LETTERE AL CORRIERE ETRUSCO DEL 19 SETTEMBRE 2011

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CECINA: HO MESSO ALLA FINESTRA UNA BANDIERA PRO OSPEDALE

Una nostra lettrice ci ha inviato una lettera sul depotenziamento dell’ospedale di Cecina, che, in buona compagnia con le notizie di depotenziamento di quello di Piombino e Portoferraio, nell’idea di un futuro accentramento su quello di Livorno,  ha esposto la bandiera pro-ospedale alla propria finestra. Leggiamo insieme quali sono le motivazioni di questa scelta.

«Ho esposto la bandiera pro-ospedale di Cecina, ( pur essendo consapevole del rischio di strumentalizzazione di partiti ),  perché :

Gli amministratori della Toscana ,  mi devono ancora spiegare in maniera esauriente, come può un’USL  nascondere un deficit di 300 milioni di euro, e  scoprirlo dopo dieci anni.

–         Da Livorno , mi devono convincere che è una cosa positiva  fare un ospedale nuovo ( e spendere 400 milioni di euro nostri ), e al posto di quello vecchio permettere una eventuale speculazione finanziaria ed immobiliare. A favore di chi?

–         Non sono d’accordo, che per fare il nuovo ospedale di Livorno, quello di Cecina debba essere dimezzato e deprofessionalizzato, ed  i cittadini debbano correre dei rischi  in più  per la loro salute   per favorire  gli interessi economici di qualcuno.

–         Sabato 10 settembre scorso, ho fatto una densitometria a Livorno, spendendo 63 euro più il viaggio (senza calcolare il futuro pedaggio autostradale ndr.), dopo una aspettativa di trenta giorni, se avessi scelto di farla privatamente a Cecina, avrei speso 100 euro ( praticamente uguale ), e l’avrei fatta subito, ed infatti molte persone fanno così.

–         L’USL di Livorno, se fosse veramente efficiente ed efficace, invece di fare dieci densitometrie di Sabato, utilizzando la macchina  sui due turni, ne potrebbe fare 40, diminuendo le liste di attesa , ed incassando parecchi euro in più , ma sono portata a pensare che a qualcuno non interessa poi molto che la sanità pubblica funzioni bene, perché magari ha interessi occulti in quella privata.

–         La sanità e la salute sono beni troppo importanti per lasciarli gestire a politici ed amministratori, che ubbidiscono agli ordini che gli vengono dall’alto, senza nemmeno far finta di bubbolare.

B.  L.  – Cecina

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TIRRENICA: IL “FURTO LEGALIZZATO”, IL PEDAGGIO E L’ALIBI DELLE AGEVOLAZIONI

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera del Coordinamento dei Comitati e Associazioni Ambientaliste della provincia di Grosseto, che esprime forte preoccupazione sui costi, in termini di nuovi balzelli e vite umane, che comporterà la realizzazione della “nuova” autostrada, realizzata come adeguamento della variante Aurelia.

«Molti amministratori dei comuni interessati al progetto Tirrenica tacciono, falsamente disinteressati, sul “furto” che si sta compiendo oggi, a danno dei loro cittadini ed elettori, con l’esproprio della Variante Aurelia (e domani della FI-PI-LI) da parte di una società privata che, con poca spesa e pochissimi ritocchi, la trasformerà in un’autostrada di serie B, pretendendo come contropartita uno dei pedaggi più alti ed esosi d’Europa: 18 cent al Km, una gabella feudale da far impallidire Ghino di Tacco! Per i 106 km di Variante, oggi gratuita, i cittadini che vorranno, o dovranno, percorrerla pagheranno cioè circa 19€ (e 19 al ritorno)…

Una cifra che di questi tempi di crisi è un’enormità inaccettabile, un balzello appunto, esoso, imposto con un vero e proprio “furto legalizzato” ai danni della collettività e di un bene comune, come dovrebbe essere considerata la mobilità sicura e gratuita che ci è stata, sino ad oggi, assicurata dalla Variante Aurelia.

