SAN VINCENZO: ANCHE ARPAT ALLA «SAGRA DEL BOTTINO»

“Prima sagra del bottino”: è ironico il nome che il Forum ha voluto dare ad un’iniziativa che ha affrontato un tema serio che ultimamente sta preoccupando i bagnanti a San Vincenzo. Quello, cioè, degli sversamenti in mare di liquidi provenienti dai fossi. Ieri mattina, 6 settembre, alle ore 11 il Forum per San Vincenzo ha voluto incontrare la cittadinanza in piazza Gramsci per informarla sulle problematiche sanitarie causate da questi sversamenti. Anche ARPAT ha effettuato le analisi, e confermato le problematiche presentae dai cittadini.

L’incontro informativo si è trasformato in una sorta di sopralluogo della foce del fosso Renaione, interessato dai suddetti sversamenti, già dal 13 agosto, in piena stagione estiva. In quella data conseguentemente a una breve ma intensa pioggia in zona San Carlo, un’ondata di liquido marrone e maleodorante aveva raggiunto il mare, causando disagi e, nonostante le rassicurazioni provenienti da Sindaco e vigili urbani, non poca preoccupazione nei bagnanti. E, alle piogge successive, l’episodio si è ripetuto nuovamente.Solo affacciandosi alla foce del fosso si può notare lo stato di incuria in cui versa. I tubi sono completamente arrugginiti e ci sono una serie di cavi elettrici anch’essi vecchi e trascurati, l’aria è maleodorante e, a detta di qualche presente, non è così raro incontrare dei topi anche sulla spiaggia.

Maurizio Viliani e Nicola Bertini hanno cercato di spiegare le cause degli sversamenti. Il primo problema si riscontra alla foce in quanto nel tunnel si forma una sorta di conca in cui l’acqua ristagna per settimane, andando in putrefazione insieme a materiale organico che si accumula nel fosso, creando uno strato di marciume che viene poi trasportato a mare dalle piogge. Questo potrebbe risolversi con una semplice raschiatura delle sabbia che impedisce all’acqua di defluire. L’altro problema è invece a monte, a causa di scarichi abusuvi, alcuni dei quali sono stati rilevati grazie ad una procedura che prevede di far scorrere del liquido colorato negli scarichi in questione per scoprirne il percorso. In questo caso il Forum, pur apprezzando il controllo, ne critica le tempistiche, in quanto, secondo loro, l’azione di controllo degli scarichi abusivi dovrebbe essere un’azione preventiva ed effettuarla in  piena stagione estiva è poco utile e può creare allarmismi come in effetti è successo quando è fuoriuscito nel fosso il liquido colorato.

All’incontro ha partecipato anche un istruttore tecnico  dei servizi per il territorio del Comune di San Vincenzo che ha ricordato che quando era il Comune stesso a dover gestire la pulizia della foce dei fossi (ora il servizio invece è affidato ad ASA) era stata installata una pompa di sentina per rimuovere l’acqua stagnante. Si è ricordato anche che il problema fossi era già stato messo in luce e denunciato negli anni 90 dalla Lista Verde, con una mostra fotografica. Questo perchè il problema era ed è innanzitutto igienico-sanitario ma anche d’immagine per i tanti turisti e bagnanti che frequentano quella spiaggia. In passato era stata posta all’ingresso del tunnel una paratina che lo chiudesse, ma era stata poi tolta a causa delle norme sul rischio alluvione, lasciando spazio all’attuale “panorama”, esteticamente poco piacevole.

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Contemporaneamente l’Arpat informava sullo stato dei fossi, dopo gli accertamenti effettuati dal Dipartimento di Piombino. I risultati non fanno che confermare quanto emerso durante l’incontro col Forum.

«Nei giorni scorsi la stampa locale ha parlato della preoccupazione da più parti evidenziata riguardo allo stato di alcuni fossi che sfociano in mare a San Vincenzo (Livorno), con episodi nello scorso mese di agosto, di riversamento di acque marroni in mare in coincidenza specialmente di rovesci di pioggia.

Il Dipartimento ARPAT di Piombino fa il punto delle attività svolte. Nei controlli di competenza e nelle indagini per gli esposti ricevuti da parte dei cittadini, sono stati evidenziati problemi di scarichi abusivi e di regime torrenziale in caso di eventi metereologici intensi dei fossi.

Nel corso dell’anno 2012 l’Agenzia è intervenuta con 5 sopralluoghi per verificare segnalazioni riguardanti il Fosso Renaione. Nei sopralluoghi effettuati nelle date 02/04/2012 e18/04/2012, mediante 9 campioni delle acque superficiali lungo il corso del fosso, è stato accertato un inquinamento fecale di lieve entità che è stato associato a scarichi domestici fuori dalla pubblica fognatura, provenienti da appezzamenti di terreno privati e da piccoli allevamenti. A tale proposito è stata informata l’Autorità Comunale (competente in materia], per la verifica sulla conformità degli scarichi in materia edilizia e urbanistica, e, considerata la presenza di allevamenti e di ricoveri di animali, l’Azienda Sanitaria Locale.

Un ulteriore scarico abusivo (all’altezza di Via S.Pellico) è stato individuato da tecnici comunali mediante immissione di coloranti in data 02/08/2012.

Nel giorno 13/08/2012 si sono verificate presso il Bagno Delfino maleodoranze e sono state segnalate ad ARPAT acque putride, non riscontrate durante i sopralluoghi del giorno successivo. Un campionamento suppletivo di acqua di mare nel punto di controllo della balneazione Bagno Delfino del 16/08/2012 non ha evidenziato contaminazione fecale. L’evento segnalato è stato ricollegato alle intense precipitazioni che hanno causato un’ondata di piena dal fosso verso il mare con trascinamento dei materiali presenti sull’alveo del corso d’acqua. Un altro scarico abusivo è stato accertato presso Via Matteotti, come segnalato da un cittadino in data 21/08/2012.

