GELICHI: TORNA «LA BALLATA DEI MILIONI» A PIOMBINO

Anselmi e Gelichi in un fotomontaggio

Anselmi e Gelichi in un fotomontaggio

Puntuale come una puntata de “La Signora in Giallo”, ecco che sulla stampa arriva un altra “strofa” della canzone “La ballata dei Milioni” che ormai da quasi dieci anni assorda il pubblico piombinese con strofe basate su svolte epocali realizzate con “Fanghi miracolosi”, “città future o antiche”, “strade o porti fantomatici” e “relitti fatiscenti” che salveranno la città dalla crisi in atto ininterrottamente dal 1992 ad oggi. La lista d’opposizione “Ascolta Piombino” in questa occasione ha voluto commentare l’ultima strofa della canzone. Riportiamo l’intervento integralmente e al termine dello stesso l’articolo a cui fa riferimento.

«Riprende il balletto dei milioni – inizia la lista civica – ora sono 160, tutti soldi pubblici, sapete quelli con cui si dovrebbero garantire i servizi essenziali, ma in questo caso sarebbero propedeutici a coprire il costo dello smaltimento di una nave, un costo che, in teoria, nei paesi normali, si sarebbe dovuto accollare la Costa Crociere; la quale, dobbiamo dire ad onore del vero, trasporterebbe tranquillamente la Concordia nelle coste della Turchia, provvedendo da sola allo smaltimento.

Noi però, esigiamo la Concordia e i soldi pubblici, ricordo che siamo sempre nel mondo teorico, e siamo in Italia, sorgono comunque spontanee alcune domande, la prima : se lo Stato ha a cuore il destino di questo territorio, invece di farci arrivare in casa un rifiuto speciale di centoquindicimila tonnellate, creare un bacino ad oc e spendere 160 milioni di soldi degli italiani, perché non ci fanno direttamente la 398 fino al porto, costo definitivo di 150 milioni? Avanzerebbero dieci milioni per un’altra strada d’accesso, per noi d’AscoltaPiombino, la Poggio ai venti San Rocco, sicuramente basterebbero. In questo modo questo territorio sarebbe prontissimo a qualsiasi tipo di sviluppo, portuale, logistico, cantieristico, turistico e via dicendo, l’infrastruttura è vitale per lo sviluppo del porto, non le aree a terra; questo sempre per il concetto che le case non s’iniziano dai tetti.

Se invece entriamo nel dettaglio, per quello che riporta la stampa, le domande si accavallano ancora di più, e ci chiediamo :ma il primo tratto di 398 non doveva farlo la Sat ? L’amministrazione ha rinunciato all’accordo e continua a sostenere la Tirrenica con il pedaggio ? Poi, i venticinque milioni che dovrebbe mettere il Comune, quelli degli accordi di Bagnoli, non erano destinati alle bonifiche di Città futura e di Poggio ai Venti ? Rinunciamo alle bonifiche per la Concordia ? Effettivamente, ci si potrebbe chiedere anche perché,   delle bonifiche affidate ad Asiu a Giugno del 2012, ancora non è stato mosso un granello.

Termino con un’altra domanda; una volta completata la demolizione e ci ritroviamo con mezza strada, qual è il nostro destino, dopo anni di siderurgia: demolitori di navi in concorrenza con il Bangladesh ? Noi, siamo convinti che per l’interesse generale si può fare molto meglio».

Riccardo Gelichi

Portavoce della Lista Civica AscoltaPiombino

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IL TIRRENO DI MARTEDÌ, 05 MARZO 2013

Concordia, ecco il decreto per sbloccare 160 milioni

Incontro Clini-Passera, possibile già oggi la firma del provvedimento che servirà alle opere portuali necessarie all’operazione di smantellamento

di Cristiano Lozito

PIOMBINO Saltata la scadenza del 28 febbraio, la data attesa per la decisione da parte della Costa sul porto dove demolire la Concordia, ora l’attenzione si sposta a Roma: già oggi infatti il ministro dell’ambiente Corrado Clini e quello di Sviluppo economico e Infrastrutture, Corrado Passera, dovrebbero fare il punto della situazione. E contestualmente potrebbe essere emanato l’atteso decreto del governo per consentire di realizzare entro il mese di ottobre le opere necessarie per ospitare la Concordia a Piombino.

Ovvio che l’incertezza politica del dopo voto e i pochi giorni che restano al governo Monti abbiano seminato qualche preoccupazione sull’emanazione del decreto, ma il carattere di emergenza del caso Concordia – rafforzato dallo sversamento di idrocarburi dal relitto, domenica scorsa – dovrebbero al contrario suggerire al governo di accelerare la firma del provvedimento. Che, semmai, avrà il problema della conversione entro due mesi da parte del Parlamento. Ovvio che l’arrivo del decreto potrebbe spostare definitivamente la decisione della Costa verso Piombino, visto che il costo delle opere portuali – 160 milioni – sarebbe tutto a carico di governo, Comune e Autorità portuale. Le spese sono quelle necessarie per realizzare il molo sottoflutto, il dragaggio dei fondali e la predisposizione del cantiere, in totale 112 milioni, mentre altri 50 milioni sono la cifra che occorre per la strada 398 da prolungare fino al porto.

Questa sarebbe la divisione delle spese: 25 milioni del Comune legati all’accordo sui fanghi di Bagnoli, 32 milioni dell’Autorità portuale, il resto appunto del governo. Il progetto per le opere portuali necessarie all’operazione Concordia, in realtà fa parte del piano regolatore portuale già approvato dal ministero, ma che col decreto otterrebbe l’eccezionale risultato di dar corpo in pochi mesi, da qui a ottobre, a opere che invece dovrebbero attendere anni per essere realizzate. Col risultato, al di là dei 300 posti di lavoro per tre anni, legati allo smantellamento della nave, di dare un fondamentale contributo alla competitività del porto. Con un pontile in grado di accogliere navi lunghe 300 metri e la possibilità di inserire il polo logistico nel grande giro dei traffici internazionali.

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Scritto da il 6.3.2013. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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