UN TEAM VINCENTE L’ANTICRIMINE DEL COMMISSARIATO DI PIOMBINO

Lo stemma dell'Anticrimine di Piombino

Lo stemma dell'Anticrimine di Piombino

Lo stemma dell'Anticrimine di Piombino

L’azione della sventata truffa per la clonazione delle carte di credito presso alcuni istituti di credito di Piombino, di cui abbiamo dato ampia trattazione in un recente articolo di cronaca, è solo la punta dell’Iceberg dell’attività della squadra anticrimine del commissariato di Piombino. Vediamo insieme più approfonditamente quale è stato l’operato in questi ultimi due anni di questo settore della Polizia di Stato di Piombino.

Abbiamo recentemente intervistato il Vice Questore Paolo Di Domenico e il capo dell’anticrimine Gaetano D’Acunto, dalle cui parole emerge che in questi due ultimi due anni (biennio 2008/2009), la polizia della nostra città ha svolto attività d’indagine a 360° e operazioni capillari verso i diversi crimini che caratterizzano anche la città di Piombino. Tenuta sotto costante controllo, ci dicono, è il problema della tossicodipendenza locale, i cui canali di rifornimento e la forza motrice principale, sono gli extracomunitari ai quali si aggiungono i già noti pregiudicati locali. Tra le sostanze stupefacenti la più richiesta e, quindi, di conseguenza spacciata, è la cocaina, il cui utilizzo appare trasversale, cioè non riconducibile ad un particolare status sociale della persona che ne fa uso.

Quello del settore anticrimine, che, ci spiegano, dipende dall’autorità giudiziaria di Livorno, “referente e dominus”, e che è coordinato dalla squadra mobile di Livorno, raccordo operativo/investigativo del territorio con scopo di uniformità d’azione, è un lavoro, quindi, sia di iniziativa sia di azione delegata. Una volta infatti sviluppate le indagini, il cui strumento cardine sono le intercettazioni, la polizia anticrimine chiede possibilità d’azione e di manovra al magistrato che visiona il caso prima di dare il via libera all’operazione in atto.

Vediamo insieme le indagini più salienti degli ultimi anni:

• Piombino 13 maggio 2008 – Individuazione e arresto dell’autore del grave fatto di reato: tentato omicidio in danno del coniuge.
Tale attività si è concretizzata nel fermo e nell’identificazione dell’autore del grave fatto di reato, ex imprenditore edile molto conosciuto in zona, che si piazzava sul balconcino della sua villa con in mano un fucile automatico calibro 12 caricato a pallini, e lì rimaneva in attesa della moglie che era uscita per andare a fare la spesa. Contro la donna, tornata intorno alle 10,30, il marito non appena usciva dall’auto sparava due colpi, colpendola in pieno viso e alla mano destra

Ciò che vale a sottolineare la brillantezza del risultato conseguito è la scrupolosa analisi dei fatti compiuta sin dall’arrivo della telefonata di allarme al 113 lanciata da una vicina, che ha fatto convogliare in pochi minuti uomini e mezzi della polizia guidati con abilità dagli agenti della centrale operativa : squadra anticrimine, squadra volante, squadra nautica , Polfer, Polstrada, arrivati insieme alle ambulanze. Al momento dell’arrivo della polizia l’uomo si trovava ancora sul balconcino sempre imbracciando il fucile e continuando a entrare e uscire nervosamente dalla casa. Veniva deciso di circondare la casa e al contempo di parlare con il predetto per convincerlo a posare l’arma. La trattativa durava pochi minuti, poi l’uomo lasciava entrare gli agenti che lo traevano in arresto.

• Piombino 6 novembre 2008 – Operazione “Domino” Arrestate sette persone, dieci indagati a piede libero per il reato di detenzione e spaccio di stupefacenti.

