PIOMBINO: LAVORO ED HANDICAP A CONTRONTO
Bella presenza cercasi sui luoghi di lavoro. Una persona con handicap fisici o mentali mina la sicurezza estetica dei “normodotati”, li mette a disagio, ne suscita la perplessità, li costringe alla riflessione e alla relazione. E’, in altre parole, vista più come un intralcio che come una opportunità.
La psicologa Vincenza Zagaria, costretta da anni su una sedia a rotelle, e che si occupa da molto tempo di sradicare il pregiudizio e di inserire correttamente e con profitto i disabili nel mondo del lavoro, è stata ospite del Tè delle cinque del 15 maggio, organizzato dalla Commissione pari opportunità di Piombino insieme all’associazione Ruggero Toffolutti per la sicurezza sul lavoro.
“Un concetto fondamentale – ha spiegato – è senza dubbio quello del collocamento mirato: conoscendo le reali capacità di una persona è possibile inserirla in un ambito lavorativo all’interno del quale riesca a dimostrarsi produttiva. In fin dei conti, è proprio questo il principale pregiudizio da sfatare: che i disabili non siano produttivi e dunque causino un danno economico alle aziende. Nel corso del mio lavoro ho scoperto che è possibile dimostrare l’esatto contrario”.
La relatrice ha insistito molto sulla necessità di un inserimento ragionato che non lasci soli i soggetti, i quali vanno invece gradualmente avviati all’autosufficienza: questo è sicuramente il modo migliore per arginare il fenomeno della discriminazione, che si fa più pressante nei confronti delle donne disabili. Si tratta di una discriminazione sottile, difficilmente narrabile da parte delle vittime, che partono già da una situazione di svantaggio, e che tende a cancellarne l’identità. Più semplicemente: un collocamento scorretto nel mondo del lavoro risulta dannoso sia perché non aiuta concretamente il disabile, sia perché, non ottenendo i risultati prefissati, alimenta il pregiudizio. “ E infatti – ha continuato la Zagaria – Verificando a posteriori la situazione dei ragazzi e ragazze che ho contribuito ad avviare alla professione tenendo sempre conto delle loro capacità e dell’importanza fondamentale della gradualità, ho notato un dato sorprendente: tutti i soggetti si sono radicati sul posto di lavoro ed hanno raggiunto la piena efficienza.”
Nel descrivere la scarsa attenzione che spesso si rileva nei confronti di questa categoria sociale, la psicologa non ha esitato a portare ad esempio alcune esperienze personali. Come quando, in sala parto, il dottore le chiese sbadatamente di stendersi sul lettino. Della serie “Alzati e cammina”. “ Al che ho risposto che un signore famoso era riuscito nell’impresa duemila anni fa. Da allora più nessuno.” ha commentato ridendo.
La Zagaria ha infine invitato a una riflessione su due punti fondamentali: per prima cosa, ha messo in guardia dalla sindrome che ha definito del “Noi questo l’abbiamo già fatto”, riferendosi agli enti pubblici locali, che spesso si illudono, ed illudono, di aver già applicato pienamente tutte le normative richieste per l’inserimento dei disabili sul lavoro, atteggiamento che denuncia anche la scarsa omogeneità sul territorio italiano delle iniziative volte ad un tale scopo. E poi, riferita a tutte le donne, ha parlato del concetto di “pari opportunità”. Queste sono un punto di forza e un obiettivo, ma devono essere sempre accompagnate da una visione più ampia dell’universo e delle problematiche femminili: altrimenti sarà facile cadere vittime di nuove discriminazioni mascherate da conquiste.
Matteo Toffolutti