VAL DI CORNIA: «VIA COL VENTO, QUALI VANTAGGI PER IL TERRITORIO?»

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Giuliano Parodi della lista civica “Uniti per Suvereto” sul futuro eolico della Val di Cornia. Nella foto una ricostruzione di come cambierà il paesaggio delle nostre colline dopo l’istallazione delle nuove pale eoliche.

«Il territorio della Val di Cornia – inizia Parodi –  aggredito in questi anni dal fotovoltaico a macchia di leopardo, ha trasformato gran parte dei nostri terreni agricoli in campi di specchi, e’ ora terra di conquista da parte delle aziende che installano pale eoliche.

Il grande progetto in discussione in questi giorni delle 17 pale da oltre cento metri di altezza distribuite tra Piombino e Campiglia, sta gia’ scaldato gli animi, ma per condurre un dibattito serio e ponderato e’ bene mettere sul tavolo alcune considerazioni.

Per incentivare il ricorso a fonti rinnovabili, tanto ai nuovi operatori, quanto all’ex monopolista ENEL, parte della energia immessa in rete deve provenire da impianti che utilizzano fonti energetiche rinnovabili.

Tale obbligo, però, può essere soddisfatto non solo producendo in proprio, ovvero acquistando energia dai proprietari di impianti, ma anche acquistando i “Certificati Verdi” dai proprietari stessi (che abbiano immesso, anche vendendola separatamente, energia nella rete nazionale).

La necessità di “assistere” l’immissione in rete di energia tradizionale con la produzione di energia da rinnovabile, ha scatenato una vera e propria corsa alla realizzazione di impianti da rinnovabile. Con una inversione tra mezzo e fine, l’obiettivo non sembra tanto quello di incrementare, per quote significative, il ricorso a fonti rinnovabili, quanto piuttosto quello di consentire la partecipazione di operatori di mercato del tutto peculiari alla borsa per la contrattazione dei “certificati verdi”.

Con l’obiettivo di valutare se questo impianto costituisca davvero un motore per lo sviluppo del territorio, oppure solo una speculazione che lascia le briciole alla comunità e’ bene fare qualche calcolo per stimare la producibilità e soprattutto l’introito monetario per questa azienda.
Per calcolare i ricavi si utilizzerà il prezzo medio ponderato di acquisto del Certificato Verde nell’anno 2011 pari a 82,02  €/MWh e per quel che riguarda la vendita dell’energia, dal sito del GME è possibile ricavare il prezzo unico di acquisto medio dell’anno 2010 pari a 64,12 €/MWh.

A pagina 55 della relazione tecnica presentata dalla Societa’ WKNE-Piombino, stimano una produzione di 71.485MWh, ossia stando ai prezzi sopra citati un guadagno annuo che si aggirera’ sui 10 milioni di euro. Generalmente i comuni accettano di ricevere in cambio non piú del 2% del fatturato e sarebbe interessante capire i comuni di Piombino e Campiglia M.ma a fronte della devastazione del paesaggio per i prossimi 20 anni cosa chiederanno in cambio per compensare i disagi che arrecheranno alle comunita’ locali.

La partita delle rinnovabili in Italia, e’ drogata dagli eccessivi incentivi e dal mercato dei Certificati Verdi che hanno trasformato un incredibile occasione di emancipazione dal petrolio nel business per pochi. Le nostre bollette aumentano, i soldi dei cittadini servono per pagare incentivi che nella maggior parte dei casi finiscono nelle tasche delle finanziarie estere, non dimentichiamoci che Rete Rinnovabile la societa’ di TERNA che si occupava di fotovoltaico e’ stata venduta ad un fondo speculativo Inglese. (Terra Firma private equity)
I cittadini hanno bisogno di risposte precise dalle Amministrazioni, siamo stanchi di vedere svendere il territorio per un pugno di certificati, non certo per contribuire ad emancipare l’Italia dalle fonti fossili».