A fronte di questo “furto” e, forse, rendendosi conto dell’enormità e della gravità di ciò che stanno avvallando col loro silenzio-assenso molti amministratori (per lo più PD) hanno cercato di mitigare il tutto promettendo delle agevolazioni e riduzioni del pedaggio per i residenti. E’ questo un tentare un rattoppo, ancor peggiore dello strappo, un’arma di distrazione dal vero problema: “il furto”. Una trappola in cui però in molti sono caduti avvallandola frettolosamente, senza pensare alle implicazioni etiche che essa comporta.

La riduzione (o agevolazione o sconto) è, a mio parere, inaccettabile, proprio e soprattutto da un punto di vista etico… e non parlo dell’etica dei nostri amministratori, sulla cui esistenza e qualità ognuno è libero di pensare come vuole, io parlo della Nostra etica, quella di Noi comuni cittadini.         

“Perchè se quello della Variante è un “furto”, e per me lo è e sfido chiunque a dimostrare il contrario, allora il pedaggio che noi pagheremo potrebbe essere polemicamente paragonato ad una “refurtiva” che verrebbe consegnata a SAT, sotto lo sguardo consenziente dei nostri amministratori che potrebbero impedirlo, ma non lo facendolo si palesano per quel che sono: complici del “furto”.

Ecco allora che in questi soggetti scatta l’idea geniale, crearsi un alibi, un’attenuante da spendere nel futuro a giustificazione: lo sconto per i residenti! Cioè: vi derubiamo sì, ma a voi residenti un po’ di meno. Come se il furto diventasse “meno furto”, più accettabile, giustificabile, con una parziale restituzione della refurtiva a un certo numero di persone.

Bisogna aver chiaro che accettarla, da parte di noi cittadini, significherebbe avvallare la ruberia e diventare, a nostra volta, complici.

Dobbiamo avere il coraggio di dire NO a questa chiamata a correità, e non diventare corresponsabili di questa rapina… nessuno ha chiesto l’autostrada se non le segreterie dei partiti, nessuno ha chiesto che ci venisse tolta la Variante se non faccendieri interessati ai nostri soldi.
La Variante Aurelia è NOSTRA, sufficiente al traffico, sicura, gratuita, già pagata, rispondente alle richieste della UE sulla continuità di carreggiata.
Chi cercherà di rubarcela dovrà poi risponderne nelle sedi penali e civili (a cui ci stiamo attrezzando) e, soprattutto, al momento del voto.

Non possiamo permettere, infatti, che politici “complici” del danno possano continuare ad amministrarci. In caso contrario non indigniamoci quando qualcuno dirà che siamo dei “coglioni”…. Avrà ragione». 

Coordinamento dei Comitati e Associazioni Ambientaliste della provincia di Grosseto

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MA QUALE SARA’ LA COLLOCAZIONE DEL COMUNE UNICO DELLA VAL DI CORNIA?

Riceviamo e pubblichiamo da Enrico Nannini del “Comitato 2000 firme”.

«Nelle dichiarazioni apparse sulla stampa qualche tempo fa pronunciate dal Sindaco di Piombino e dal Consigliere Regionale proveniente dalla Val di Cornia ci sono spunti importanti che vorrei riprendere anch’io. Essi pongono questioni storiche per il nostro territorio (non solo per Piombino) . La sovracomunalità ,il Comune Unico ,il rapporto con Livorno e con Grosseto sono nodi che ciclicamente tornano al pettine. Una soluzione miracolosa non c’è ma ,forse, c’è possibilità di migliorare.

Provo ad affrontare qualche tema posto da loro.

