LA POLITICA E PIOMBINO: UN DISTACCO INCOLMABILE?

L’EDITORIALE                                   di Giuseppe Trinchini trinchini

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Corriere Etrusco “numero 19” del 9 agosto 2013.

La sala consiliare vuota per il ministro Zanonato

La sala consiliare vuota per il ministro Zanonato

Martedì scorso il “gotha” della politica italiana e toscana era a Piombino: il ministro dello Sviluppo economico Zanonato (PD) è stato accolto in sala consiliare dal sindaco Anselmi per la firma dell’ennesimo protocollo “Salva Piombino”; presenti il presidente regionale Rossi, quello provinciale Kutufà, buona parte dei sindaci della provincia, il prefetto e il presidente dell’Autorità Portuale . Vero è che l’ora, ampiamente oltre l’una, era quella nella quale la gente comune sta “con le gambe sotto al tavolino”, ma in sala consiliare c’erano solo i politici, i giornalisti, i fotografi… mancava solo la società civile.

Anche davanti alla Lucchini ad attendere il Ministro la mattina erano presenti solo un centinaio di operai e un politico locale, Luigi Coppola, che si è anche lamentato del fatto che l’informazione gli era arrivata solo a mezzo stampa, come se questo fosse il paese di Bengodi e il Ministro fosse passato per prendere un caffè per l’inaugurazione del nuovo altoforno, ma purtroppo non era così, la situazione dello stabilimento siderurgico è molto grave, e la crisi politica (si parla perfino di elezioni a novembre) ed economica non aiutano la Lucchini.

Il “palcoscenico” sembra rimanere comunque esclusiva di Anselmi, che cerca di muoversi tra i grandi della politica, lasciando il ruolo di gregario a tutti gli altri.

Tutto questo ha però un prezzo che volenti o nolenti i politici tutti percepiscono senza mai ammetterlo: il drammatico scollamento tra la base, i cittadini e la politica stessa. Questa deve avere come scopo ultimo quello di incidere sulla gestione e distribuzione etica dei nostri beni e non la conquista ed il mantenimento del potere per fini personali.

Platone ricorda che «Il compito di qualsiasi governo è di procurare l’utile di chi è governato e non di chi governa». Norberto Bobbio ci ricorda inoltre che «contro il politico che obbedisce alla ragion di Stato (o del partito) l’uomo di cultura è il devoto interprete della coscienza morale».

Ma mezzo secolo fa, Giuseppe Tommasi di Lampedusa scrisse una frase che invece sembra essere la bibbia dei politici di oggi: «Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente».  Negli ultimi decenni, infatti, hanno regnato le politiche clientelari che hanno prodotto danni enormi soprattutto alle nuove generazioni. La maggior parte di loro, non riuscendo a distinguere la politica alta da quella dominata da interessi personali, preferisce rimanere disinformata e occuparsi d’altro. Piombino, in particolare, è passata in pochi anni dall’essere cuore della partecipazione sociale e politica, a mera spettatrice delle scelte dell’uomo solo al comando.

Va messa in evidenza poi la crisi della democrazia, acuita dalla contrapposizione tra società civile e mondo politico. I motivi sono tanti, uno dei principali è l’inadeguatezza delle rappresentanze politiche stesse. Per uscire dalla grave  crisi nella quale siamo caduti, noi tutti abbiamo il dovere civile e morale di ricondurre la gente, in particolar modo le giovani generazioni, a fare politica e riappropriarsi di quei valori che stanno alla base della democrazia, quali la partecipazione, la cittadinanza attiva e la ricerca del bene comune al di là delle diversità culturali e politiche. Altrimenti l’alternativa per i politici è fare come gli struzzi, e far finta di non vedere che in sala consiliare a Piombino dal Ministro c’erano solo loro ad applaudire se stessi.

Giuseppe Trinchini

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8 Commenti per “LA POLITICA E PIOMBINO: UN DISTACCO INCOLMABILE?”

  1. Sasso Indigesto

    ” far finta di non vedere che in sala consiliare a Piombino dal Ministro c’erano solo loro ad applaudire se stessi.” Tanto basta, poi, leggere un accattivante articolo sul Tirreno, magari dal barbiere o in spiaggia, immaginando che, da ultimo, qualcuno o qualcosa ci salverà dalla chiusura della Lucchini.

