VAL DI CORNIA: PRIMA DEL COMUNE UNICO, UN UNIONE CHE FUNZIONI
Se dovessimo dare un nome a questo periodo storico lo chiameremmo “quello degli annunci”. E così, dopo la prematura morte del Circondario, e “gli annunci” di un unione comunale che rapidamente avrebbe sopperito alla prima mancanza, nuovo “annuncio” del Comune Unico che dovrebbe sopperire all’Unione dei Comuni. Per fare un pò di chiarezza il Partito socialista ha organizzato un dibattito a Piombino, al quale hanno partecipato il segretario nazionale del PSI Riccardo Nencini, l’Ex presidente del Circondario Rossano Pazzagli e l’attuale segretario della Val di Cornia Valerio Fabiani. Leggiamo insieme come è andata.
Se sulla proposta di costituire un Comune unico della Val di Cornia il dibattito è più che mai aperto, sulla necessità di dar vita al più presto all’Unione dei Comuni tutti i partecipanti all’incontro organizzato dai socialisti in Saletta Rossa il 1° aprile si sono detti d’accordo, dai relatori agli intervenuti. Riccardo Nencini, Segretario nazionale del PSI ed Assessore regionale al Bilancio ed alle Riforme Istituzionali che segue questo tema, ha anticipato che sta lavorando ad una legge regionale per favorire la fusione tra Comuni, inserendo anche elementi di premialità, oltre quelli già previsti dallo Stato: “Già ora – ha iniziato Nencini – per legge dello Stato i Comuni sotto i 5.000 abitanti dovranno associare entro il 30 ottobre 2011 le funzioni fondamentali e tale obbligo probabilmente favorirà in breve la creazione di Comuni unici. Inoltre sempre di più pezzi di istituzioni pubbliche o private nazionali come Poste, forze dell’ordine o banche abbandonano i Comuni più piccoli e la difesa dei servizi pubblici rispetto ai continui tagli sarà più efficace con dimensioni maggiori e quindi con fusioni, anche se ad oggi quelle realizzate hanno riguardato solo piccole realtà.”
Rossano Pazzagli, docente all’Università del Molise ed in passato Sindaco di Suvereto e Presidente del Circondario, ha difeso con forza l’Unione dei Comuni contrapponendola però al Comune unico: “Le fusioni realizzate in Italia hanno riguardato Comuni piccoli e di dimensioni simili, portandoli a non più di 20, 30 chilometri quadrati di superficie con al massimo 2.000 abitanti. In Val di Cornia abbiamo Comuni di dimensioni molto diverse e daremmo origine ad un unico Comune di oltre 363 chilometri quadrati e quasi 60.000 abitanti. Così perderemmo la prossimità dei cittadini al proprio municipio ed ai servizi che questo eroga e non avremmo comunque garanzie di riduzione dei costi”.
Valerio Fabiani, Segretario del PD Val di Cornia/Elba ha invece difeso il Comune unico: “La sovracomunalità fa parte del DNA di questo territorio e l’Unione dei Comuni si dovrà fare presto e bene, ma non possiamo per questo rinunciare ad avere una visione più ambiziosa del ruolo della Val di Cornia. Il Comune unico ne diventa la naturale evoluzione con l’ambizione di rappresentare un’innovazione che riduce i costi della politica e degli apparati burocratici, che non accetta di subire passivamente i continui tagli dei governi centrali ma si attrezza, che cerca di migliorare l’efficienza dei servizi ed aumenta il peso politico del nostro territorio.” Molti gli interventi del pubblico, tra cui si segnala quello di Roberto Nardi, Presidente della Camera di Commercio che ha portato l’esempio delle Camere di Commercio dove esistono già dimensioni minime di associati sotto le quali queste non possono esistere e devono accorparsi.
Adriano Bruschi, di Legambiente ha invece evidenziato come un dibattito teso solo a dare maggior forza ad un territorio rispetto ad altri sia scorretto ed occorra invece una discussione complessiva sugli assetti istituzionali esistenti.
“Non possiamo che essere contenti di questo incontro, che è servito ad approfondire e discutere senza pregiudizi una proposta innovativa, ma indubbiamente non di facile attuazione e gestione. Al di là di come la si pensi, se la strada è l’Unione dei Comuni prima del Comune unico dovranno esservi evidenti riduzioni di costi ed aumenti di efficienza, altrimenti sarà difficile di questi tempi spiegarlo ai cittadini e noi socialisti non ci sentiremmo proprio di farlo.” ha commentato Stefano Ferrini, Segretario del PSI di Piombino.
Ai cittadini bisognerà anche spiegare, nella terra dei campanili, che non ci saranno più Piombinesi, Campigliesi, San Vincenzini, Suveretani e Sassetani, ma saremmo tutti Valdicorniesi, e le scelte di Piombino magari saranno prese a Venturina. Vedremo…
Giuseppe Trinchini