AMERINI: FRANTOIO URGENTE PER AGRICOLTURA DI QUALITA’

Il capogruppo in consiglio comunale di AN Giampiero Amerini presenta una fotografia preoccupante per l’economia agricola della Val di Cornia e punta il dito sulla lacuna socondo lui più grave: lo stop alla realizzazione del Frantoio a riotorto.

«La grave crisi che ormai ha colpito tutti i settori produttivi – inizia Amerini – non solo del nostro paese, ma di tutto il mondo, non risparmia certo l’agricoltura. Il settore primario, che all’inizio sembrava riuscisse a difendersi meglio degli altri, ora si sta rivelando quello più in difficoltà, almeno nella nostra zona.

Le continue piogge, oltre a pregiudicare le semine dei cereali, ha danneggiato seriamente alcune culture tradizionali della Val di Cornia, come il carciofo, gli spinaci e altri prodotti ortofrutticoli. C’è stato, è vero, un buon raccolto di olive che hanno dato olio di ottima qualità, ma anche in quel settore i problemi non sono mancati. Oltre alle piogge e ai forti venti che hanno fatto cadere a terra i frutti e hanno reso difficoltosa la raccolta, nella nostra zona è mancato il nuovo frantoio che la cooperativa Terre dell’Etruria aveva in programma di costruire presso il centro aziendale di Riotorto. I ritardi nel rilascio della concessione, dovuti a una difforme interpretazione della legge e forse anche da un po’ d’incompetenza e di scarsa sensibilità verso il settore agricolo, hanno provocato enormi danni.

Il presidente della cooperativa Terre dell’Etruria, la più grossa della Toscana nel settore, nell’assemblea per l’approvazione del bilancio è stato chiaro: la mancata costruzione del frantoio pregiudicherà il bilancio del prossimo anno, non solo della stessa cooperativa, ma anche di molte aziende della zona. Sono circa 35.000 i quintali di olive che sono stati convogliati verso altri frantoi, anche distanti, con una perdita di lavoro per la cooperativa di circa mezzo milione di euro. Il danno per i soci non è da meno: basta pensare che con quelle olive sono stati prodotti circa 5.500 quintali di olio che sarà venduto a un euro il chilo in meno. Il particolare controllo sulla lavorazione delle olive permette, infatti, alla cooperativa di ottenere olio di qualità superiore che sul mercato spunta prezzi migliori.

Oltre a questo dobbiamo aggiungere le spese per il trasporto, il maggior costo per la costruzione del frantoio, gli interessi passivi e la perdita di alcune migliaia di q.li di olive (il frantoio di Donoratico non ha la capacità di lavorare tutta la produzione dei soci). La perdita complessiva per la mancata costruzione del frantoio di Riotorto, stimata dai tecnici, supera il 1.500.000 euro: non è certo cosa da poco in un momento di crisi come questo.

Il frantoio, comunque – conclude Amerini – anche se ci saranno notevoli difficoltà economiche da superare, sarà costruito ugualmente. Come ha affermato il presidente della cooperativa: “E’ troppo importante per l’economia agricola della zona”. Il costo per la costruzione dovrebbe essere di poco inferiore ai due milioni di euro: avrà la capacità di lavorare oltre 30.000 quintali di olive e darà lavoro a cinque operai, oltre quelli dell’indotto.

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Scritto da il 17.3.2009. Registrato sotto Economia. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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