METROPOLITAN PIENO PER L’APPUNTAMENTO CON MARCO TRAVAGLIO

Dopo l’appuntamento di settembre, torna a Piombino il giornalista Marco Travaglio e lo fa questa volta su invito dell’associazione «Liberta e Giustizia». A breve potrete vedere, in altro articolo, sul nostro giornale il video integrale dell’incontro-dibattito.

PIOMBINO(LI) – «E’ da molto tempo che il teatro Metropolitan non era così gremito di persone», questa è stata una delle prime osservazioni di Dario Cambi, coordinatore del Circolo Val di Cornia di Libertà e Giustizia, sul palco per presentare il giornalista Marco Travaglio, invitato direttamente dal circolo piombinese dell’associazioni, giunto a Piombino per un incontro pubblico il 13 marzo.

E’ da qui che ha preso avvio il lungo monologo di Marco Travaglio il quale ha istituito un nesso tra il sentore comune di star ormai vivendo in un brutto periodo per l’intera nazione in cui l’informazione non può e non fa il suo dovere con il gran numero di persone presenti. Tema dominante è stato quello della crisi declinata nel suo aspetto finanziario ma anche in quello della sicurezza. Sono molti coloro che puntano sul crollo dell’Italia come prima nazione in Europa succube dell’effetto domino che si è instaurato a partire dalla disfatta della Lehman Brothers in America ma, contro questi, ci sono le rassicurazioni del nostro premier Silvio Berlusconi che, su Repubblica, afferma “che noi non crolleremo”.

Un aspetto che grava sulla nostra economia, secondo il giornalista torinese, è il partire in negativo all’inizio di ogni anno; dobbiamo infatti pagare un debito pubblico di 80 miliardi di euro derivante dal governo CAF (acronimo dell’alleanza Craxi, Andreotti e Forlani) degli anni ’80, 50 miliardi provenienti dalla dilagante corruzione ed un’evasione fiscale che copre 250 miliardi di imponibili. Ci si chiede perciò come sia possibile, per il governo, che si possano trovare finanziamenti da trasformare in assegni per i disoccupati, come proporrebbe l’attuale segretario del Partito Democratico Dario Franceschini, oppure fondi per supportare la crescita del paese od anche benzina per le macchine della polizia che restano altrimenti inutilizzabili.

Paradossale è che, comunque – sempre secondo Travaglio – si riescono a trovare 4 miliardi da dare alla CAI (Compagnia Aerea Italiana nata per il rilevamento di Alitalia e Air One) mentre la parte malandata è addossata sulle spalle delle finanze dei cittadini. Anche la stessa proposta di Franceschini andrebbe però a colpire coloro che pagano correntemente le tasse perché vorrebbe aumentare del 2% l’Irpef a chi guadagna più di centomila euro l’anno; è però una minoranza quella che dichiara un tale reddito mentre gli altri sono la maggioranza che evade. Logica conseguenza sarebbe che fossero i ricchi a dover pagare maggiori tasse ma questi sono gli stessi che danno una percentuale più alta di voti.

Per quello che riguarda la crisi sul versante della sicurezza, il precedente governo di sinistra ha completamente perso per quanto riguarda la questione dell’indulto ma, nello stesso pacchetto sicurezza che stava per essere varato, si fingeva solamente di risolvere il problema. Amato aveva infatti proposto di incarcerare gli accattoni, i graffitari oppure coloro che detenevano illegalmente bombolette spray (come se questi fossero i veri crimnali). A Firenze, invece, si chiedeva l’arresto dei lavavetri senza però specificare bene quali fossero i vetri incriminati per poi correggere il tiro delimitando tali vetri a quelli delle macchine ferme agli incroci stradali.

Ciò che nel nostro paese ci divide dall’avere una giustizia efficiente è la presa di coscienza che se il sistema giudiziario funzionasse correttamente i primi ad essere incarcerati sarebbero gli stessi politici. Berlusconi, nella speranza di evitare questo, decise dapprima di bloccare tutti i processi in corso ed, in secondo luogo, con il Lodo Alfano, di bloccare solo quelli riguardanti le quattro più alte cariche dello Stato che godrebbero così di immunità secondo il nuovo principio “la legge è uguale per tutti tranne che per quei quattro” che potrebbe ricordare, seppur in modo preoccupante, lo slogan dei maiali de “La fattoria degli animali” di George Orwell, “Tutti gli animali sono eguali ma alcuni animali sono più eguali degli altri”.

D’altro canto, ha notato Travaglio, non possiamo dire di riscontrare svariati problemi amministrativi e non solo per il semplice fatto di essere governati dalla destra poiché in Francia, per esempio, sembra che il governo Sarkozy sia sufficientemente efficiente nelle svolgere le proprie mansioni investendo, in questo momento di crisi, proprio nella scuola pubblica al contrario di ciò che sta accadendo in Italia. Negli Stati Uniti, il neo presidente Barack Obama, investe nelle auto verdi e in una buona politica ambientale grazie alla quale, negli USA, ci sono persino dei paesi con un tasso di rifiuti pari allo zero. In Italia siamo invece fossilizzati a parlare di inceneritori, o meglio termovalorizzatori, mentre ci vantiamo che a Napoli abbiamo il 20% di raccolta differenziata quando anche nella sola Calcutta potremmo raggiungere il 40%.

Sempre dal punto di vista della sicurezza, per dare l’impressione che si stiano prendendo provvedimenti, sono stati mandati circa trecentomila soldati nelle strade e gli stessi cittadini si stanno organizzando in ronde notturne per pattugliare le proprie città nel vano tentativo di arrestare qualche malvivente.
Pensando a tutte queste cose, continua Travaglio, non sarebbe difficile fare opposizione, se questa esistesse, perché l’unica cosa che Berlusconi non è in grado di fare, probabilmente perché non rientra nei suoi interessi o perché non vi è molto portato, è proprio governare. E’ quindi sul problema della sicurezza che si dovrebbe radicare l’opposizione a questo governo, lanciando idee chiare e sfidandolo. Ci si chiede perciò perché non abolire un grado di giustizia dal momento che, in Italia, i processi vanno sempre più a rilento e siamo arrivati al paradosso che c’è più convenienza nel dichiararsi innocenti aspettando la prescrizione del reato quando in paesi come gli Stati Uniti a dichiararsi innocenti quando non lo si è si rischia e, com’è giusto, si ottiene la pena massima senza sconti.

«Questo è quindi uno dei motivi per cui importiamo criminalità: in un paese dove non c’è certezza della pena e dove lo stesso capo del governo dovrebbe essere in carcere abbiamo, per esempio, il 40% dei latitanti rumeni che trovano qua la loro salvezza».

Negli ultimi minuti Travaglio ha poi parlato dei reati di prostituzione e di stalking, indetti dal ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna, e del caso dello stupro al parco Caffarella a Roma nel quale si è voluto procedere con il “metodo Maigret”, come detto dal questore Caruso, ovvero in modo tradizionale senza l’uso di intercettazioni che, d’altra parte, avrebbe reso più veloce l’indagine che non è ancora giunta a conclusione.

Al termine del suo lungo intervento Travaglio si è dedicato alla consueta firma degli autografi sui libri che erano stati precedentemente venduti nella hall del cinema Metropolitan. Per un’improvvisa anticipazione della cena e del conseguente impegno che il giornalista aveva in serata a Pisa per il momento è saltata la prevista intervista della nostra testata.


Serena Scateni

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Scritto da il 15.3.2009. Registrato sotto sociale. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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