Il Comune unico: in una fase in cui mi sembra ci sia sempre più difficoltà di rapporto tra istituzioni politiche e semplici cittadini allontanarne i referenti non mi sembra una buona idea. Diverso è, invece, il discorso di ottimizzare le risorse tecniche e del personale in un ottica sovracomunale. Mi sembrerebbe una visione un po’ più elastica ed un po’ più aderente alle varie realtà locali. Inoltre non mi sembra ottimale e proporzionato mettere un Comune di discreta presenza abitativa come Piombino con altri comuni che ne hanno qualche centinaia. Semmai può essere interessante, se i diretti interessati lo vogliono, che questi piccoli comuni si unifichino tra loro. Ma andando ancora più in alto direi che si rischia di fare il gioco del taglio generalizzato agli enti locali che sembra venire avanti dal Governo  .Si riduce ciò che è giusto ,ciò che non funziona, caso per caso magari, sennò si crea ulteriore caos. C’è poi un altro luogo comune, secondo me, da sfatare : smettiamola di dire che i soldi non ci sono , bisogna spenderli meglio e bisogna prenderli là dove sono . Regione Toscana docet per come ha affrontato in maniera progressiva la quota di pagamento per i ticket .

La Provincia :  come ente ha una sua importanza storica ma  negli ultimi decenni ,semplificando, si sono ampliati altri 2 livelli importanti ,la Regione e la Comunità Europea. A livello normativo e di gestione esse hanno preso considerevole importanza e togliere uno scalino gerarchico ha una logica . Pertanto le Province così come sono ora ( e forse anche le macro province ) dovrebbero sparire. Mi viene un esempio ,forse non largamente condiviso , ma abbastanza simile al quadro che potrebbe crearsi : una regione con dentro tanti comprensori (in prospettiva Comuni Unici ?) così come erano le USL prima che esse diventassero solo a dimensione provinciale come lo sono attualmente.

Il percorso: qualunque decisione presa se essa verrà effettuata per “decreto governativo o regionale ” e non con un assenso popolare sicuramente creerà ancora più sfilacciamento nel nostro tessuto civile. Bene o male abbiamo una storia di Comuni secolari ,anche piccoli, che spesso in maniera dignitosa si sono conquistati una loro autonomia e la storia è meglio non ignorarla mai.

Grosseto o Livorno (oppure Macro provincia Siena contro Macro provincia Pisa) . Io sono molto più affezionato a Livorno ma ,secondo me, il nostro territorio ha più interessi da rivolgere verso Sud. Ha un polo industriale e un porto che sono più o meno in concorrenza con Livorno mentre alla Maremma questi mancano. Sarà semplicistico ma a me pare così. Mettiamoci anche la vicinanza geografica e la maggiore facilità di comunicazione viaria . Diverso forse il discorso dell’agricoltura che Grosseto ha già di per sé in abbondanza ma noi ormai da tempo stiamo puntando sulla qualità mentre là possono permettersi di giocare sulla quantità.

Gli studi: le mie (le nostre) possono essere solo sensazioni o soluzioni preconcette. Può essere utile fare degli studi sul movimento attuale ,scevro dai contatti istituzionali attuali che per forza vanno a favore di Livorno, e sull’eventuale sviluppo che può avvenire in caso di cambio istituzionale. Fermo restando che la decisione ultima andrà poi presa dalla percezione che il popolo ha di questo quesito.

