CAMPIGLIA: INTERVISTA A MASSIMO ZUCCONI

Il Capogruppo Massimo Zucconi

Il Capogruppo Massimo Zucconi

Abbiamo intervistato il Capogruppo della Lista Civica “Comune dei Cittadini” Massimo Zucconi.  Tra centrali a Biomasse, cave e aiuti alle imprese ecco il suo giudizio sulla gestione del territorio del comune di Campiglia Marittima e tutti gli spunti emersi dalla nostra chiacchierata.

Passati circa sei mesi dalle elezioni comunali come giudica l’esperienza di Comune dei Cittadini? Può farci un bilancio dell’attività consiliare svolta ad oggi?

Il giudizio sul nostro lavoro spetta ai cittadini. A noi il compito di ascoltare, elaborare idee, proporle in consiglio comunale con interpellanze e ordini del giorno. E’ un modo di interessarsi dei problemi comuni senza condizionamenti, secondi fini, calcoli di potere. Pur con i limiti di una lista civica locale, quella che stiamo sperimentando è la politica intesa unicamente come servizio per la gente.

Fin dall’inizio vi siete battuti per difendere il patrimonio storico- ambientale del territorio. Quali sono i risultati concreti che avete ottenuto? Quali saranno i prossimi temi di dibattito su cui farete sentire maggiormente la vostra voce?

Il nostro programma s’intitola “Costruiamo il futuro sulla nostra identità”. Storia, cultura, paesaggio, ma anche tradizioni e capacità produttive delle nostre popolazioni sono e saranno al centro della nostra attenzione. Già oggi la nostra presenza ha consentito di accendere i riflettori su temi che, in mancanza di un dibattito, sarebbero approdati a scelte per noi sbagliate, come la demolizione delle scuole Marconi o quella, non ancora esclusa, dell’ex Consorzio Agrario.  Purtroppo siamo arrivati tardi rispetto a scelte gravissime compiute nella passata legislatura, come la zona per la lavorazione degli inerti nelle campagne delle Lavoriere,  il raddoppio delle escavazioni nella cava di Monte Calvi, una lottizzazione di 51 villette sotto la Rocca di Campiglia. Ma anche su questi scempi si può e si deve agire per arginare i danni e pretendere che il Comune faccia almeno rispettare ciò che ha autorizzato.

Centrale a Biomasse di Amatello. Da molti mesi tutti, dalla giunta di Campiglia fino alla Regione, ribadiscono la propria contrarietà alla costruzione della centrale ad olio di palma. Tuttavia, dopo le recenti novità legislative, si continua a parlarne. Qual è la sua opinione sul progetto? Pensa che l’impianto verrà realizzato?

La  Giunta ribadisce la sua contrarietà, ma dopo aver lasciato che, almeno dal 2007, il progetto prendesse corpo sulla base di accordi tra privati e dopo aver autorizzato serre  collegate a quell’impianto. La mia opinione è che quella centrale non corrisponde all’interesse pubblico, sia perché sulle centrali a biomasse a filiera lunga c’è un giudizio ambientale negativo della stessa Regione, sia perché andrebbe a danneggiare pesantemente una risorsa essenziale come il territorio agricolo. Non so quali saranno le decisioni della Provincia, a cui spetta nuovamente di pronunciarsi sul progetto. Penso però che, nonostante una legislazione nazionale molto permissiva, ci sono argomenti solidi per evitare un ennesimo danno alle nostre campagne. Bisogna però fare presto e, invece, sulla vicenda si stanno accumulando grandi ritardi.

Crisi e territorio. È di qualche giorno fa il vostro comunicato inerente alle misure per il sostegno alle piccole imprese adottate dall’amministrazione comunale. Dopo il 3 novembre avete avuto risposte dalla giunta e dal Sindaco?

Sugli aiuti alle imprese in crisi abbiamo cercato di dare alla Giunta elementi per evitare ingiustizie e distribuire più equamente le risorse messe in campo dal Comune. Pensiamo infatti che agevolare le società immobiliari che hanno costruito capannoni nel PIP o  cooperative edilizie che stanno costruendo case nei PEEP poco abbia a che vedere con il sostegno alle imprese produttive. Di converso, non comprendiamo le ragioni per le quali da questa manovra siano state totalmente escluse le imprese agricole che stanno soffrendo pesantemente gli effetti dell’aumento dei costi di produzione e la crisi dei mercati. Nonostante il nostro atteggiamento propositivo, l’ascolto della Giunta e del Sindaco è stato nullo. Sembra prevalere una chiusura sterile che, a mio parere, è solo segno di debolezza politica. Per amministrare bene non servono le prove di forza ma l’intelligenza di saper cogliere tutto ciò che può migliorare l’azione di governo.

