UDC: «SULLA SIDERURGIA SCELTE IMPROCRASTINABILI»

Luigi_coppolaRiceviamo e pubblichiamo il commento di Luigi Coppola, Segretario Provinciale UDC Livorno e candidato alla Camera dei Deputati, in merito allo stato in cui versa il settore siderurgico locale.

«Abbiamo letto attentamente sulla stampa le polemiche sollevato nell’ambito dei sindacati di categoria dei metalmeccanici locali e non entrando nel merito delle questioni, pur avendo un’opinione precisa, riteniamo che sia opportuno evitare che si verifichino situazioni di frizione in un momento particolare per la situazione della siderurgia piombinese.

Come abbiamo espresso chiaramente in Consiglio Comunale alla presenza dei vertici delle principali aziende del settore e delle associazioni sindacali è il momento di aprire una nuova partita che metta in chiaro quali sono le possibilità che ci permettano di mantenere la produzione dell’acciaio in questo territorio.

E’ ovvio che debba esserci la precisa volontà di avere un indirizzo che permetta di evitare l’approssimarsi del fallimento del Gruppo a cui appartiene lo stabilimento più importante ed al momento per come si è espresso l’amministratore straordinario non è affatto semplice.

La pretesa di salvare tutto oramai non è più  percorribile, non sembra che vi siano acquirenti interessati, perlomeno nel breve periodo, soprattutto non c’è più liquidità che è la cosa più importante.

Serve un patto forte fra tutti i soggetti interessati per stabilire quali siano le priorità e soprattutto cosa possa essere eventualmente possibile salvare, purtroppo è evidente che per ovvi motivi legati alle condizioni di alcuni impianti oramai fortemente datati e per una serie di condizioni che sono state generate dal mercato è pressoché impossibile mantenere inalterato il sistema produttivo tradizionale.

Il ricorso continuo agli ammortizzatori sociali è  fondamentale per garantire ai lavoratori il salario, ma non è  che si possa continuare all’infinito, visto che oramai lo Stato è con le casse vuote e deve affrontare situazioni simili a quelle di Piombino in tutto il paese.

Comprendiamo chi sostiene la nazionalizzazione delle aziende siderurgiche, in effetti con le “partecipazioni statali” (unico vero progetto industriale che abbia avuto il paese) incominciò il boom economico in Italia, ma oggi quella strada è impercorribile e non vi sono risorse che possano sostenere un piano di questo genere.

L’auspicio è che si possa trovare una soluzione che dia respiro e le commesse con Trenitalia possono essere un piccolo aiuto, ma sarebbe ingeneroso non considerarle esclusivamente un palliativo.

E’ arrivato il momento della chiarezza, non si può continuare ad evitare di dire come stanno le cose, ciascuno dovrà prendersi le proprie responsabilità avendo il coraggio di fare scelte difficili, ma improcrastinabili.

Nel frattempo se arrivasse qualcuno disposto a risollevare le sorti investendo centinaia di milioni di euro, ne saremmo tutti felici, ma in caso contrario, fra bonifiche, ristrutturazioni produttive ed una serie di altri interventi mirati e difficili, forse qualche imprenditore con interessi nell’acciaio potremmo anche trovarlo, non certo potremmo continuare ad affidare il nostro territorio a fondi e fondazioni».

Luigi Coppola

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Scritto da il 20.2.2013. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

2 Commenti per “UDC: «SULLA SIDERURGIA SCELTE IMPROCRASTINABILI»”

  1. giovanni adriani

    quello che la politica deve fare è trovare alternative occupazionali valide e concordate con tutti i soggetti interessati, che sono gli operai e i cittadini, quello che non ha fatto finora.

  2. Astuto Cacciatore

    ” quello che non ha fatto finora” : signore e signori purtroppo il tempo delle vacche grasse da mungere è finito. A Piombino era stato creato un bello stipendificio e in quanto tale, (per definizione) non poteva che andare in rovina. E’ servito a tutti, agli imprenditori lottizzati, ai partitocrati e sindacatocrati locali e nazionali, al popolo affamato di secondo lavoro (tanto con il primo non si stancava), ed ora è tutto finito. E’ passata un’epoca e non tornerà mai più. il vero pericolo è alimentare certe illusioni.

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