La viabilità:  qui ci sono un bel po’ di note dolenti ed alcune mie sensazioni sono probabilmente in contrasto con il volere dei dirigenti attuali. Non ho mai creduto che ci regalassero l’autostrada e non credo che il tratto Rosignano – Grosseto fosse una priorità per la nostra zona NE TANTOMENO PER IL SISTEMA ITALIA  . In una Nazione che ha la nostra conformazione avere una pessima strada che collega il TIRRENO all’ADRIATICO è un assurdo come E’ UN ASSURDO NON COMPLETARE LA PRINCIPALE AUTOSTRADA DEL SUD . Poi ,a caduta, venendo al locale, vedevo nella Grosseto – Fano un aspetto strategico per il nostro comprensorio e vedevo   ,ovviamente, importantissimo rendere decente il collegamento stradale Grosseto – Roma. Nella crisi nera in cui siamo bisogna mirare bene e se il governo nazionale mira male prima o poi le ricadute arrivano anche a noi. Sulla 398 per il Porto la Provincia storicamente non ha dato un grande contributo .Il Governo (i governi) non è riuscito a vedere che il nostro è uno dei punti nevralgici della nazione per traffico turistico e industriale che non abbisogna di veder concludere il collegamento solo se si fa l’autostrada. Sono 2 cose che in un paese normale possono andare avanti anche distintamente . Per andare da Venturina a Montegemoli ,se non mi sbaglio, non si è dovuto ricorrere ad un ‘altra grande opera pubblica .

Il Porto: personalmente abito in un posto che mi fa vedere con preoccupazione ad un ampliamento del porto (ed eventualmente della fabbrica) ma la geografia ,la storia e l’economia ci ha dato questo. Spero e lotto perché lo sviluppo sia il più ambientalmente sostenibile ed il più diversificato possibile come è giusto che sia se si ricerca un vero progresso. Il porto è un punto strategico che Livorno difficilmente può avere interesse a far sviluppare .

Ospedale: non so se riusciremo a vedere un ospedale unico tra Val di Cornia e Colline Metallifere (vista anche la ritrosia di Massa stessa) , tanto meno lo vedremo con l’Elba però se ci fosse una gestione unica (o semplicemente oculata) potremmo fare in modo che ogni presidio si specializzi in alcuni rami oltre che fornire i servizi essenziali. Prima puntare sulla casistica dei pazienti dopodiché cercare giovani validi che hanno intenzione di iniziare una carriera (un po’ come i giovani calciatori nelle squadre) collegandosi alle Università che devono prendere sotto tutela i vari nosocomi. Nelle controindicazioni dell’ipotesi Grosseto è che ,teoricamente, dovremmo orbitare di più verso Siena. Ma l’essenziale è mantenere una rete valida nei nostri territori periferici.

L’Elba: ho l’impressione che tutta l’operazione senza il consenso dell’Elba renderebbe il risultato monco. Su una metropoli turistica quale è l’Isola la parola “flessibilità” sta a pennello e ne va provata la sua praticità dopo averla resa antipatica nel mondo del lavoro dove ha creato tanto precariato. L’Elba è un gioiello e lo deve diventare anche per la sanità . Non so se sia strategicamente utile, inoltre, posizionare il primo Ospedale sul continente prossimo all’Isola in un punto ancora più difficoltoso nei collegamenti.

Riotorto ? Se bisogna superare il localismo ho l’impressione che l’Ospedale unico con Massa vada messo sì in un punto più vicino ai comuni delle Colline Metallifere ma anche in un posto dove il cliente ha una presenza consistente ,altrimenti esso può essere attratto anche da altri nosocomi . Un supermercato di solito si mette in prossimità di una città ,non di una frazione.  Quindi la soluzione potrebbe essere ad esempio Venturina.

La seconda strada per Piombino.  Senza la risoluzione di questo decennale problema l’Ospedale di Villa Marina non deve chiudere e quindi tutto il percorso deve stare in “stand by” .Passo passo il nostro obiettivo deve essere il migliorare ,nemmeno un passo indietro va fatto ,specie se così importante.

Troppo terziario ? Ora giro largo :ho l’impressione che siamo in una fase in cui l’apparato produttivo sia diventato infinitamente meno importante rispetto al mondo del terziario e forse tutti questi valzer di assetti istituzionali fanno perdere di vista gli interessi quotidiani dei cittadini e le loro cose».

Enrico NANNINI (Comitato 2000 firme)

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Scritto da il 19.9.2011. Registrato sotto Foto, Lettere, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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