«RICETTE CORSARE» PER NON NAUFRAGARE IN CUCINA – 14

Ricette Corsare... per non naufragare in cucina!

Ricette Corsare... per non naufragare in cucina!

Ricette Corsare... per non naufragare in cucina!

Quattordicesimo appuntamento, ultimo prima del ponte di ferragosto (ebbene si anche i cuochi vanno in vacanza), con la rubrica di cucina del Corriere Etrusco «Ricette Corsare» curata con passione dal nostro esperto Emilio Guardavilla. La rubrica presenta ogni settimana alcuni aneddoti tratti dalla vita dell’autore e un menù completo tutto da gustare.

RICETTE CORSARE

Rubrica di intuizioni culinarie e percorsi introspettivi per non naufragare in cucina. A cura di Emilio Guardavilla.


Tra tutte le meravigliose parole che il dizionario spagnolo annovera nelle sue fila una delle più affascinanti, secondo me, è “tripulación”. Mai lemma fu, a parere sindacabilissimo del sottoscritto, più onomatopeico, anche se non si parla affatto di suoni, rumori o effetti sonori in generale. Il suddetto lemma traduce alla lettera l’italiano “equipaggio”, sia esso di nave, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto che preveda nella sua tabella di armamento una componente umana. Ne deriva banalmente che “tripulantes” sono i membri dell’equipaggio. La prima volta che l’ho sentito dire, purtroppo non ricordo né dove né quando, mi sono commosso; e c’è di che. A parte l’immediata similitudine con l’italiano “tribolazione” o l’inusitato “tribolamento” che già farebbe riflettere qualsiasi organismo unicellulare che ha avuto a che fare almeno una volta con il mare, un alga per esempio, c’è nella traduzione una componente che non può non richiamare un tipo di “status” particolare. Voglio sottolineare che si tribola in senso emotivo, cioè si soffre, si patisce, si espia a livello sensibile per tutta una serie di contingenze che il mestiere comporta ma lo si fa anche in senso fisico, cioè si pena, ci si affanna e ci si consuma nell’organismo. Chi va per mare tribola in entrambi i sensi. Non ho mai riscontrato traduzione di un vocabolo così eloquente. Tripulantes . . . . .


53) Crostini Santander
Categoria Antipasto

Ingredienti: Pane casereccio – cipolla – burro – zucchero – tonno – capperi – formaggio fresco.
Preparazione: Prepara un soffritto non allineato sciogliendo il burro in padella e trattando le cipolle con un po’ di zucchero. Cosa fatta, capo ha. Abbrustolito il pane metti, copri ogni fetta con le cipolle e il tonno sgocciolato. Guarnisci con qualche cappero e pezzetti di formagio. Una passatina in forno giusto per far ammorbidire ulteriormente il formaggio.
Punto esclamativo: Formaggio Brie? Si, no, forse.
Valore aggiunto: La miglior abbronzatura si ottiene facendo le lampade. Sugli scogli però. Fai partire un giro di tavolo sulle patelle come ingrediente base e vedi cosa viene fuori.

Tralasciando tutte quelle azioni elementari che Lui, il mare, non sempre lascia espletare con la dovuta disinvoltura, quelle fisiche in toto, il bello viene quando per mare c’è da cucinare; quando c’è da mettere mano ai fornelli, che per fortuna non ci sono in senso stretto e a cui comunque risulta veramente difficile dargli del tu. Quando il mare va dalla sua parte già mondare le patate risulta arduo. Tritare la cipolla meglio non parlarne; si pagherebbe qualcuno per assaggiare un ragù o vedere semplicemente se la pasta è cotta. E quando poi la pasta è pronta davvero sono dolori; c’è da scolarla. Sto parlando di tutte quelle attività che si complicano esponenzialmente quando la cucina ti si muove sotto i piedi. Tripulantes . . . . .


