CAMPIGLIA: CAVE E MINIERE, IL PUNTO IN CONSIGLIO COMUNALE

Le cave del campigliese

Lunedì 30 gennaio sarà presentato al Consiglio Comunale di Campiglia il rapporto delle attività amministrative e di controllo sulle attività estrattive del territorio comunale, cave di Monte Calvi e Monte Valerio e Miniere “Montorsi” e “Botro ai Marmi”, affidata ai componenti del Collegio delle Attività Estrattive, che dal 2001 supporta il comune nello svolgimento delle attività di vigilanza e controllo.

Tra i compiti del Comune rientrano la verifica dell’andamento della coltivazione di cava e del ripristino ambientale, il rispetto dei limiti imposti dagli strumenti urbanistici, il rispetto delle prescrizioni del vincolo idrogeologico e di quello paesaggistico. Campiglia è uno dei pochi Comuni che controlla in maniera puntuale e continua attraverso il collegio dei tecnici l’attività estrattiva.

Cava di Monte Calvi
Nel 2010 e 2011 l’attività estrattiva e di ripristino ha interessato la fase uno e due del progetto, autorizzato nel 2002  con scadenza prevista il 31 dicembre 2018 e con una volumetria complessiva da estrarre è di 8.507.000 mc.
Al 31 dicembre 2010 era da completare la coltivazione della zona sud-est sopra i 460 mt per il rispetto dei tempi di progetto, previsti per l’anno 2011, con una volumetria complessivamente estratta di 4.080.000 mc.
Nonostante il progetto rispettasse ancora i tempi per la conclusione delle fasi, dall’anno 2008 il Collegio ha rilevato la possibilità che i tempi non potessero essere rispettati, anche a causa di una sottostima del piano di coltivazione rispetto ai materiali di scarto. Per questo è stata presentata nel 2009 una variante al piano di coltivazione attraverso l’attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di competenza provinciale, terminata nel novembre 2010, una variante “gestionale” delle modalità di coltivazione e ripristino fondata su quattro presupposti invariabili fissati dall’Amministrazione: la diminuzione o pareggio delle superfici di estrazione, dei volumi estratti, dei tempi di coltivazione e ripristino e infine ripristino dei profili finali di escavazione del progetto originario.
Nel progetto di variante sono aggiornati i rilievi geologici che hanno evidenziato differenti quantità dei materiali di scarto e si prevede anche un più efficace ripristino ambientale tramite idrosemina, non prevista originariamente.
Nel razionalizzare il processo di produzione, vari sono i benefici: la razionalizzazione delle aree di stoccaggio dei nuovi quantitativi dei materiali di scarto; un più efficace ripristino ambientale con maggiori garanzie di manutenzione della vegetazione durante l’accrescimento; più veloci tempi di ripristino e quindi, riduzione dei tempi delle varie fasi.

Cava di Monte Valerio
La verifica dello stato di attuazione del progetto autorizzato evidenzia che non è ancora conclusa la prima fase, rimanendo da ultimare il completo l’abbattimento di alcuni rilievi inoltre la coltivazione del materiale procede tra le quote 220 m s.l.m. e 200 m s.l.m. appartenenti alla fase due del progetto. In questo caso l’autorizzazione alla coltivazione è stata rilasciata il 10 marzo 2000 con durata ventennale con un totale di volume da estrarre pari a 8.380.000 mc e nel periodo 2000/2011 risultano complessivamente estratti 2.965.000 mc circa.
Miniere

In materia di concessioni minerarie, seppure la competenza autorizzativa e di vigilanza sia affidata alla Regione Toscana, l’amministrazione comunale esercita il controllo sul rispetto delle prescrizioni del vincolo idrogeologico.

Al 2011 nella Miniera  “Botro ai Marmi” Minerali Industriali S.p.a. l’attività estrattiva si è concentrata nel settore zona orientale, con la coltivazione del gradone tra le quote 107 m s.l.m. e 100 m s.l.m.. Nella superficie interessata dalle attività di ripristino ambientale la vegetazione sta progressivamente evolvendo con lo sviluppo delle specie arbustive e l’accrescimento delle specie arboree. Nella Miniera “Montorsi” Sales S.p.a, invece la coltivazione della roccia aplitica sta avanzando tra le quote 170 e 190 m s.l.m. e non risultano ancora completati i lavori di rimodellamento. Le attività di ripristino sono state completamente eseguite sopra i 230 m sl.m. mentre le scarpate tra le quote 220 e 230, già rimodellate, sono state riprese da vegetazione spontanea, ma non sono stati completati gli interventi di ripristino della vegetazione.

In entrambe le miniere non sono state rilevate particolari forme di dissesto idrogeologici, entrambe le concessione sono in scadenza nel corso del 2012.

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Scritto da il 29.1.2012. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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