Giuliano Parodi
Capogruppo UpS

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Scritto da il 20.1.2012. Registrato sotto Economia, Foto, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

6 Commenti per “VAL DI CORNIA: «VIA COL VENTO, QUALI VANTAGGI PER IL TERRITORIO?»”

  1. AMBIENTALISTA PERVERSO

    A volte rimango basito di fronte all’ ennesima critica distruttrice.
    Abbiamo un territorio devastato da anni di industria pesante (a cui non vogliamo o possiamo rinunciare)
    Abbiamo una centrale enel che ha sputato per anni fumi e quant’altro.
    Quando si presenta l occasione di cambiare e di svoltare dal punto di vista ambientale ( vedi pannelli solari e/o eolico) si critica dove si installano, perchè si installano, come si installano ecc..
    I disagi i cittadini li hanno per ns sfortuna da anni e non saranno certo 17 pale e un non so quanti ettari di pannelli solari a deturpare un paesaggio fin troppo devastato.
    Come opposizione vi limitate demagogicamente a criticare e dire no no no no a tutto.
    Vi considerate gli unici paladini degli operai,avete difeso le fabbriche( loro si dannose per l ‘ambiente) in crisi per anni , criticando ogni iniziativa che potesse portare piano piano a uno sviluppo diverso del territorio.
    La rovina della Val di Cornia non è chi ci governa ma un’opposizione inconcludente

  2. marconi

    strano modo di ragionare: le colpa di come sono le cose sarebbe delle opposizioni e non delle maggioranze. Se non fosse ridicolo, sarebbe una visione semplicemente dittatoriale, volta ad eliminare il dissenso. Film già visto altrove o in altri tempi. Parli del merito se lo conosce e dica che l’eolico non è la soluzione della questione energetica, sennò si imbroglia la gente e basta.
    Un tecnico

  3. ASTUTO CACCIATORE

    “La rovina della Val di Cornia non è chi ci governa ma un’opposizione inconcludente”. Ma quale opposizione ? In Val di Cornia è da sempre esistito il Partito Unico, padrone assoluto, con il volto bonario di protettore del popolo, ma comunque padrone.
    “non saranno certo 17 pale e un non so quanti ettari di pannelli solari a deturpare un paesaggio fin troppo devastato”. Prima cosa il paesaggio è devastato solo in alcune zone, secondo perchè dovrebbe meritarsi, oltre alle ciminiere, che comunque rimarranno, anche 17 orribili ecomostri, a troneggiare lungo l’orizzonte ???

  4. AMBIENTALISTA PERVESO

    Le colpe a cui mi riferisco, sono quelle che non hanno permesso negli anni di modificare dal punto di vista ambientale il nostro territorio, perchè per interessi di parte e territoriali alcuni partiti di opposizione ,hanno creato pseudo comitati e/o liste civiche che con una mano appoggiavano iniziative volte ad avere un ambiente più pulito e sicuro e con altra approvavano lo sperpero di denaro pubblico a favore di industrie ormai alla deriva non consentendo la progressiva uscita dall’industria pesante (vero colpevole dei disastri ambientali nella ns zona).
    Chi ha mai detto che l’eolico è la soluzione della questione energetica, io ho solo scritto che le rinnovabili sono un piccolo ma significativo passo avanti verso un miglioramento dal punto di vista AMBIENTALE nel ns territorio.
    *Astuto è giunto il momento che la Val di Cornia tutta si faccia carico di centinaia di anni di sfruttamento ambientale e territoriale del territorio Piombinese restituendo il favore ed accogliendo se necessario anche i tuoi “eco mostri” , se questi permettono di dare un piccolo segnale di svolta dal punto di vista ambientalista.

  5. Fabio Falorni

    Vorrei vedere le fonti alternative da un punto di vista diverso, non fatto di numeri, contatori e ecomostri sia rotanti che rispecchianti.
    Posizionare pannelli e tubi di 100 mt d’altezza, non sono una bella vista per il territori, come le ciminiere e le colline tappezzate da cave ecc.
    La mia proposta si limiterebbe solo ad uno scopo ragionato in questo senso: montaggio di pannelli su tetti delle case, capannoni, piccoli congegni eolici anche questi sui tetti o in prossimità di farm. Non vorrei che i classici e vecchi contadini di un tempo si trasformassero in impiegati energetici speculativi sul territorio. Quindi energia quanto basta al fabbisogno personale per staccarsi dalla rete o quasi. Poi potremo vedere come potrebbe essere impostata la cosa. Tutto questo a prescindere dalla politica sia nazionale che territoriale, ma vista da un punto di vista un po’ più ambientale e non di interessi economici.

  6. ASTUTO CACCIATORE

    Signori, sono d’accordo con voi, occorre “un punto di vista un po’ più ambientale e non di interessi economici.” e “un piccolo segnale di svolta dal punto di vista ambientalista.” OK non chiamiamo quelle orribili pale degli “ecomostri”, ma cerchiamo di installare qualcosa di meno deturpante per l’estetica del nostro paesaggio.

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