  2. Giampiero Amerini

    Un ministro che viene a Piombino per un problema importante come quello dell’avvenire dell’industria poteva (doveva) essere pubblicizzato sicuramente di più. Non è stato solo Coppola ad apprenderlo dalla stampa, ma c’è stato anche chi, come il sottoscritto, l’ha appreso solo dopo che la visita era avvenuta. Non è che cambiava qualcosa se lo avessi saputo per tempo e fossi stato presente …. ad applaudire insieme agli altri … La domanda piuttosto è: “Se fosse stato pubblicizzato per tempo quante persone in più ci sarebbero state?”. “Quanti ancora hanno voglia di ascoltare le solite promesse, regolarmente non mantenute, i soliti discorsi fatti solo per mettersi in evidenza?”. Certo, dobbiamo impegnarci per riavvicinare la gente alla politica: lo dicono tutti … come se bastasse dirlo per fare il nostro (il loro) dovere. Un’altra domanda cattiva: “Si vuole veramente che la gente si riavvicini alla politica?”. Naturalmente questa domanda non vale per i politici locali (quelli che contano) … lo sappiamo benissimo che loro amano essere attorniati da una folla esultante che li osanna …….. Forse se lo avessi saputo in tempo non sarei andato nella sala consiliare del comune … non mi piace osannare chi fa il proprio dovere, figuriamoci chi …………….

  3. Mario Rossi

    Forse non fanno pubblicità perchè hanno paura che qualcuno gli spari in faccia.

  4. Luca

    Caro MArio io credo che quel rischio non ci sia… hanno secondo me raggiunto il loro obbiettivo… “disarmare” le menti degli italiani… non reagiamo più, altro che con le pistole, non reagiamo più neanche con la parola, con le emozioni… siamo praticamente degli zombi alla mercè di queste mezza tacche che hanno raggiunto la poltrona, e che non hanno certo intenzione di lasciarla.

  5. libero pensatore

    Ma come nel territorio avete San Gianni da Piombino, il salvatore del Paese. Opppssss, aspetta riflettiamo un attimo, i conti del Comune sono in perdita per la prima volta nella storia tanto che alcuni servizi sono già stati tagliati. Opppsss la lucchini stà chiudendo e lui che ha fatto, ahhh si è salito sui monti del fumino, cavolo. Opppssss non si sa ancora se il Concordia arriva o no. Oppppssss ma noi abbiamo messo Piombino nel Decreto gravi crisi Industriali, preferivo mille volte non essere in quel decreto ma avere ancora una siderurgia nel territorio. Qui a Piombino non siamo celebro lesi, ci esaltiamo perché qualcuno dice Piombino non deve chiudere e poi non fa in realtà nulla di concreto, tranne forse per la sua carriera politica, noi Piombinesi siamo dei cialtroni che non vogliano tirarsi su le maniche ma vogliano l’uomo forte al comando, bravi bravi tenetevi San Gianni e le sue imprese non imprese, ma soprattutto i suoi pellegrinaggi Romani che non portano a nulla ovviamente a noi cittadini poi a Lui, mmmm vedremo. Ma la cosa più bella è il Santo tanto amato dalle opposizioni e in particolar modo dai suoi compagni, non offediamo i “veri” compagni diciamo allora da i suoi amici del SEL. VERGOGNATEVI.

  6. zeno

    ma come? a Piombino negli ultimi decenni non ne è stata azzeccata una che è una e si continua a credere che il tutto dipenda da questi episodi finali che lasciano il tempo che trovano…
    per amor della polemica quotidiana ci si scorda sempre che si è figli, volenti o nolenti di errori macroscopici…ma allora il grasso colava e tutti zuppavano felici…maggioranze e opposizioni.
    I buoi sono scappati e la bacchetta magica non ce l’ha nessuno nemmeno quelli dalla critica facile e incalzante.

  7. Luca

    Caro Zeno,
    concordo con te, c’è solo un appunto che va fatto… se a chi ha governato negli ultimi decenni gli chiedi se c’è almeno una cosa che hanno sbagliato o che potevano fare meglio… questi ti risponderanno che non c’è n’è…

    Questi non sbagliano mai e tutto quello che fanno è sempre nell’interesse della comunità!

    Fosse vero…

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