QUALE SITUAZIONE PER I PARAPLEGICI IN VAL DI CORNIA?

Il nuovo Presidente della Società della Salute Val di Cornia Anna Tempestini e l’ASL 6 cercano, per quanto possibile, di rispondere alle richieste fatte dal Sig. Enrico Fedi per conto dell’Associazione Toscana Paraplegici, recentemente apparso sulla stampa locale, e che riportiamo al termine dell’articolo

«Per quanto riguarda la presa in carico dei cittadini paraplegici esiste un protocollo elaborato dalla Regione Toscana nel 2003, che parte dalla identificazione di Case-Manager (vale a dire un referente specifico) per i soggetti paraplegici che è unico in ogni Zona Sanitaria.

Il Case-Manager riceve il primo input dal Centro di Firenze (C.T.O.). A seguito di ciò viene attivato un Nucleo di Valutazione (G.O.M.) per costruire un piano individuale. Il piano comprende diversi tipi di intervento.

Per quanto riguarda l’attività di riabilitazione per il mantenimento delle capacità fisiche, il paraplegico, come altri cittadini con problematiche fisico-motorie, può fare alcuni cicli di terapia annuali.
Nella nostra Zona, da diversi anni, in accordo con l’Associazione Toscana Paraplegici, si è attivato un percorso presso un locale del Centro di Riabilitazione di Campiglia M.ma finalizzato a questi pazienti, anche come momento di socializzazione.

Le pratiche fisioterapiche venivano condotte da una Cooperativa di Servizi con fisioterapisti. Al momento della scadenza del contratto con la Cooperativa, che poteva essere rinnovato, la stessa Cooperativa recedeva, adducendo a motivazione contrasti sorti tra i pazienti per la gestione dei piani terapeutici. Questi sono di competenza del tecnico che ha il compito di definire i le modalità ed i tempi di somministrazione della propria attività in accordo con gli specialisti che hanno formulato i piani terapeutici.

E’ da quel momento che si è interrotta l’attività e, contestualmente, è stata ricercata una modalità di gestione, in accordo con l’Associazione.
L’Associazione esprimeva la volontà di gestire direttamente, attraverso una convenzione, le attività riabilitative. Alla fine di un percorso che l’Associazione ha voluto perseguire, si è arrivati ad un nulla di fatto in quanto non vi erano in questo percorso le condizioni di legittimità.

Il Responsabile di Zona, ad inizio 2009, precisava di poter dedicare 12 ore (tante erano le ore dedicate precedentemente) per cittadini con grave handicap al fine del mantenimento delle loro condizioni fisiche; infatti il Terapista della Riabilitazione inizierà la sua attività a partire dal 1° Marzo p.v.-. Nel frattempo, comunque, possono essere attivati cicli terapeutici individuali.

Il Presidente dell’Associazione, insieme alle critiche sempre ascoltate, potrebbe anche riconoscere che il livello assistenziale offerto dall’Azienda USL 6 ricomprende numerosi interventi che vanno dalle pratiche riabilitative alla fornitura di ausili di alto livello, da finanziamenti per progetti di vita indipendente a rimborsi per modifiche strumentali alle auto, da rimborsi per interventi privati a progetti individuali per aiuto alla persona, da aiuti economici di vario tipo a percorsi di sostegno per inserimenti lavorativi ai sensi della Legge 68/99 ed inserimenti socio terapeutici.

Pur comprendendo che tutto questo possa essere individualmente insufficiente, è doveroso da parte nostra mantenere un dialogo con l’Associazione, che potrebbe utilizzare la forma della conferenza, con l’apporto di tecnici esperti dei settori per assicurare le migliori condizioni di fronte alle risorse disponibili per raggiungere obiettivi di salute.

Crediamo importante il rapporto con l’Associazione Toscana Paraplegici e con le altre Associazioni dell’area della disabilità al fine di condividere percorsi rispondenti ai bisogni complessivi, alla sostenibilità degli stessi confrontandoli con tecnici ed esperti di livello locale e regionale.
Anche i tavoli di confronto per la costruzione del P.I.S. in ambito zonale della SdS sono lo strumento necessario per il confronto.

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I disabili restano senza riabilitazione

PIOMBINO. Paraplegici ancora senza la riabilitazione. Lo sono da settembre. Dall’Asl è arrivata una proposta giudicata, però, insufficiente dall’Associazione toscana paraplegici. Che è il punto di riferimento dei disabili che utilizzano il servizio fisioterapico di Campiglia. Non è questa l’unica contestazione che Enrico Fedi, alla guida della sede comprensoriale dell’associazione, muove agli amministratori pubblici. E non soltanto dell’azienda sanitaria. Perché non va.

«Nell’ultima riunione, Dino Franceschini ci ha detto che assumerà, in tempi non meglio definiti, un fisioterapista per riattivare il servizio», spiega Fedi. Il monte ore settimanale proposto dal responsabile di zona dell’Asl è di 12 ore: «Non bastano. Per coprire adeguatamente le necessità – aggiunge – di ore ne occorrono almeno 16. Meglio se suddivise tra due operatrici. Altrimenti, basta un’assenza qualsiasi e risiamo punto e a capo».

Il rappresentante dell’associazione ricorda che sono dieci i paraplegici, anche bambini, che si rivolgono alla struttura e che ce sono almeno tre in lista d’attesa. «Per come è articolata – prosegue – la proposta dell’Asl rischia di far saltare anche la funzione sociale, di aggregazione, che si è consolidata nel centro. E non è neanche sintonizzata con i collegamenti Atm». Proviamoci. Franceschini invita ad affrontare le cose un passo per volta. «Intanto – dice – ripartiamo così. Questione di pochi giorni ed entrerà al lavoro, come dipendente nostro, un fisioterapista con 36 ore di contratto in tutto. Vedremo se sarà possibile aumentare le ore e introdurre correttivi».

Il risparmio dov’è? «Una persona paraplegica – insiste Fedi – necessita delle sedute di fisioterapia in maniera continuativa, per mantenere l’organismo in buone condizioni. Interrompere i trattamenti a lungo può comportare il sorgere di problemi muscolari e alle articolazioni. E infatti, tre di noi questo mese dovranno partire per l’Unità spinale di Firenze. Solo loro, e solo per questo ricovero, costeranno alla Regione quei 15mila euro con cui poteva essere garantito un fisioterapista per un anno».

Caro assessore. La questione della fisioterapia saltata, che in qualche caso i disabili si sono pagati da soli a trenta euro l’ora, (con pensioni ridottissime) induce Fedi a rivolgersi anche all’assessore Anna Tempestini, nella nuova veste di presidente della Società della salute: «Ha detto che è felice del nuovo ruolo in un ente che eroga ottimi servizi. Quanto siano ottimi – conclude – venga a spiegarlo a noi».

V.P. Il Tirreno 01-02-09

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Scritto da il 12.2.2009. Registrato sotto sociale. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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