Sequestrati gr. 150 di Cocaina, gr. 90 di Eroina e ml. 35 di Metadone. La scelta operativa, coordinata dal Sostituto Procuratore Del Tribunale di Livorno, Dr.Massimo Mannucci, è stata quella di individuare uno ad uno i fornitori principali dopodiché procedere al loro arresto in flagranza di reato del soggetto al vertice in quel momento e aspettare di conoscere chi fosse subentrato nell’illecita, ma lucrosa, attività per poi farlo cadere nuovamente in trappola. Così una ad una, come le pedine del “Domino” (da qui il nome dell’operazione) le porte della Casa Circondariale “Le Sughere” di Livorno, in questi mesi si sono aperte per sette persone: tre extracomunitari di origine tunisina e marocchina, due giovani napoletani, un piombinese e una donna elbana. L’attività di Polizia, inoltre, ha permesso di acquisire inconfutabili prove di colpevolezza a carico delle dieci persone, indagate per l’attività delittuosa posta in essere a Piombino, di cui una residente a Napoli, e per tal motivo destinataria della perquisizione svoltasi in modo sincrono in quella città nella stessa mattinata.

• Napoli 27 ottobre 2008 – Individuazione e arresto degli autori del grave “reato di rapina” commesso il giorno 9 settembre 2008, in danno dell’ufficio postale sito in località Cotone di Piombino.

Operazione di polizia condotta dal Personale del Commissariato di Piombino,appartenente alla Squadra Anticrimine, relativa ad una rapina perpetrata in danno di un ufficio postale, ad opera di due individui a volto scoperto, uno dei quali armato di taglierino, che riuscivano ad impossessarsi della somma di euro 5900 circa in contanti. La relativa attività investigativa, si è concretizzata nell’individuazione degli autori del grave fatto di reato, i quali venivano tratti in arresto nel quartiere Barra, a Napoli, ed associati al carcere di Poggioreale. Entrambi gli arrestati, risultavano, poi, dei pluripregiudicati, con diversi precedenti penali e già arrestati per traffico di sostanze stupefacenti . La rapina si consumava il 9 settembre del 2008, intorno alle 11.30, quando i banditi, dopo aver atteso l’uscita dell’unico cliente dall’ufficio postale del Cotone, vi accedevano a viso scoperto, con indosso occhiali da sole e, tirando fuori un “trincetto”, sotto la minaccia dello stesso, si facevano consegnare tutto il contante.

Il forte accento napoletano con il quale avevano pronunciano alcune parole all’interno dell’agenzia e l’autovettura Fiat Punto “vecchio modello” a bordo della quale si erano dati alla fuga, così come avrebbero riferito alcuni testimoni, costituivano, nell’immediatezza, gli unici elementi in possesso degli investigatori della Squadra Anticrimine di questo Commissariato.
Il giorno 10 settembre successivo, il personale della Compagnia Carabinieri di Piombino, coinvolto tempestivamente nella condivisione dei pochi elementi d’indagine, procedeva, in un Bar di questo Centro, al sequestro di un “borsello”, all’interno del quale venivano rinvenuti, tra l’altro, un taglierino, due paia di occhiali da sole ed una foto tessera ritraente un ragazzo di un’età tra i 17 e i 18 anni. La condivisione sincronica dei diversi elementi d’indagine, sia quelli acquisiti nell’immediatezza della rapina, che di quelli avuti immediatamente dopo, decretavano la costituzione di un Pool investigativo “interforze”, nella piena consapevolezza che le diverse e qualificate professionalità, le risorse condivise, le azioni investigative da intraprendere sul territorio, intanto avrebbero avuto concretezza e successo, in quanto immediatamente assemblate “a sistema”, con un unico e condiviso percorso di lavoro, sotto la indiscussa regia della locale Autorità Giudiziaria.

Il personale della Squadra, unitamente a quella omologa dell’Arma, metteva a punto una strategia ben precisa per giungere alla cattura dei due rapinatori, i quali oltre ad essere dei “professionisti” del crimine, risiedevano a Napoli, in un popoloso quartiere della sua immediata periferia, il quartiere Barra, contraddistinto da una alta densità di persone pregiudicate. Venivano monitorati gli spostamenti, con il preciso intento di eseguire la misura cautelare emessa a loro carico dalla magistratura livornese, fuori dal contesto residenziale partenopeo. Per la circostanza, venivano istituite due “squadre interforze”, composte da personale di questo Commissariato e dai militari di questa Compagnia Carabinieri, di pronto impiego,mentre in Commissariato ne venivano costantemente monitorati, 24 ore su 24, gli spostamenti con il sistema GPS.

