L’ALLEGRIA ED AMAREZZA DI EDUARDO DE FILIPPO AL METROPOLITAN

«Ditegli sempre di sì», uno dei più importanti titoli della drammaturgia di Eduardo de Filippo, è il prossimo appuntamento della stagione teatrale piombinese, in scena al teatro Metropolitan lunedì 2 marzo ore 21,00, con Geppi Gleijeses e Gennaro Cannavacciuolo.

Geppi Gleijeses, attore e regista della commedia, uno degli ultimi e prediletti allievi di Eduardo De Filippo considerato come il miglior attore napoletano della sua generazione, sarà a Piombino il pomeriggio di lunedì per incontrare il pubblico. Alle 18 nella saletta rossa del palazzo comunale sarà intervistato dalla giornalista Maria Antonietta Schiavina.
La pièce teatrale, scritta nel 1927, in due atti, è una prova del genio esilarante, amaro e grottesco di Eduardo: agli echi ricorrenti da Il medico dei pazzi e Le 99 disgrazie di Pulcinella si sovrappongono numerose suggestioni pirandelliane (Enrico IV, Il berretto a sonagli …). Il lavoro si inscrive nel genere della pochade scarpettiana contraddistinto da intrecci complicati, intrighi ed equivoci, che trovano una soluzione prevedibile e tranquillizzante alla fine della commedia.

Michele Murri, protagonista della vicenda, è un pazzo vero, «che è fissato sulle parole, dice che la gente non parla con le parole appropriate, crea degli equivoci e fa dei pasticci». Quando esce dal manicomio sembra perfettamente «a posto»: cortese, attento, affabile. Eppure prende tutto troppo sul serio: se la sorella zitella dice che le piacerebbe sposare il vicino di casa, corre subito a raccontare in giro di questo matrimonio; se un amico di famiglia giura che farà pace col fratello solo da morto, ecco che si affretta a mandare un telegramma con la dolorosa notizia; se un vicino dà del pazzo a Luigino, un giovanotto che corteggia la figlia, Michele si precipita a cercare di tagliare la testa al povero innamorato, perchè la testa, dice lui, è il luogo dove s’annida la pazzia.

La coerenza del povero matto, la sua allucinata coerenza, finisce inevitabilmente per riportarlo in manicomio. Ma la sua pazzia è senza furore, candida e pietosa, insieme; si impenna solo quando, con una non velata allusione al clima di quel periodo, cinque anni dopo la marcia su Roma, viene prospettata la decapitazione del “diverso” e dell’“emarginato”.
Accanto alla follia di Michele c’è poi la diversità del giovane Luigi Strada, un “pericolo per la società”, mezzo attore, medico, artista, letterato, uno “stravagante”, nell’epoca in cui la stravaganza era una minaccia per l’ordine costituito. E Teresa, la sorella di Luigi, custode delle sue sofferenze, descritta come “mancante di qualche rotella”, è al limite della normalità, qui interpretata da Gennaro Cannavacciuolo, senza il minimo ricorso al travestitismo.

Dopo un’ora e mezza di risate e di segnali inquietanti, il testo vira e trascolora nel dramma. Il grande teatro napoletano del secolo scorso funziona così: si ride e si piange, passando da una scena all’altra, a volte da una frase all’altra nella stessa battuta.

La stagione Teatrale 2008/2009 è organizzata dal Comune di Piombino in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo e con il contributo di Enel.
I biglietti potranno essere acquistati, come di consueto, il giorno stesso dello spettacolo presso il Teatro Metropolitan, a partire dalle ore 16.

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Scritto da il 1.3.2009. Registrato sotto cultura. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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