VAL DI CORNIA: PANNELLI SOLARI COME FUNGHI IN CAMPAGNA?

Pannelli sul tetto di un capannone

Riportiamo una lettera che pone una seria riflessione sull’importanza della tutela del paesaggio nella nostra Toscana, e di come gli utilissimi pannelli fotovoltaici, che la gente si ostina a “seminare” ovunque, eccetto nei posti dove dovrebbero stare, e cioè sui tetti di case e capannoni di cui sono strapiene le aree artigianali,  stanno trasformando l’immagine di questo territorio famoso per la sua tipicità in tutto il mondo.

«Salve, siamo i proprietari di una casa con annesso terreno nella campagna toscana, per la precisione nel comune di Suvereto, localita’ Calzalunga. Qui trascorriamo le nostre vacanze con i bimbi e tutti i momenti in cui possiamo “staccare” dallo stress della citta’ in cui viviamo. Recentemente abbiamo scoperto, tra il dolore e lo sconcerto, che nel terreno proprio di fronte alla nostra abitazione sta sorgendo un parco fotovoltaico. Fatti i dovuti accertamenti, richieste le necessarie spiegazioni, ci siamo documentati su tutte le leggi a tutela del paesaggio, leggi in questo caso abilmente aggirate presentando tre diverse DIA in modo da poter realizzare un ampio impianto con il preciso intento di eludere il regolamento urbanistico ed intascare i contributi statali.

Il risultato? Oltre ad insistere sull’impatto visivo che rende il terreno circostante, fino a qualche mese fa una distesa di ulivi, una sequenza inguardabile di pannelli che arrivano a ridosso della strada, vogliamo mettere in risalto una realta’ della quale ci siamo resi conto tornando qui per le vacanze: il riflesso del sole per buona parte del pomeriggio rende praticamente inutilizzabile l’area antistante la nostra casa, spazio per noi importantissimo poiché’ ci ha sempre permesso di trascorrere ore serene con i nostri bambini.
Ora ci chiediamo, a rischio di sembrare retorici, a chi possiamo rivolgere le nostre rimostranze: quali autorità’ hanno la possibilità’ di intervenire a difesa di cittadini che da anni valorizzano con la frequenza assidua e l’affetto sincero una terra che oggi risulta quasi ostile?
E’ possibile che nessuno sia consapevole del rischio che corre il nostro territorio? Se questa volta si chiudono gli occhi, quanti presenteranno le medesime richieste senza incontrare ostacoli?

Pannelli sul tetto di un capannone

Perché’ tutti, Comune di Suvereto, Ufficio Tecnico, Sindaco in prima persona, scelgono la via piu’ facile, lavandosi le mani e trincerandosi dietro un laconico “la legge lo permette”? Sappiamo per certo che la legge NON lo permette ma e’ piu’ comodo non discutere, trovare il modo per aggirare le noie, evitare il problema piuttosto che uscire dalla tranquillità’ degli uffici comunali per effettuare un sopralluogo che non e’ mai avvenuto. Pensiamo di meritare almeno questo: una verifica da parte delle autorità’ che chiarisca i termini di tale cambiamento che saremmo anche disposti ad accettare qualora risultasse davvero legale.

Qualcuno si e’ premurato di verificare le distanze di rispetto previste dal codice della strada? E le distanze di rispetto dalle abitazioni vicine? Ed il pericolo per la sicurezza degli automobilisti a causa del riflesso della luce sulla strada? I problemi che potrebbero verificarsi in caso di alluvione? Gia’ dimenticata l’esondazione del Miglia del 2003?
Cio’ che e’ maggiormente deludente e’ il fatto che per garantirsi miseri incentivi economici, che hanno l’unico risultato di rendere meno intraprendenti gli agricoltori, si sacrifichi un patrimonio territoriale unico al mondo. A proposito, che fine hanno fatto gli ulivi, specie protetta in Toscana, presenti in quel terreno fino a qualche mese fa?
Naturalmente siamo consapevoli che l’utilizzo del fotovoltaico sia una risorsa importante per il futuro, ma abbiamo sempre creduto che l’amministrazione comunale avesse a cuore anche il rispetto e la tutela del paesaggio: siamo assolutamente certi che esistano soluzioni alternative per avere energia pulita senza sacrificare la bellezza della terra che il sindaco ha piu’ volte dichiarato di voler preservare.

Cio’ che serve e’ la buona volontà’ da parte di tutti.

Stefano e Cristina Volpi
Per contatti: geom.volpistefano@larotondacw.it

 

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Riportiamo anche un altra lettera…

«Febbre fotovoltaica» Ci scrive un agricoltore della Val di Cornia

«In questo periodo nella Val di Cornia sono aperti diversi cantieri fotovoltaici, grandi impianti che occuperanno per decenni il suolo agricolo e modificheranno irrimediabilmente il paesaggio.

Tutti hanno un solo denominatore, la fretta.

Stuoli di ingegneri ultra qualificati si sprecano nello stilare “cronoprogrammi ” settimanali cercando di indovinare quando e come finiranno i lavori.

Belli gonfi del loro “teorico sapere”, passano le giornate a dire alle ditte costruttrici “sbrigatevi”, “non è possibile”, “non abbiamo tempo”, “siamo in ritardo dovete farcela”, “non me ne frega se piove”…

Non ne ho ancora trovato uno che riesca a concepire che quando piove la terra è bagnata… e in campagna o non si lavora oppure si rende molto di meno…

Vorrei documentare con foto tanto per fare 2 risate un po’ di scene degne di candid camera, bilici spariti nei fossi, battipali affondati nel fango fino a sparire, “funzionari” di queste imprese, tutti business e cellulare, in cravatta e scarpine pulite, caduti in una pozza e sporchi fino alle orecchie….ci sarebbe da ridere tre giorni.

E’ come se la nostra terra di Maremma volesse mettere qualche punto fermo alla proverbiale efficienza brianzola… un po’ come si autodifendesse, come se cercasse di riequilibrare il sistema….

Bei tempi quando su questa terra si seminava il grano».

Un agricoltore
(lettera tratta dal sito “Comitato per Campiglia”)

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Scritto da il 4.7.2011. Registrato sotto ambiente/territorio, Foto, Lettere, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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