PIOLI: «CHI SA DIRE SOLO NO NON SARA’ IN GRADO DI GOVERNARE»

i sindaci Pioli e Soffritti

i sindaci Pioli e Soffritti

A pochi mesi dalle elezioni amministrative abbiamo intervistato il sindaco uscente di Suvereto, Giampaolo Pioli, per fare con lui un bilancio del suo mandato e per commentare le sfide che attendono il comune nel prossimo futuro.

A maggio terminerà la sua esperienza come sindaco. Quali saranno i suoi futuri obbiettivi?
Se vi riferite ai miei progetti personali, è semplice: ritornerò a fare il mio lavoro di tanti anni, quando mi sono occupato di comunicazione e marketing territoriale e turistico. Se vi riferite ad un futuro politico, nessun obiettivo. Le mie idee, i miei valori, le mie modeste competenze sono a disposizione del territorio e del mio partito, se saranno utili.

L’ex sindaco Gasperini ha recentemente commentato la “ventata” di gioventù del PD di Suvereto sottolineando l’importanza di creare discontinuità col recente passato. Che ne pensa?
Penso che sia straordinario quello che è successo nel PD nazionale, la grande partecipazione alle primarie, una rinnovata fiducia in questo partito, spesso pasticcione e contraddittorio, troppo chiuso in beghe “romane”, ma vivo, che discute, che litiga, ma che cerca di interpretare in chiave nuova i valori della sinistra, senza chiudersi nelle idee del ‘900. Lo dobbiamo a Renzi, ma anche ai suoi competitori, gente che si è messa a disposizione il giorno dopo. La ventata è arrivata anche a Suvereto: aumento degli iscritti, un grande spirito unitario e soprattutto l’entrata di tanti giovani e persino giovanissimi, preparati, con tanto entusiasmo e voglia di fare. Lì sta il futuro di Suvereto, come comunità e come amministrazione. Quanto alla discontinuità, è quello che sta succedendo, ma non dimentichiamo chi si è assunto la responsabilità di tenere in piedi il circolo nei momenti difficili, come capitano ad un partito serio, che non sempre liscia il gatto nel verso del pelo, mentre altri evitavano il confronto interno. Quelli sapranno lasciare spazio al nuovo con la stessa nobiltà con cui ci hanno messo la faccia in quei momenti.

Dopo alcuni mesi dal referendum non accennano a placarsi le polemiche sulla fusione come “scelta calata dall’alto”. Come giudica l’esito della vicenda? Tornerà in voga il progetto precedentemente abbandonato di Unione dei Comuni? Come verrà affrontato il problema dell’assegnazione delle funzioni associate di Suvereto?

L’ipotesi di fusione è stata respinta da un referendum democratico, che tutti noi rispettiamo in pieno. Giusto quindi che il circolo PD dica che quella proposta non potrà in alcun modo essere ripresentata. Calata dall’alto? Intanto mi pare che il segretario del PD non si riferiva per niente al tema fusione, ma in generale al vecchio PD nazionale, e chi immagina quella proposta imposta da poteri occulti ed esterni è davvero patetico. Primo, perché fu scelto, non di fare la fusione, diciamolo ancora, ma di sottoporre l’ipotesi a referendum, anche contro il parere di parecchio PD del territorio.

Secondo, perché ritengo ancora come dovere di un amministratore quello di sottoporre ai suoi cittadini “tutte” le soluzioni che la legge offre. Continuo a pensare che avremmo potuto farla e conservare in pieno il nostro municipio e la nostra identità e averne vantaggi economici. Ma i cittadini hanno scelto e la questione è chiusa. Ora che succede? Ovvio che, a fronte degli obblighi di alcuni comuni, sia necessario riprendere in mano anche ipotesi più vecchie, come l’Unione. Mi sono battuto per questo fino alla fine del 2012.

