INVALIDI GRAVI: «PRESIDENTE NAPOLITANO BATTA UN COLPO»

disabiliPiombino (LI) – Alberto Guerrieri, referente del movimento associativo “Diritto ad una vita Dignitosa” ha recentemente scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per lanciare un ulteriore appello per le persone malate gravi e gravissime anche  di fronte a tragedie come quella di  Raffaele Pennacchio, 55 anni, l’uomo morto il 23 ottobre scorso a Roma dopo due giorni di protesta con il Governo per la tutela dei diritti delle persone malate gravi.

Raffaele era un medico malato di Sla. Proveniva da Macerata Campania, in provincia di Caserta e da uomo e da medico credeva fermamente nel rispetto della dignità del malato e nella possibilità di assistere i malati gravi e gravissimi nelle loro abitazioni. Per questo si era speso senza riserve e con enorme dispendio di energie per sostenere il progetto ‘Restare a casà del Comitato 16 novembre onlus.

Raffaele Pennacchio, aveva partecipato sia al presidio sotto il Ministero dell’economia, la notte precedente, sia all’incontro con il governo. Chiedeva  l’assistenza domiciliare per i malati gravi, e poco dopo essere rientrato in albergo è morto per problemi cardio circolatori probabilmente dovuti allo stress accumulato nei due giorni precedenti.

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Riportiamo integralmente la lettera di Alberto Guerrieri al presidente Napolitano.

«All’attenzione del On. Pres. della Rep. Italiana, Giorgio Napolitano,

In riferimento alla morte di Raffaele Pennacchio, diciamo subito che con la morte non si specula.

Ma non accettiamo che le Persone Disabili Gravissime, quelle ancora disposte a lottare per una vita dignitosa, per sentirsi ed essere ancora Persona, debbano lottare sino alla morte per il riconoscimento delle loro Necessità Assistenziali e dei Diritti Costituzionali.

Ma percepire che cosa significa essere persona disabile gravissima, cercare anche soltanto lontanamente, di avvicinarsi un po’, a questa percezione, è inutile.

La conoscenza non riesce a frugare nell’anima, nei pensieri, di questa sofferenza, dell’essere persona disabile gravissima.

Qualsiasi iniziativa, compresa la nostra (riferendosi al III° Convegno Nazionale per il diritto ad una vita dignitosa per i malati gravi che si terrà il prossimo 19 novembre a Firenze, ndr.), finalizzata a trasferire a tutte le Persone Disabili Gravissime, la certezza di non essere lasciate sole, naufraga nella realtà di un clima inquietante di incertezza politico-istituzionale. Per tutte queste famiglie, resta un solo punto di riferimento, verso cui indirizzare le loro speranze, a tutela del Diritto di Eguaglianza, Diritto di Assistenza e Diritto di garantire la Dignità della Persona.

Mai come ora, si avverte forte l’esigenza dell’applicazione della Costituzione Italiana.

La preghiamo di “battere un colpo”. Ci fa paura l’idea di un’assuefazione a queste tragedie».

Piombino, 25-10-2013

Alberto Guerrieri

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