LUCCHINI: FINE DEL MINI MIL, I COMMENTI DELLE FORZE POLITICHE

lucchini2Una riunione veramente deludente che pone seri dubbi sul futuro della Lucchini. E’ questo il sunto dei commenti delle varie forze politiche all’incontro avvenuto ieri a Roma tra i rappresentanti di Regione, Provincia, e Comune e i due rappresentanti del governo. Lo stop della Mini Mill e di rimbalzo il ritorno ai Piombinesi di città futura (per ora?) pongono più di un ombra sul futuro sviluppo della fabbrica. Leggiamo integralmente i commenti di Rifondazione, Sinistra e Libertà e UDC.

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RIFONDAZIONE COMUNISTA

Mentre la crisi incombeva e la fabbrica era già in vendita senza che nessuno lo sapesse, la nostra amministrazione comunale si attardava su una variante urbanistica inutile, da noi più volte criticata. Ora anche i vertici industriali hanno confermato tale inutilità: l’amministratore delegato Calcagno ha dichiarato che il nuovo impianto Mini-mill non si farà più.

Ci pare sorprendente la reazione del sindaco: “Se la Lucchini non vuole più fare il minimill, torneremo alla situazione precedente.” Con queste parole Anselmi dimostra che siamo in balia delle volontà industriali, senza una autonoma idea di sviluppo della città. Dopo aver difeso a tutti i costi una variante urbanistica sbagliata, approvata solo poche settimane fa, ora si dice che non c’è nessun problema. Si procede per tentativi, senza scegliere liberamente ma rispondendo di volta in volta ai progetti dei privati. La Lucchini vuole un pezzo di territorio per fare il nuovo impianto? Glielo diamo con una apposita variante, pur compromettendo la riqualificazione urbana di città futura. Non lo vuole più fare? Non importa, torniamo alla situazione precedente e ci riprendiamo quelle aree per aumentare la distanza tra la fabbrica e la città. Non vogliamo parlare di schizofrenia, ma è certo che chi tiene il timone non ha la mano ferma.

Invece, considerata la gravità della crisi e i rischi per l’occupazione e per l’ambiente, sarebbe necessaria una visione strategica, senza troppi ondeggiamenti. Certo Severstal o i nuovi acquirenti faranno i loro interessi imprenditoriali, ma la città deve sapere cosa vuole e deve cercare di incidere sui piani industriali piuttosto che subirli.

Segreteria Federazione PRC Piombino-Val di Cornia-Elba 18/02/10

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SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’

Dall’incontro avvenuto al Ministero con le Istituzioni Locali, la Regione, le OOSS sul futuro della “Lucchini” apprendiamo:

– il Ministro Claudio Scajola era assente. E’ una mancanza di rispetto verso le Istituzioni, le OOSS questa assenza, ma anche la riprova che il governo sta svolgendo un ruolo più da notaio che di iniziartiva e di garanzia per un futuro al secondo polo siderurgico del Paese;

–  abbiamo letto che vi sono sei soggetti economici, in parte industriali e in parte fondi finanziari, interessati alla “Lucchini”. Ne prendiamo atto, ma ciò non ci tranquillizza per niente, in modo particolare per i fondi finanziari. Un governo con una seria politica industriale dovrebbe scongiurare quest’ ultima eventualità;

– siamo venuti a conoscenza che esisterebbe un nuovo piano industriale della ” Lucchini”. AD oggi nessuno lo conosce ed è strano che ciò avvenga prima della vendita e del subentro della nuova propietà. Condividiamo la dichiarazione del Sindaco, riprendiamoci come città il “pezzo” di città futura  concesso alla “Lucchini” con la variante di PRG dal momento che il Mini-Mill non si fà.

Rimane come risultato dell’incontro un’ insoddisfazione da parte di Sinistra Ecologia Libertà. Allo stato attuale quello che preoccupa è l’incertezza, la non piena responsabilizzazione del governo sulla vicenda.

