CAMPIGLIA: MASSIMO ZUCCONI E IL «COMUNE DEI CITTADINI»

Abbiamo intervistato Massimo Zucconi candidato sindaco della lista civica campigliese «Comune dei Cittadini» per capire, anche con qualche domanda indiscreta, quali sono i suoi obbiettivi con questa nuova “discesa in campo”, e quali i risultati che vuole raggiungere in caso di successo elettorale.

– Perché si è candidato a sindaco oggi che per lei è più difficile invece di farlo quando sarebbe stato facile per lei vincere? E quali le motivazioni?

Le ragioni sono semplici. In passato c’era un partito in cui mi riconoscevo e di cui mi fidavo, chiunque ci fosse a rappresentarlo nelle amministrazioni. Non ho mai avuto ambizioni di carriera politica, di poltrone come dicono oggi, e questo mi ha portato a rinunciare a candidature quando vincere le elezioni era relativamente semplice. Oggi vedo cose che contrastano con la mia coscienza e questo mi ha indotto ad accettare la candidatura per una lista che assume la trasparenza e l’interesse generale come discriminati per il governo della cosa pubblica.

Ho posto due condizioni: che lista e programma fossero espressione diretta dei cittadini, senza vincoli di partito; che ci fossero giovani motivati ai quali potere trasferire conoscenze ed esperienza per aiutarli ad essere cittadini responsabili del loro futuro. Queste condizioni si sono verificate e per questo ho accettato.


– Da più parti si dice che dalla presidenza parchi ha avuto notevoli vantaggi personali ed economici. Cosa c’è di vero?

Niente, e mi chiedo chi sia, e perché, ad alimentare queste voci. Sono stato chiamato dai sindaci a presiedere la Parchi nel 1998. Dal 2002 al 2007 sono stato distaccato dal Comune a dirigere quel progetto a tempo pieno. I miei compensi sono sempre stati deliberati dai sindaci della Val di Cornia e sono stati commisurati al salario che percepivo da dirigente comunale. Dunque nessun vantaggio personale, nessuno. Tanto impegno, invece, ma compensato dalla soddisfazione di aver contribuito, con il personale della società Parchi e con chi mi ha preceduto, alla realizzazione di uno dei progetti più importanti che hanno cambiato l’identità di questo territorio.


– La sua notorietà in ambito nazionale dovuta alla realizzazione del progetto Parchi può aver suscitato qualche risentimento tra gli amministratori della Val di Cornia?

La domanda va posta ad altri. Generalmente, se un’ esperienza viene identificata come buona pratica nazionale, dovrebbe far piacere a chi governa il territorio.


– Lei è stato segretario del PCI negli anni ’80. Come crede che abbiano interpretato questa sua scelta di andare contro “il partito”.

Il “partito” degli anni 80 non esiste più. Nel 2004 non ho rinnovato l’iscrizione ai DS e ho motivato pubblicamente le ragioni: tra queste etica e autonomia della politica. Oggi sono impegnato con una lista di cittadini che non va “contro” nessuno, ne tanto meno contro i partiti, ma esprime valori e un’idea di governo diversa da quella che abbiamo conosciuto nella passata legislatura. Anziché accusarci di fare il gioco di Berlusconi, sarebbe molto più costruttivo un serio confronto sulle cose da fare.


– Come vede le scelte politiche di area della Val di Cornia e di Piombino in particolare?

La Val di Cornia, da oltre 20 anni, è alle prese con la globalizzazione. Dalla crisi dell’acciaio degli anni 80 in poi l’imperativo è stato, giustamente, l’uscita dalla monocultura industriale. Molto è stato fatto, a partire dalla valorizzazione di importanti risorse naturali e storiche, ma oggi servono scelte selettive in grado di far emergere i punti di forza e le potenzialità di questi territori, senza contraddizioni e senza creare dannosi conflitti tra produzione, servizi e ambiente. Considero la Val di Cornia un’area minima di programmazione e, nell’insieme, non mi pare che le scelte compiute siano sempre state all’altezza di questa difficile ma decisiva sfida.


– E’ vero che lei è attaccato alle poltrone?