Ma non tutti sono d’accordo. Chiedo ancora che si discuta a fondo e subito. Senza penose nostalgie di un passato superato e guardando più in là, ad un’area più ampia, come l’Alta Maremma o come la vogliamo chiamare, a bacini per noi naturali, e al “dopo province”. Intanto Suvereto sta lavorando bene con Piombino e Campiglia e adempiremo in pieno agli obblighi. Ma i problemi da noi posti con il referendum sono ancora tutti lì – mancanza di risorse in testa – e non vedo uno straccio di proposta da chi invece sembrava averle tutte pronte.

Ci sarà un futuro termale anche per Suvereto? Quali sono i tempi per realizzarlo?
Certo che Suvereto avrà un futuro termale. Se la Val di Cornia diventasse un vero “distretto termale” di respiro europeo, allora sì che potremmo farci valere sul mercato internazionale. Altrimenti siamo un bruscolo. La salvaguardia della risorsa acqua, lo abbiamo sempre detto, è prioritaria. Ma se l’acqua c’è – lo diranno le “prove di portata” che la Regione Toscana ha concordato con l’azienda per luglio e agosto prossimi, nel periodo di magra delle falde – allora puntiamo con decisione allo sviluppo del settore. Aprendo su questo anche gli strumenti urbanistici. Il ritardo è dovuto a due fattori: primo un lungo contenzioso tra regione e azienda a cui il comune è estraneo. Secondo, dobbiamo fare una variante urbanistica, perché il nostro Piano Strutturale è estremamente restrittivo sulle funzioni in territorio rurale. Lo abbiamo voluto tutti così per fermare la cementificazione in campagna, ma, se le funzioni che si prospettano sono compatibili con la difesa del territorio e qui noi non proponiamo villette a schiera, va modificato. E’ vero che per Suvereto già prevede piccole strutture “ricreative” per l’uso termale. Ma questa è la proposta di un grande parco termale nel verde ed è la dimensione giusta perché regga sul mercato. O vogliamo la piscinetta con il chioschetto delle bibite? Quindi variante alle regole, ristretta e limitata, ma necessaria. Chi dice di no non sa neppure di cosa parla. Tempi: avvio della variante con questa amministrazione, poi proseguire con la prossima, in modo da chiuderla entro autunno, in concomitanza con i risultati delle prove di portata. A quel punto si parte.

Secondo lei la lista di opposizione sarebbe in grado di governare Suvereto?
Questo lo giudicheranno i cittadini con le amministrative. Io ho una mia idea: chi per cinque anni è stato in consiglio comunale senza avanzare una proposta, non dico alternativa, ma che fosse migliorativa di quello che facevamo; chi non ha mai aperto, né in Consiglio, né in commissione, un minimo confronto per giungere ad una sintesi superiore, per poi invece attaccare il giorno dopo sulla stampa tutto quello che facevamo; chi è stato capace di dirci “avete presentato il miglior bilancio possibile ma votiamo contro perché siete del PD”; chi durante la vicenda fusione ha rifiutato un confronto pacato sui pro e i contro ma ha sostanzialmente avallato una campagna ignobile, fatta di offese e di disprezzo delle idee degli altri, qualche dubbio sulle capacità di governare me lo dà. Un piccolo comune è una cosa complicata, che richiede impegno, studio, approfondimento, mediazione, e una “visone”, e non la paranoia del complotto e dei fini inconfessabili,  il “no a tutto”, il cavalcare le paure della gente in una fase di crisi. Chiaro che così poi ci si trova con compagni di cordata inaspettati e davvero lontani da dove eravamo partiti.