Questione cave. Ci sono state ulteriori novità riguardanti la data in cui termineranno le estrazioni?

Nel programma di legislatura la maggioranza ha scritto che intende far rispettare i termini per la cessazione delle attività.  Noi siamo d’accordo. Ora aspettiamo che la Giunta renda noti gli esiti dei controlli e le iniziative che intende intraprendere per evitare il ricatto tra lavoro, ambiente e legalità. Chiederemo di confrontare, senza ambiguità, i progetti approvati e lo stato dei ripristini ambientali. Chiederemo che il Comune si attivi per ottenere che l’autostrada Rosignano – Civitavecchia, anziché  con i materiali delle vicine cave, sia realizzata con il recupero dei rifiuti industriali, a partire da ciò che produrrà la Soc. TAP di Piombino.  Ci sono leggi che lo impongono e che vanno fatte rispettare. E’ su questi temi che si misura la capacità di governo di un’amministrazione.

Ci può chiarire meglio lo scambio di battute tra voi e l’amministrazione comunale sul consumo di acqua da parte della Bentoval alle Lavoriere e quali sono le conseguenze di queste azioni.

La cosa è molto semplice. Quando il Comune ha approvato quella sciagurata localizzazione, su pressione della Regione e della Provincia, ha dovuto imporre ai costruttori di realizzare sistemi di approvvigionamento idrico cosiddetti “duali”: acqua potabile solo per gli usi civili (i servizi igienici degli uffici) e l’acqua proveniente dagli scarichi del depuratore di Campo alla Croce, o da accumuli di acque meteoriche, per la produzione.Abbiamo chiesto se questa prescrizione era stata rispettata. La prima risposta è stata  < chiedetelo all’ASA>. Con la seconda ci hanno fatto sapere che  gli unici consumi registrati sono i 3.600 mc. di acqua potabile fatturata dall’ASA. Forse pochi per la produzione industriale , ma enormi se rapportati ai soli usi civili. Noi abbiamo espresso un giudizio molto negativo sulla scelta urbanistica del Comune, ma ci accorgiamo che neppure le prescrizioni più elementari vengono fatte rispettare. Nello stesso tempo, agli agricoltori delle Lavoriere che non hanno acqua per usi irrigui il Comune dice di rinunciare alle produzioni agricole.

Come vede il futuro della Val di Cornia basandosi su ciò che è successo fino ad oggi in campo agricolo,  industriale, e artigianale produttivo?

L’ho detto in campagna elettorale e lo riconfermo.  Il futuro di questa zona si costruisce con chiare e coerenti scelte selettive, privilegiando le risorse che fanno diversa la Val di Cornia da altri territori. Dopo la crisi dell’acciaio degli anni ’80, lo sforzo è stato quello di uscire dalla monocultura industriale. Con il sistema dei parchi sono stati fatti investimenti importanti per la valorizzazione del patrimonio storico-archeologico e paesaggistico. E’ il progetto che, più di altri, ha cambiato l’immagine e la caratterizzazione di questa zona.  Molte imprese agricole hanno investito sulla specializzazione e sulle tipicità locali. Il turismo è cresciuto, anche se non sempre gli interventi in questo settore sono risultati coerenti con la valorizzazione della nostra identità e con la tutela delle risorse naturali. Nello stesso tempo, però, abbiamo assistito anche alla devastazione delle colline e di una parte del territorio agricolo, alla crescita edilizia senza rapporto alcuno con le necessità abitative e neppure con quelle turistiche, alla distruzione dell’identità e della vivibilità di interi paesi, alla distruzione di beni culturali fondamentali per la nostra memoria storica, all’accettazione di improbabili scenari di crescita in grado di generare conflitti con altri settori economici e con l’ambiente. La crisi rende oggi tutto più difficile. Proprio per questo gli investimenti, pubblici e privati, vanno indirizzati verso un’idea di futuro che abbia ben chiaro il senso del limite delle nostre risorse essenziali e dove gli sforzi non finiscano per annullarsi tra di loro.

Andrea Fabbri

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Scritto da il 18.11.2009. Registrato sotto politica, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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