PIOMBINO E L’ORDINE DEL GIORNO SULL’ARTICOLO 18

Riceviamo e pubblichiamo integralmente dal Direttivo del Circolo V.Corallini di Piombino sul chiaro spostamento politico al centro dell’attuale Partito Democratico.

«Durante il Consiglio Comunale del 25 maggio 2012 Rifondazione Comunista, l’IDV e il consigliere Gelichi hanno votato a favore di un ordine del giorno con cui si chiedeva la difesa dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Le liste di destra, il PD e il consigliere Trotta (che non abbiamo ancora capito se rappresenti SEL o qualcun altro) hanno votato contro, ritenendo che la modifica dell’art.18 sia opportuna.

E’ bene intanto chiarire di cosa stiamo parlando: l’art.18 prevede che quando, alla fine di un processo sul licenziamento di un lavoratore da parte di un’azienda con più di 15 dipendenti, risulta che il licenziamento sia illegittimo, ossia senza giusta causa, giudice possa ordinare all’azienda di riprendere a lavoro il dipendente. Un esempio di licenziamento illegittimo: si accerta che il lavoratore accusato di furto in realtà non aveva rubato.

Quel teorema per cui togliere le tutele contro i licenziamenti rilancerebbe l’economia e l’occupazione è del tutto indimostrato; non c’è un solo studio o un’analisi economica idonea a provare un simile assunto. Chiunque si sia occupato di politica o di sindacato sa che tutte le volte che un lavoratore ha vinto un processo su di un licenziamento, poi, ha sempre scelto di farsi pagare l’indennità prevista dalla legge, piuttosto che rientrare dove non è più desiderato.

E allora forse quello dell’art.18 è un falso problema, ma perché quindi i padroni e il Governo Monti hanno tanta voglia di togliere diritti ai lavoratori? Perché l’art.18, prima ancora che dopo un licenziamento ingiusto, serve durante il rapporto di lavoro, a difendere i dipendenti sindacalizzati dalle discriminazioni, dalle minacce dei datori che pretendono lo svolgimento di mansioni senza i dovuti accorgimenti sulla sicurezza.

Proviamo ad immaginare un operaio non più tutelato dall’art.18 contro il licenziamento ingiusto, avrebbe costui la capacità di opporsi all’ordine di svolgere un lavoro pericoloso o contrario alle norme sulla sicurezza? Crediamo di no, perché il datore gli direbbe subito di accomodarsi fuori della porta. La difesa dei diritti dei lavoratori è sempre stata uno dei punti fermi delle politiche dei partiti di sinistra e viene da chiedersi come mai formazioni politiche che si dichiarano di sinistra o di centro sinistra non abbiano votato un ordine del giorno per la difesa dell’art.18.

Evidentemente il PD è ormai un partito di centro e cosa altro potrebbe essere la compagine politica che celebra sodalizi con gente come Colaninno o Calearo. D’altronde è quello il partito che insieme a Berlusconi, Fini e Casini sta sostenendo un governo che sta facendo pagare la crisi ai ceti subordinati. Durante il consiglio il capogruppo del PD ha spiegato il voto negativo con argomentazioni confuse o laconiche, enormemente distanti dai contenuti della solidarietà e della dignità del lavoro, finendo per dire, in sostanza, che non bisogna disturbare il manovratore (Monti) per il bene del Paese (quale?).

In pratica le stesse cose che diceva Berlusconi quando lamentava che tutti ce l’avevano con lui».

Direttivo Circolo V.Corallini Piombino

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Scritto da il 3.6.2012. Registrato sotto politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

5 Commenti per “PIOMBINO E L’ORDINE DEL GIORNO SULL’ARTICOLO 18”

  1. Ilio Benifei

    Rispetto a questo comunicato faccio rilevare che SEL ritiena la Controriforma della Fornero un arretramento grave rispetto allo statuto dei lavoratori, vedi art. 18, sia sulle tutele in caso di crisi aziendali, sia perchè non cambia sostanzialmente il sistema di precarietà nel lavoro per tanti giovani e donne. Sul voto del cons. Trotta faccio rilevare che essendo uscito da SEL e approdato nel gruppo misto non rappresenta più SEL nel c. Comunale.

  2. ASTUTO CACCIATORE

    ” La difesa dei diritti dei lavoratori è sempre stata uno dei punti fermi delle politiche dei partiti di sinistra”.
    C’è ancora qualche illuso che, nostalgicamente, ritiene il PD (il “Partito” di una volta) appartenere ai difensori dei lavoratori ?

  3. marco mosci

    non dico niente a parte che il documento l’avevo firmato io e che tutto pensavo meno che il pd arrivasse a votare contro. anzi credevo che fosse un modo per loro di tornare un pò a sinistra…centro-sinistra…almeno al centro

  4. Andrea Serni

    In un colpo solo hanno fatto fuori i lavoratori ricattati sul posto di lavoro ed il sindacato che con i lavoratori sotto scacco perdera’ ogni potere alla contrattazione ,in questa operazione la delusione e’ doppia ,viene sia dalle forze di sinistra che l’hanno votato e’ dal sindacato e che si fa mettere all’angolo ;con i suoi leader piu attenti alla linea politica del partito in cui hanno intenzione di garantirsi un futuro post-sindacale che agli interessi dei lavoratori.

  5. Claudio Capuano

    Solo per precisare, al di là del merito della questione, il sottoscritto, quale capogruppo del Pd, era assente alla seduta pomeridiana del consiglio comunale. E’ un errore dunque quanto riportato nel documento di Rc laddove si dice “Durante il consiglio il capogruppo del PD ha spiegato il voto negativo con argomentazioni confuse o laconiche, enormemente distanti dai contenuti della solidarietà e della dignità del lavoro, finendo per dire, in sostanza, che non bisogna disturbare il manovratore (Monti) per il bene del Paese (quale?)”.
    Grazie per l’attenzione.

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