ILIO BENIFEI portavoce di SEL Piombino – Val di Cornia

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UNIONE DI CENTRO  – UDC

Il viaggio a Roma della delegazione toscana per discutere del futuro della Lucchini non sembra abbia dato grandi risultati, certamente la responsabilità non è loro, ma di chi li avrebbe dovuti autorevolmente ricevere.

Il Governo ha inviato all’incontro dei dirigenti ministeriali e non il Ministro od i sottosegretari competenti, auspichiamo che sia stato esclusivamente un errore tecnico nella gestione dell’agenda dell’esecutivo, altrimenti altre chiavi di lettura ci lascerebbero fortemente perplessi.

Forse la situazione di emergenza di altre realtà industriali ha la precedenza rispetto alla vicenda che riguarda lo stabilimento di Piombino, ma riteniamo che quando una comunità chiede un incontro con il Governo per ovvi motivi di necessità non si può delegare a nessun altro che non sia un autorevole rappresentante dell’esecutivo.

Emerge un chiaro e preciso limite che riguarda la carenza di un’autorevole politica industriale che manca da troppi anni all’Italia, le tante problematiche che riguardano le grandi fabbriche sparse sul territorio nazionale non sono solo di natura economica e legate alla crisi mondiale, ma di fatto emerge una totale assenza di strategia che ponga la questione sotto il profilo del rilancio del settore.

La piccola e media impresa sono uno dei traini più forti dell’economia italiana, ma senza un’adeguata politica industriale incorriamo nel serio rischio di veder sparire una produzione che è ancora fortemente importante per il nostro paese.

Credo che mai siamo stati così deboli a livello internazionale, siamo diventati terra di conquista delle multinazionali, che spesso vengono comprano i nostri stabilimenti, li sfruttano fino all’osso e poi se ne vanno.

Dobbiamo fare in modo che ciò non accada anche per Piombino, come di fatto anche se qualcuno non ha il coraggio di dirlo è accaduto per ben due volte alla nostra acciaieria.

Ricordiamo i progetti di sviluppo e gli investimenti promessi prima da Lucchini e poi da Severstal, pochissimi impegni mantenuti ed un’evidente e continua perdita di posti di lavoro.

Qualcuno aveva paventato a suo tempo che bisognava essere più rigidi e porre dei vincoli amministrativi importanti, la questione Minimill e Città Futura ne sono l’esempio, ma queste sono storie passate e come sembra dalle dichiarazioni rilasciate da più parti, c’è la volontà di aprire un fronte nuovo per rivedere alcune scelte oramai superate.

Noi non possiamo che renderci disponibili a discutere su queste questioni, allo stesso tempo daremo il nostro contributo ed il nostro sostegno a tutte le iniziative tese a sostenere la difesa di una seria politica industriale nazionale e locale, perchè la perdita definitiva della grande industria per il nostro paese sarebbe un grave errore strategico, nonostante qualcuno al momento la pensi in modo contrario.

Luigi Coppola Segretario UDC

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Scritto da il 18.2.2010. Registrato sotto politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

1 Commento per “LUCCHINI: FINE DEL MINI MIL, I COMMENTI DELLE FORZE POLITICHE”

  1. renzo

    dopo il danno la beffa… prima il comune cala le brache per dare alla Lucchini un pezzo di città futura, ora la Lucchini dice Grazie non ci interessa più. I piombinesi si sentono umiliati e offesi. Prima i fanghi bagnoli, promesse vane, poi il minimill… peggio di utopia. Ricordate il progetto Utopia? Una buona politica dovrebbe prevedere le cose invece di andare a tentoni. E qui ci sono reposnabilità nostre, perché di questo non possiamo solo dare la colpa a berlusconi o a scaiola.

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    Nonostante l'addendum all'accordo di programma, senza il quale Rebrab sarebbe diventato Padrone a tutti gli effetti dello stabilimento, tale data viene comunque considerata dalla nostra testata come quella di inizio della crisi economica reale di Piombino. Da allora sono passati solo
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