ELEZIONI REGIONALI: ISTRUZIONI DI VOTO IN TOSCANA

Sono 3.009.673 i toscani che il 28 e 29 marzo 2010 saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Toscana e i 55 nuovi consiglieri della Regione, dieci in meno della passata legislatura. In sei comuni si voterà anche per il rinnovo di sindaci e consigli comunali: a Pietrasanta (Lu), Villafranca in Lunigiana (Ms), Coreglia Antelminelli (Lu), Montieri (Gr), Scarperia (Fi) e Orciano Pisano (Pi).

Il numero degli elettori è quello dell’ultima revisione delle liste, quindici giorni prima del voto. Un mese fa erano 3.018.460. Cinque anni fa quattromila di più. Si vota dalle 8 alle 22 della domenica e dalle 7 alle 15 del lunedì. Nelle sezioni elettorali  – 3.969 in tutta la Toscana, 27 in più del 2005 –  presidenti e scrutatori saranno comunque al lavoro fin da sabato, per autenticare le schede e attrezzare i seggi .

A ciascuno la sua legge
Dal 1999 le leggi per le elezioni regionali sono di competenza ripartita tra Stato e Regioni. Lo Stato fissa solo i principi fondamentali, il resto è di competenza delle Regioni. Ma non tutte le Regioni si sono dotate della loro legge elettorale. La Toscana ce l’ha, fin dal 2005. E sarà sempre la Regione, per la prima volta quest’anno, ad essere responsabile dell’intero procedimento elettorale: dall’organizzazione dei seggi alla raccolta dei risultati dello scrutinio. Oneri e onori del federalismo.
Le Regioni che hanno più innovato il sistema elettorale nazionale, oltre alla Toscana, sono Marche e Puglia. Il Lazio ha introdotto piccole modifiche e lo stesso ha fatto la Campania, dove nel caso di doppia preferenza i due candidati votati dovranno essere di sesso diverso. In Lombardia, Veneto e Emilia Romagna si vota con la vecchia legge nazionale.

Una sola scheda e due voti
Si vota su una sola scheda, ovunque.  A sinistra ci sono le liste provinciali e a destra i candidati presidenti: cinque candidati presidenti, cinque coalizioni e nove partiti. Non tutti presenti in tutte le province. SI può esprimere un voto per il presidente ed uno per la lista.
Ai seggi occorre presentarsi con un documento di identità e la tessera elettorale. Se smarrita, un duplicato può essere richiesto in Comune. Gli uffici elettorali saranno aperti anche domenica e lunedì.
In Toscana la legge elettorale regionale non prevede che si possano esprimere preferenze per i candidati consiglieri. Ogni partito presenta così un listino regionale, composto al  massimo da cinque candidati, e dieci diverse liste provinciali. I consiglieri saranno eletti nell’ordine con cui compaiono sui manifesti e sulla scheda. Grazie anche alla legge elettorale i candidati donna in Toscana sono oltre il 40 per cento. &nb sp;

Il voto disgiunto
Il voto ad una lista automaticamente si trasferisce anche al candidato presidente. Se invece un elettore indica solo il candidato presidente, il voto non andrà a nessuno dei partiti o dei movimenti che lo sostengono. E’ possibile anche votare il candidato presidente di uno schieramento e un partito di una diversa coalizione (il cosiddetto “voto disgiunto”). I consiglieri eventualmente nominati assessori dovranno dimettersi e saranno sostituiti dai primi non eletti.

441 aspiranti consiglieri per 55 posti
A contendersi uno scranno in consiglio regionale saranno in 441. Tanti sono gli aspiranti consiglieri presentati dai nove partiti in competizione: 441 candidati per 55 posti (anche se due sono riservati al presidente della giunta e al candidato presidente che arriverà secondo).

Le primarie
Le preferenze dal 2005 non ci sono più. i toscani hanno comunque potuto partecipare alle primarie per dire la loro sui candidati proposti dai partiti. L’ordine con cui sono stati presentati tiene infatti conto dei voti raccolti.
Le primarie, fin dal 2005, sono in Toscana istituzionalizzate e pagate dalla Regione. Ma non sono obbligatorie. A dicembre, quattro mesi fa, vi hanno fatto ricorso solo il Pd e Sinistra Ecologia e Libertà.

