PIOMBINO: SOCIALISTI SU FIORENTINA SALIVOLI E CRISI LUCCHINI

Riportiamo integralmente due interventi del Partito Socialista di Piombino, il primo sulla “paternità” della Fiorentina-Salivoli, e il secondo sulla crisi dello stabilimento Severstal/Lucchini. Buona Lettura.

SULLA FIORENTINA-GHIACCIONI RIFONDAZIONE NON DICE IL VERO

Sulla Fiorentina-Ghiaccioni Rifondazione Comunista non dice il vero quando attacca il Sindaco Anselmi. Fummo infatti noi socialisti a chiedere la modifica del Piano Strutturale così come preparato da De Lucia ed Anselmi in pieno accordo, che altrimenti noi non avremmo votato, per eliminarne quella parte che subordinava la realizzazione della Fiorentina-Ghiaccioni alla preventiva realizzazione della 398.

Lo facemmo chiedendo una riunione di maggioranza che portò alla presentazione di un’osservazione al Piano Strutturale, firmata da tutti i partiti della coalizione e che fu poi approvata in Consiglio Comunale. Ritenevamo e continuiamo a ritenere questa strada fondamentale per snellire il traffico da e verso i quartieri di Salivoli e Ghiaccioni e l’ospedale, ma anche per offrire ai turisti che vogliono percorrerla un’immagine diversa della nostra città. Quanto alla polemica sulla eliminazione dei limiti urbani ai Ghiaccioni, questo purtroppo non significherà, dati i vincoli dei regolamenti edilizio ed urbanistico, un effettivo sviluppo di quell’area.

Dico purtroppo perché non si capisce come mai secondo una certa sinistra non si possa mai pensare di far costruire nelle zone più belle, cercando naturalmente di ridurre al minimo l’impatto ambientale, per dare invece risposta ad una domanda di un’edilizia di qualità e di pregio che Piombino non riesce ancora a soddisfare in pieno. Se vogliamo dare un futuro diverso a questa città, in un momento di grande difficoltà, bisognerà pensare di cambiare anche su questo.

Stefano Ferrini Segretario PSI – Piombino

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LUCCHINI: IN UN QUADRO DIFFICILE POSITIVA LA CONFERMA DEL GRUPPO SEVERSTAL

In un quadro di mercato  pesantemente negativo, che vede l’aumento del costo delle materie prime e la riduzione dei prezzi del rottame e dell’acciaio, con conseguenze nefaste sui conti economici delle aziende e sulla redditività degli investimenti, la conferma del gruppo Severstal in Lucchini anche in assenza di compratori, come emerso dall’incontro con Mordashov, è un elemento positivo tutt’altro che scontato. A maggior ragione se si considera il debito per 770 milioni di euro del gruppo Lucchini e la volontà di Severstal di lasciare comunque l’Europa.

Naturalmente per scommettere sul futuro di questo stabilimento occorre ben altro, le incertezze e le preoccupazioni permangono in assenza di un piano industriale e misureremo sui fatti gli investimenti sui treni di laminazione preannunciati nell’incontro, dal quale peraltro poco invece emerge purtroppo sul rifacimento dell’altoforno, indispensabile per l’area a caldo. Questo stabilimento, prima della crisi finanziaria, creava occupazione e valore aggiunto grazie alla cultura industriale dei suoi lavoratori, ad un sindacato maturo e responsabile e ad un’azienda che investiva. Pertanto, oggi ognuno deve fare la sua parte con serietà, equilibrio, misura e responsabilità.

Spetta allora in primo luogo al governo agire sulle banche per favorire la ricontrattazione del debito Lucchini e per far spuntare migliori condizioni per gli investimenti futuri, oltreché destinare risorse per le bonifiche. Una siderurgia di qualità e competitiva, che crea occupazione e valore aggiunto, ha bisogno di una nuova politica industriale, non più fatta di partecipazioni statali, ma di risorse e di sistemi di relazioni e rapporti con banche, gruppi industriali e finanziari che ne consentano il rilancio. Questo per il governo è il momento di far vedere se e quanto considera la siderurgia strategica per l’Italia.

Stefano Ferrini
Segretario PSI – Piombino

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Scritto da il 10.8.2010. Registrato sotto Foto, politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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