La partenza dei due rapinatori, il 26 Ottobre 2008, con il verosimile intento di mettere a segno una rapina, come facevano presagire anche i diversi spostamenti da e per Roma da Napoli, registrati nei giorni immediatamente precedenti, determinava la partenza della Squadra interforze per Roma e la loro breve sosta nella Capitale, consigliava la Squadra a “seguirli” fino a Napoli, nel loro quartiere di residenza, ritenendo oramai improcrastinabile l’esecuzione della “misura cautelare”.
Gli uomini della Squadra Anticrimine e i Militari dell’Arma, venivano fatti pernottare nel capoluogo campano, in una struttura ricettiva vicina alle residenze dei due pregiudicati ed agli Uffici di Polizia, per un opportuno supporto logistico. Dopo aver dato precise disposizioni, l’indomani mattina, contando sull’effetto sorpresa, con il supporto logistico del locale personale, gli uomini del Commissariato di Piombino e quello della Compagnia Carabinieri di Piombino, eseguono la misura cautelare, a carico dei due pregiudicati, sorprendendoli nel sonno e portandoli alla casa Circondariale di Poggioreale.

• Piombino 15 giugno 2009 – Individuazione e arresto in flagranza di reato di due spacciatori, di cui uno insospettabile necroforo e uno noto alle forze dell’ordine per la sua spiccata e reiterata attività illecita, nonché sequestro di oltre 56 grammi di eroina, di 2 grammi di hashish e della somma di 540 euro.

Tale attività si è concretizzata nell’individuazione degli autori del grave fatto di reato, tratti in arresto l’uno a Livorno e l’altro a Piombino e poi finito il primo nel carcere “ Le Sughere “ ed il secondo agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Piombino. Lo spaccio si consuma il 15 giugno, intorno alle 12.30, quando il necroforo, portata una salma a Livorno con il carro funebre, dopo la cremazione ha incontrato il suo “ contatto “ in un posto tranquillo del centro cittadino dove ha acquistato 5 grammi di eroina. Quindi l’autista necroforo è tornato a Piombino con la droga in tasca senza preoccupazioni, visto che difficilmente qualcuno lo avrebbe fermato per controllare un carro funebre; ma le sue certezze sono venute meno con l’intervento della squadra anticrimine del Commissariato di Piombino, che si era messa in moto dopo una segnalazione raccolta nel mondo della tossicodipendenza.

Un primo pedinamento fino a Livorno era andato a vuoto. Il secondo invece, quello di lunedì mattina 15 giugno, è andato a buon fine. Il necroforo, incensurato, è ai domiciliari dopo che gli sono stati sequestrati 5 grammi di eroina appena acquistati e 14 boccette di metadone trovate nel suo appartamento. Alle Sughere invece è finito il tunisino di 32 anni, clandestino, che nelle varie occasioni in cui era stato fermato dalle forze dell’ordine aveva fornito sempre generalità diverse; gli operatori del Commissariato di Piombino gli hanno trovato addosso 56 grammi di eroina e 540 euro. Il blitz della Polizia è avvenuto non lontano da villa Fabbricotti ; il giovane piombinese aveva appena lasciato la salma per la cremazione al cimitero comunale. Quindi aveva fatto una telefonata e poi si era diretto verso il centro alla guida del carro funebre dove dopo pochi minuti è arrivato Denguir a bordo dello scooter; il tunisino è entrato nel carro funebre al suo fianco e dopo una breve conversazione gli ha consegnato qualcosa. Quindi è sceso e il giovane piombinese è ripartito. Gli uomini dell’anticrimine appostati dietro una siepe hanno subito bloccato il tunisino, mentre un ‘altra auto si è messa a seguito del carro funebre, allertando la squadra nautica piombinese che lo fermava all’ingresso di Piombino.

• L’ultima saliente azione della polizia anticrimine di Piombino è come abbiamo già visto l’arresto dei due bulgari per clonazione di bancomat il 25 Luglio 2009. L’articolo e il video relativo alla cattura può essere visto a questo indirizzo.

Silvia Grassi

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Scritto da il 13.8.2009. Registrato sotto cronaca, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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