo non può che produrre un abbassamento della qualità di ogni servizio, visto che permea tutta la società civile; nessuno può tirarsi fuori dalle responsabilità in quanto l’aver lasciato la vita pubblica a tali persone è il primo grosso errore ; non che l’uomo della società civile debba impersonare obbligatoriamente il politico di professione, ma deve operare per vigilare che chi lo rappresenta lo faccia come da mandato, nell’interesse collettivo e non personalistico. Ciò non avviene e così non si vedono valide alternative, tanto da doversi rifugiare in movimenti anche spontanei ma privi di quella preparazione politica essenziale. Non vedo perciò , al momento, grosse vie di uscita ; la ripresa sarà lenta e legata al propagarsi di quella CULTURA così osteggiata .Ripartire dalla preparazione dei quadri, dalla conoscenza e dallo studio delle realtà, di ciò che ci circonda in tutte le sue varie forme,dall’analisi scientifica, dall’ onestà interiore, dall’educazione civica di tutti i componenti, sarà sforzo duro e che necessiterà molto tempo. Questa tornata elettorale rispecchia questa pochezza culturale e quindi di alternative , tanto che verrebbe voglia di non votare se ciò non fosse padre di quel disimpegno che va combattuto; cerchiamo di esaminare bene i programmi ( là dove esistono se esistono ) e gli uomini, accontentandoci del meno peggio: di più ora non possiamo. Ed anche a livello nazionale la situazione non è molto differente; l’unica ventata seria mi sembra quella di TSIPRAS, non per niente non di origine domestica…Ad un futuro migliore, speriamo, cane nero.

  4. Astuto Cacciatore

    “la ripresa sarà lenta e legata al propagarsi di quella CULTURA così osteggiata”, hai proprio ragione, cane nero, la rinascita deve ripartire da questo. Ma il problema che attanaglia la rinascita è la terribile e pesante manipolazione dei mezzi di informazione da parte dei poteri partitocratici, lobbistici, oligarchici, mafiosi, affaristici in senso generale. Queste aggregazioni di gestione del potere, sono fermamente convinte che il possesso dei beni materiali e il dominio di pochi su tutti, siano l’unica gestione possibile degli stati e dell’economia. Per loro l’economia è affarismo, per loro l’amministrazione della cosa pubblica è clientelismo e creazione di incarichi altamente retribuiti etc. Ma per mantenere questo status quo si servono della continua manipolazione dell’informazione, avendo capito che la loro sopravvivenza si basa sull’elargire al popolo menzogne, falsificazioni di notizie, opinioni accomodanti e niente fatti. La TV opera egregiamente in questo senso, addormenta le coscienze con messaggi pieni di conformismo con i quali si vuole annullare ogni capacità critica delle persone. Eppoi, in fondo, tante notizie basta non darle. La gente purtoppo si adegua a questo sistema, cercare di informarsi è una delle cose più faticose quando hai una bella tavola di menzogne già pronte e apparecchiate, chi te lo fa fare di comprare giornali o rivista alternative, leggere blog sul web dove si cerca di informare sui fatti reali etc. Lo share delle trasmissioni televisive registra sempre grosse quantità di ascolto sulle fiction, film d’azione, partite, concorsi a premi etc. E’ faticoso ascoltare dibattiti e cercare di capire fra varie opinioni chi ha veramente ragione. Il principale ostacolo alla rinascita della cultura, è questo mostro dell’informazione che regola, condiziona, opera incessantemente al servizio di chi vuole tenere le coscienze addormentate. Francamente non vedo alternative all’orizzonte. Ma per essere fiducioso, dato che qualcuno mi taccia di essere un “lagnoso menagramo”, voglio riportare le parole di Bertold Brecht, oggi più che mai attuali:
    Lode dell’imparare
    Impara quel che è più semplice! Per quelli
    il cui tempo è venuto
    non è mai troppo tardi!
    Impara l’abc; non basta, ma
    imparalo! E non ti venga a noia!
    Comincia! devi sapere tutto, tu!
    Tu devi prendere il potere.
    Impara, uomo all’ospizio!
    Impara, uomo in prigione!
    Impara, donna in cucina!
    Impara, sessantenne!
    Tu devi prendere il potere.
    Frequenta la scuola, senzatetto!
    Acquista il sapere, tu che hai freddo!
    Affamato, afferra il libro: è un’arma.
    Tu devi prendere il potere.
    Non avere paura di chiedere, compagno!
    Non lasciarti influenzare,
    verifica tu stesso!
    Quel che non sai tu stesso,
    non lo saprai.
    Controlla il conto,
    sei tu che lo devi pagare.
    Punta il dito su ogni voce,
    chiedi: e questo, perché?
    Tu devi prendere il potere.

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