Faccia una bilancio del suo mandato da sindaco. Quale ritiene il suo più grande successo e quale il suo maggior fallimento?
Il mio maggior successo è aver perseguito quello che erano gli obiettivi di fondo su cui avevo chiesto il voto ai cittadini: una Suvereto con più servizi (terminata la Palestra, costruito il primo asilo nido pubblico della nostra storia, avviato la raccolta differenziata, avvio prima della mia scadenza della progettazione del nuovo distretto sanitario, sostegno sociale); una Suvereto valorizzata come merita: il Centro Storico (restauro del Chiostro e della Rocca; le piazze storiche, le vie, i nuovi marciapiedi, illuminazione dei monumenti, ecc.), le sue vocazioni (agricoltura, vino – ricordo la nuova DOCG – olio, cantine celebri, piccole e grandi); una Suvereto più conosciuta, con la presidenza di Città del Vino, una nuova promozione turistica che ha dato numeri sempre in crescita, una serie di eventi nuovi e già famosi (Calici di Stelle, Calici di San Silvestro, Borgo dei Ragazzi, ad Aprile la Rassegna delle Bandiere Arancioni: anche qui bisogna innovare, non scimmiottare il passato).
Il mio maggior fallimento, che forse condivido, ahimè, con tanti colleghi è lo stop brusco, violento degli ultimi 2/3 anni, con il taglio delle risorse e il Patto di Stabilità, una sciagura storica per i territori, che ci ha impedito di completare del tutto il programma. Lo so che vi aspettavate che dicessi : la proposta di fusione. No davvero: lo ripeto, era un’opportunità offerta dalle leggi. Si è detto di no, perfetto, si va avanti come prima, testa bassa e pedalare.

Rifarebbe il Sindaco?
Certamente sì. Essere al servizio dei propri cittadini 10 anni, con umiltà, serietà, dedicando a questo tempo, energie, studio, sacrificando parti importanti della propria vita personale e tanto altro, circondato di collaboratori animati solo da puro spirito civico, è l’esperienza più bella, insieme all’amore e alla musica, che può capitare ad un essere umano.

Giuseppe Trinchini

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Scritto da il 17.1.2014. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

8 Commenti per “PIOLI: «CHI SA DIRE SOLO NO NON SARA’ IN GRADO DI GOVERNARE»”

  1. Luciano Presenti

    ….E meno male che sappiamo dire NO caro Sindaco altrimenti a SUVERETO c’era già una centrale a biomasse (che avrebbe spazzato via tutte le velleità TERMALI) e soprattutto NON C’ERA PIU’ IL COMUNE!
    Come sempre rappresentazioni di realtà, sia in ambito locale che nazionale che persone di buon senso non possono condividere.

  2. Antonio.

    Caro Pioli quante bugie ai raccontato, Non si è mai capito che lavoro facevi.
    Il sindaco lo rifaresti certo solo per riscuotere dieci anni di stipendi sicuri.

  3. massimo

    viva la coerenza! comunque lui dice che lo rifarebbe il sindaco, ma i suveretani non lo rivoterebbero più state sicuri

  4. filippo

    I suveretani hanno sconfessato te ed il tuo partito bocciando sonoramente prima (2012) la costruire una centrale a biomasse in mezzo ai vigneti di pregio a suvereto, dopo (2013) la possibile fusione decisa a tavolino da un gruppo molto ristretto di persone, ora tentate di prenderci in giro un’altra volta dicendo che ci sono giovani e giovanissimi ma tutti sanno che e’ un’operazione di immagine…a suvereto tutti ci conosciamo e spero che per la terza volta la cittadinanza abbia gli anticorpi e la coscenza per respingervi di nuovo e cacciarvi definitivamente dalla politica…. filippo magnani ex simpatizzante PD e sostenitore sindaco pioli per 2 mandati

  5. Patrizia Vanni - Walter Gasperini

    L’intervista al sindaco di Suvereto fa emergere riflessioni di tipo politico che meritano di essere poste all’attenzione pubblica con la pacatezza dovuta alle questioni che coinvolgono la politica e l’impegno di ognuno. Naturalmente siamo interessati a quelle parti dove si condanna chi non è rimasto nelle file del PD e si continua a definire opportunità mancata la non accettazione della fusione dei comuni che era stata proposta. Inoltre vi sono alcuni passaggi che davvero lasciano stupefatti per la protervia con la quale vengono posti e privi di una capacità di autocritica che invece in politica, a nostro modesto parere, dovrebbe essere proprio il suo sale.

    Viene affermato che si è trattato di porre alla attenzione dei cittadini anche la proposta di fusione, continuando a dire mezze verità, perché il consiglio comunale ha deliberato la scelta di fusione e chiesto alla regione di fare apposita legge, che poi per obbligo della regione, è stata sottoposta a referendum. Altro che concessione e esercizio della democrazia, era semplice obbligo di legge.