La mia vita testimonia esattamente l’opposto e chiunque non sia in mala fede lo sa. Parlano i fatti. Potrei fare un lungo elenco di incarichi politici ai quali ho rinunciato. La realtà è che ho vissuto solo del mio lavoro di dirigente pubblico (ottenuto per concorso), nel Comune di Piombino come alla Società Parchi dove mi hanno chiamato i sindaci per le competenze professionali. Cessato quell’incarico, sono tornato a fare il dirigente comunale.


– Quando era presidente della Parchi lei ha sollevato il problema cave solo nella ultimissima parte del suo mandato. Perché non lo ha fatto prima? Perché vi insiste così tanto adesso?

Ho sollevato il problema della cava di Monte Calvi nel 2006 quando si sono verificati gravi episodi per l’incolumità del pubblico nel parco di San Silvestro.
Non conoscevo i piani di coltivazione che il Comune aveva approvato nel 2000 e nel 2002 e mi chiedo ancora perché non abbia sentito il bisogno di consultare la società che gestiva il suo parco. Solo allora ho preso atto che erano state compiute scelte molto discutibili, come le proroghe temporali, la libera commercializzazione del calcare, il raddoppio dei volumi scavabili. Quelle sono state le ragioni che hanno reso più difficile la convivenza tra parco e cava.
Insisto molto su quella vicenda, come quella del cementificio delle Lavoriere, perché è un paradigma delle contraddizioni di questo modo di governare. Non si possono investire milioni di euro pubblici per la valorizzare uno straordinario patrimonio culturale com’è il parco di San Silvestro e nello stesso tempo autorizzare potenziamenti e prolungamenti di una cava che ne minaccia l’incolumità e ne esaspera gli impatti ambientali negativi. In quel caso al Comune è mancata la coerenza strategica e, purtroppo, anche la necessaria trasparenza.


– Quali saranno le sue prime azioni se diventerà sindaco? E quali quelle specifiche contro la crisi?

Trasformare il Comune in una casa di vetro per dare a tutti i cittadini l’idea che è un’ istituzione di cui si possono fidare, a prescindere dalle loro idee politiche.
Contro la crisi bisogna scegliere senza ambiguità i punti di forza e su quelli lavorare con grande coerenza: agricoltura di qualità; patrimonio culturale e paesaggio come basi per la crescita di un turismo responsabile e competitivo; piccola e media impresa legata alle vocazioni naturali e produttive dell’area, collocata in apposite aree senza disseminazioni sparse sul territorio; riqualificazione dei nostri abitati per una migliore efficienza del patrimonio edilizio esistente. Se non imbocchiamo questa strada il rischio è quello di trasformare la Val di Cornia in un aggregato di contraddizioni, senza una precisa identità, omologata e per questo più debole nella competizione globale.


LA LISTA “COMUNE DEI CITTADINI”:

• Zucconi Massimo Professione: Architetto 7/11/53
• Bianchi Vania Professione: Funzionaria enti pubblici 22/5/57
• Carmilla Antonio Professione: Architetto 4/5/53
• Colombini Alice Professione: Psicologa 25/3/81
• Conflitti Mauro Professione: Insegnante 4/4/56
• Farnesi Marco Professione: Studente economia e commercio 10/01/89
• Federighi Anna Paola Professione: Consulente tecnico 19/5/41
• Fiorenzani Davide Professione: Studente scienze motorie
• Gasperini Tiziano Professione: Artigiano 15/12/54
• Grilli Aldo Professione: Funzionario asl 19/5/48
• Liccese Mario Professione: Restauratore 9/9/57
• Massellucci Michela Professione: Operaia 24/3/88
• Migliorini Alberto Professione: Fotografo 1/10/62
• Papi Letizia Professione: Educatrice 27/7/75

• Papi Riccardo Professione: Studente storia contemporanea 9/8/85
• Petrocchi Eleonora Professione: Impiegata 10/9/78
• Rossi Giacomo Professione: Studente geografia umana e organiz. del territorio 28/9/83
• Scafaro Daniele Professione: Studente giurisprudenza 17/2/88
• Signorini Aldo Professione: o.s.a. 28/2/69
• Spinelli Giacomo Professione: Studente giurisprudenza 21/7/82
• Trivisonno Filippo Professione: Allenatore pallavolo 29/6/76

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Scritto da il 7.5.2009. Registrato sotto politica. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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