Riguardo all’impianto di sollevamento “Delfino”, in base ai dati forniti dalla società che gestisce la rete fognaria, nel periodo aprile-settembre 2012, il meccanismo del “troppo pieno” dell’impianto ha determinato, a causa delle forti piogge, lo sversamento nel Fosso Renaione in data 09/08/2012, mentre in altre occasioni di pioggia, di minore intensità, ciò non si è verificato.

Gli effetti dell’impatto complessivo sul mare della situazione descritta vengono valutati in termini di individuazione delle aree temporaneamente non idonee alla balneazione, ai sensi del D.Lgs. 30 maggio 2008, n.116 e del D.M. 30 marzo 2010. Si ricorda che ARPAT effettua periodicamente il monitoraggio delel acque di balneazione pubblicandone gli esiti (vedi sezione balneazione sul sito web dell’Agenzia )

Nel punto di controllo denominato “Bagno Delfino” sono stati riscontrati superamenti dei limiti normativi per le acque marine destinate alla balneazione nei campionamenti effettuati nelle date 07/05/2012 e 03/09/2012.
In generale si evidenzia come sia possibile evitare, o meglio limitare al minimo situazioni come quelle sopradescritte, trasformando sorgenti di contaminazione e cause estemporanee in eventi controllabili e prevedibili, attraverso azioni, di competenza essenzialmente del Comune riguardo a:
-l’individuazione degli scarichi abusivi, il relativo sanziona mento e obbligo di mettersi in regola;
-la pulizia periodica dei fossi;
-la regimazione delle acque meteoriche dilavanti».

Di fronte a questi dati  – conclude ARPAT – ci si aspettava quindi un divieto di balneazione, che al momento dell’incontro, non era presente.

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Nicola Bertini del Forum così commenta: «Questo giochetto dei ritardi nelle ordinanze di divieto di balneazione, il comune di San Vincenzo l’ha sempre fatto. Ricordiamo nel luglio dell’anno scorso uno sforamento dei livelli dei batteri fecali a cui non fece seguito nessuna reazione da parte del Sindaco. Basta aspettare le analisi suppletive, sperando che quelle siano a posto, a quel punto l’ordinanza non serve più perché i valori sono rientrati nei limiti di legge. Questo è il “modus operandi” dell’Amministrazione – prosegue Bertini – comprendiamo bene quale sia l’implicazione economica per le attività turistiche dei divieti di balneazione ma, oltre a nuocere alla salute pubblica, l’Amministrazione così facendo aggrava i problemi esistenti. Facendo ostinatamente finta di non vedere, l’Amministrazione mantiene una continua minaccia sugli stabilimenti balneari e si prende la libertà di non eseguire quei pochi interventi necessari a eliminare un problema così grave soprattutto per una località balneare.

Di anno in anno gli episodi si ripetono e ogni volta si dà la colpa al destino cinico e baro, alla sfortuna o alla troppa pioggia. Persino quest’anno, l’anno più siccitoso mai visto, si è detto che le eccessive piogge hanno provocato i divieti di balneazione. Nulla di più ridicolo. Quei problemi esistono da decenni e non sono mai stati seriamente affrontati. Oggi, con l’incrocio di competenze con l’Asa, non si fanno neppure più le manutenzioni ai macchinari e agli strumenti essenziali per il funzionamento delle fogne e i fattori di rischio si moltiplicano. La nota dell’Arpat è illuminante. Da aprile l’agenzia regionale per l’ambiente segnala al comune scarichi abusivi nel fosso del Renaione. Persino in zone estremamente accessibili come Via Silvio Pellico, di fronte alla mensa scolastica, sono presenti tubi che buttano di tutto nel fosso. A giugno sono ricordiamo i coloranti cha avevano rivelato la presenza di scarichi abusivi. Siamo a settembre e, anziché adottare procedure d’urgenza per impedire alla situazione di perdurare, ci si è trascinati nell’inerzia fino ad un nuovo divieto di balneazione. Sfortunatamente il fosso del Renaione è tutt’altro che un’eccezione perché mentre ci si impegnava tanto nel rincorrere certificazioni e bandiere, non ci si è mai presi l’incomodo d’elaborare una politica seria di intervento sugli scarichi a mare. Ora siamo in un vicolo cieco. L’Amministrazione è in altre faccende affaccendata.
C’è il timore che le inchieste giudiziarie non si fermino a qualche tecnico ma investano anche il livello politico, ci sono le continue manovre sul regolamento urbanistico per far scappare tutti i buoi dalla stalla e c’è un bilancio esangue e malconcio con cui fare i conti.

Soprattutto c’è un problema culturale -conclude Bertini – che anziché prendere atto dei problemi e affrontarli, si offre il silenzio agli operatori turistici in una spirale di carattere omertoso che va avanti da vent’anni e ha portato ad avere due divieti di balneazione e altri due strani episodi in tre mesi in pieno centro urbano nonostante la primavera – estate più siccitosa che si ricordi».

Irene Caroti

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Scritto da il 7.9.2012. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “SAN VINCENZO: ANCHE ARPAT ALLA «SAGRA DEL BOTTINO»”

  1. graziano

    ma le Ordinanze a San Vincenzo sono facoltative? I vigili dove sono?..già a multare le auto….
    W il bottino

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