    Quello che invece non era obbligo era fare una scelta politica prima del giusto confronto con i cittadini, questa è la vera incredibile offesa alla politica che è stata perpetrata a Suvereto, dalla maggioranza del PD insieme alla sua direzione di Federazione. Possibile che non ci si renda conto che sono state compiute scelte che sono l’esatto opposto delle azioni che la politica dovrebbe compiere. Prima si porta la proposta, si confronta con tutti i cittadini in ogni sua forma, si ascoltano le altrui opinioni e alla fine si tirano le conclusioni, cercando di assumere una linea che risulti vicina alla grande maggioranza delle aspettative.

    Invece hanno scelto la strada dell’imposizione, hanno deliberato in consiglio comunale, facendo forzature anche verso chi non condivideva la scelta, hanno lasciato da parte le voci del dissenso, hanno costretto la cittadinanza a sei mesi di confronto politico molto duro, nel quale ognuno a messo del proprio e nessuno – DICO NESSUNO – può addebitare all’altro l’essere andato sopra le righe. Ognuno a messo del proprio facendo scadere molto in basso il livello del confronto.

    Così come non può essere accusato chi ha lasciato la barca nel momento del bisogno, quella barca era al limite dell’affondamento per la scelta della sua maggioranza che non ha fatto niente per rispettare le altrui opinioni ed oggi qualcuno vorrebbe attribuire a quelle persone che prima hanno emarginato, la responsabilità della loro solitudine. Ma davvero siamo di fronte a simili opinioni da “giano bifronte”?

    Se fosse stata scelta la strada della buona politica, avremmo confrontato con tutti le varie opinioni e alla fine senza nessuna rottura, senza nessuna emarginazione, senza nessuna posizione di arroganza del potere, avremmo potuto, tutti insieme, decidere che la stragrande maggioranza voleva mantenere il proprio comune e quindi senza traumi saremmo andati avanti applicando le previsioni di legge, per le funzioni associate con altri comuni, pensando al domani per recuperare quella unità della Val di Cornia ed oltre che appare sempre più indispensabile.

    Quello che è vero è che è stata salutare la tempesta Renzi anche per Suvereto, se non ci fosse stato, oggi la china per risalire le strade della buona e giusta politica sarebbero notevolmente più irte. Invece con questo nuovo potrebbe esserci la speranza di una concreta discontinuità per consentire di guardare avanti e dare quel rinnovamento che riteniamo essenziale per il futuro del PD di Suvereto. Certamente le affermazioni di chi non riesce a vedere e riconoscere i propri errori fanno permanere le difficoltà per una strada che invece è indispensabile con il rischio addirittura che faccia naufragare anche le speranze del nuovo che tanto vorrebbe emergere.

    L’etica della politica è quella cosa che dovrebbe occuparsi del bene delle persone ed il bene in politica è rispetto per le altrui opinioni, è riconoscere al dissenso il diritto di parola. Ma quando si sceglie di andare avanti rinunciando al confronto aperto o peggio non tenendone conto, dobbiamo successivamente avere il coraggio di prendere atto dell’errore e trarre le chiare e dovute conseguenze. Questo sarebbe il giusto segnale della necessaria discontinuità che nessuno dovrebbe avere bisogno di chiedere ma che dovrebbero comprendere bene i coinvolti.

    Suvereto 18 gennaio 2014

    Patrizia Vanni e Walter Gasperini

  6. ian paice

    Un saluto a Pioli un Sindaco ma sopratutto una persona perbene……e chi lo offende o lo denigra si degrada da solo

  7. Luciano Presenti

    Caro “Ian Paice” (ma è questo il tuo nome o sei un altro ANONIMO stile PICARO DUE?) come potrai vedere noi abbiamo messo il nome e cognome nei nostri commenti e conseguentemente anche la faccia.
    Non leggo offese verso nessuno ma una critica politica con un pizzico di ironia, quindi quando parli di “degrado” vedi di rivolgerti verso qualcun altro. Grazie

  8. federica

    mi chiedevo: ci sarà almeno uno che ha il coraggio di difendere il sindaco? bravo ian palace, più unico che raro

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