Da tre a cinque coalizioni, a seconda della provincia
L’ordine delle liste, sulla scheda, può variare da provincia a provincia. Anche il numero degli aspiranti consiglieri varia da provincia a provincia, come varia il numero delle liste. Forza Nuova sarà presente solo a Grosseto, Lucca, Massa-Carrara, Pistoia, Firenze ed Arezzo. La Lista Bonino-Pannella potrà essere solo votata a Pistoia, Arezzo, Firenze, Massa-Carrara, Pisa e Siena. Tutte le altre sette liste corrono in tutte e dieci le circoscrizioni provinciali.Di cinque coalizioni in campo, gli elettori di Prato e Livorno ne troveranno solo tre sulla scheda. A Lucca, Grosseto, Pisa e Siena ce ne saranno quattro, mentre ad Arezzo, Firenze, Massa-Carrara e Pistoia saranno presenti tutte e cinque.
La stessa persona può al massimo candidarsi in tre diverse circoscrizioni provinciali. Se compare nel listino regionale, può essere presente in una sola circoscrizione.

La soglia di sbarramento
L’essere presenti in almeno sei province è il requisito minimo indispensabile per ciascuna lista per poter partecipare alla competizione elettorale. La legge elettorale toscana prevede inoltre una soglia di sbarramento. Possono sperare di avere un rappresentante in consiglio comunale solo i partiti che raccolgono almeno il 4% dei consensi in tutta la regione.

Da Firenze all’isola di Capraia, la conta degli elettori
La provincia con più elettor i è quella fiorentina (775.837 cittadini), come Firenze è il Comune con il maggior numero di iscritti nelle liste elettorali (290.251). Sul podio, uniche città con più di centomila elettori, ci sono anche Prato (138.204) e Livorno  (138.115). Dopo Firenze, le province con più elettori sono Lucca (341.805), Pisa (333.786), Livorno (287.367), Arezzo (273.769) e Pistoia (236.998). Le province con meno elettori sono invece Siena (212.633), Prato (186.608), Grosseto (183.811) e Massa-Carrara (177.059).
I tre comuni toscani con meno abitanti  – e di conseguenza con meno elettori –  sono Sassetta in provincia di Livorno (404 elettori), Vergemoli in provincia di Lucca (385) e Capraia Isola a Livorno (352).

I toscani all’estero
Non tutti i 3.009.673 toscani chiamati al voto risiedono in Italia. Più di 3500 (ma meno di quattromila) risiedono all’estero, sparsi in cinque continenti. A differen za delle elezioni per il Parlamento, non potranno però votare per corrispondenza. Per farlo dovranno per forza tornare in Toscana, nel comune dove sono iscritti. Per agevolare il voto sono previsti rimborsi per il viaggio: 103 euro per chi arriva da un paese europeo, 206 per chi arriva da un altro continente.

Se gli stranieri potessero votare
Se i toscani che risiedono all’estero possono votare, non altrettanto possono fare gli stranieri che vivono in Toscana. Sono tanti. Quelli con regolare permesso di soggiorno erano 309.461 alla fine del 2008. Di questi 244.478  avevano compiuto diciotto anni.
Se agli stranieri fosse stato concesso il diritto di voto,  una buona parte di loro avrebbe potuto votare. Non tutti però. Tutte le proposte di legge ferme in Parlamento (ne ha scritta una il 22 settembre 2008 anche la giunta regionale toscana, in attesa di essere discussa dal Consiglio regionale: si chiede il recepim ento di una convenzione internazionale) prevedono infatti che possano votare solo gli stranieri residenti in Italia da almeno cinque anni. Naturalmente tra quelli in regola con il permesso di soggiorno.

Così cinque anni fa
Nel 2005 i toscani che si recarono alle urne furono 2.156.460: il 71,35 per cento. A correre per un posto da presidente furono anche allora in cinque: Claudio Martini, Alessandro Antichi, Luca Ciabatti, Renzo Macelloni e Marzio Gozzoli.
Sempre cinque erano le coalizioni e undici i partiti in corsa che le sostenevano.
Dal 1970 ad oggi per i toscani è la nona volta che sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti in Consiglio regionale. Il presidente della giunta che uscirà dalle urne, qualunque sia l’esito, sarà il settimo.

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Scritto da il 27.3.2010. Registrato sotto politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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