54) Tagliolini Cádiz
Categoria Primo piatto

Ingredienti : zucca – cipolla – gamberi.
Preparazione
Appronta un soffritto vestito a festa e unisci la cipolla ridotta a strisce sottili; lascia stufare per cinque minuti e aggiungi i gamberi per un altro minutino di cottura. Scola i tagliolini, salta e servi.
Punto esclamativo: Spolverata di curry prima di servire.
Valore aggiunto: Tutti soffrono il mal di mare.

Sono situazioni che normalmente si protraggono per giorni. E’ difficile prendere mare, mare grosso, per un giorno soltanto anche se fortunatamente, a volte capita. Negli altri casi succede che l’organismo, alla lunga, si abitua e allora riesce a fare tutto in quelle condizioni, anche a cucinare. Forse è fatica sprecata perché poi, chi deve fruire dell’elaborato non è sempre nello stato psicofisico ottimale per goderne al meglio e il risultato passa in secondo piano per cause di forza maggiore. Sta di fatto che qualcuno, in mezzo al mare, sempre, anche in mezzo al mare grosso come i monti, cucina. Tripulantes . . . . .


55) Calamari La Coruña
Categoria Secondo piatto

Ingredienti : Anelli di calamaro – mandorle – uova – pan grattato – farina.
Preparazione: In una scodella incorpora il pane grattato con un finissimo trito di mandorle, sale e pepe. Prima di finire in padella per la frittura gli anelli di calamaro passano nell’ordine: nella farina, nelle uova sbattute e infine nel composto pane grattato/trito di mandorle.
Punto esclamativo: Friggi sommariamente altrimenti gli anelli si induriscono. E queste sono cose che fanno male dentro.
Valore aggiunto: Ti sarà capitato, almeno una volta nella vita, che qualcuno con malcelata presunzione ti abbia detto: “Ne ho visti tanti di cavalli correre!”. Domandati se effettivamente quel qualcuno ha mai corso in vita sua.


Altra e ultima traduzione dallo spagnolo meritevole di nota da parte nostra è quella della parola “mare”. La sua duplice morfologia, o meglio il suo duplice genere, “el mar” o “la mar” deriva non tanto dal contesto da cui viene estrapolato come verrebbe spontaneo presupporre ma bensì consegue da chi ne parla, dal soggetto, dall’io narrante: “el mar”, maschile, per tutti, “la mar”, femminile, per chi naviga o comunque per chi ha con il mare un rapporto più intimo del consueto. E’ toccante, lo so ma così recita la RAE (Real Academia Española). Tripulantes . . . . .


56) Albaricoques
Categoria Dessert

Ingredienti: Pasta sfoglia già stesa – albicocche – gelato alla crema.
Preparazione: Fai “barca pari” cocendo in forno la pasta sfoglia tagliata in quadratini con un area compresa tra i 49 e i 64cm2. Lascia raffreddare e disponi su ognuno di essi un cucchiaio di gelato e mezza albicocca. E chi t’ammazza?
Punto esclamativo: Qualche lacrima di miele su ogni porzione di dessert.
Valore aggiunto: Rivivi mentalmente la tua condizione emotiva dell’ultima volta che hai usato il termine “obsoleto”.


Dai retta, ché io ai fornelli gli do del “tu”.

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Emilio Guardavilla risiede e vive a Piombino insieme ad altre
trentaquattromila persone circa.
Come tutti gli altri ci lavora e ci coltiva le proprie inclinazioni, nel suo
caso la lettura e la cucina.
E come gli altri respira quell’aria di mare che ha la stessa valenza chimica
per l’organismo dell’ossigeno o dell’azoto. Sognatore instancabile,
concepisce costantemente progetti di ogni genere a breve, media e lunga
scadenza senza abbandonarne neanche uno.


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>http://www.emilioguardavilla.it

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Scritto da il 9.8.2009. Registrato sotto cucina, ultime_notizie. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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