CHIUDE LA BANCARELLA: IL FUNERALE DELLA CULTURA PIOMBINESE

Chiude “La Bancarella”, e anche la nostra testata si unisce alle altre attestazioni di stima e affetto per Enrico e Stefania, che per amore, e non solo per soldi, hanno tenuto aperto per tanti anni questo vero e proprio centro della cultura piombinese. Cosa succederà adesso a Piombino? Non lo sappiamo, ma sicuramente ora c’è un motivo in più per essere tristi per questa fine d’anno.

«Addio a La Bancarella, quindi. La libreria che ha segnato la mia vita, facendomi innamorare della lettura e dei libri. Me lo ricordo sempre, quel giorno di dicembre del 1989. Faceva molto freddo, era un sabato prima di Natale ed ero in prima elementare, avevo sei anni. Mio padre, quel pomeriggio, mi portò prima alla Biblioteca comunale – dove presi in prestito il mio primo libro e poi alla libreria La Bancarella dove mi comprò un’edizione delle fiabe di Andersen. Lì conobbi per la prima volta Enrico e Stefania (prima dell’incidente che segnò lei indelebilmente lei), che mi fecero girare tra gli scaffali dell’austera, ma molto calda e operaia libreria, nella colorata sezione per l’infanzia, in mezzo ad un mondo per me fino ad allora sconosciuto.

Da quel momento ho sempre vissuto un rapporto intenso con loro. Pur essendo un venticinquenne forse appartengo all’ultima generazione che ancora si ricorda il primo libro acquistato e non la prima playstation… o il primo telefono cellulare… ho sempre considerato importante il rapporto con il mio libraio di fiducia (tanto che – quando mi sono trasferito a Firenze – ne ho voluto scegliere un altro, che si è aggiunto a loro), un rapporto intenso e personale, come – e forse anche maggiore – di quello che si può avere con il proprio medico.

Nel corso degli anni il rapporto si è stretto maggiormente, oltre al rapporto commerciante-cliente, con la loro partecipazione a molte mie imprese culturali nella città e la mia collaborazione alle loro. Ultima in ordine temporale, ma non meno importante, la creazione della editrice La Bancarella e la riesumazione della storica rivista Il libro volante (che ora è nuovamente in stand-by vista anche la tiepida accoglienza locale), ma è da cinquant’anni che La Bancarella (più di trenta nella gestione diretta di Enrico e Stefania) è punto di riferimento insostituibile del territorio livornese e grossetano.

Vendere libri non è affatto la stessa cosa che proporre un salame in offerta, ci vuole passione, competenza, onestà e amore per i libri stessi, per i loro contenuti a volte anche scomodi.

Ci vuole il coraggio di mettere in vetrina l’ultimo libro (magari autoprodotto) dello sconosciuto autore locale o nazionale che però vale, o del piccolo editore di qualità invece del cartonato Mondadori che parla dei personaggi della tv, ci vuole la comprensione dei desideri, degli interessi e del percorso umano e culturale di ogni singolo utente, perché il vero libraio considera i frequentatori della sua libreria non come semplici clienti ma come utenti di un servizio che lui mette a disposizione della comunità. (….)

Il lavoro del libraio è un mestiere molto serio, ed Enrico e Stefania, in mezzo a mille difficoltà personali, lo hanno onorato con dedizione e impegno costante.

Senza di loro uno degli ultimi brandelli della cultura piombinese se ne va, nell’indifferenza della maggioranza dei piombinesi (che spero si accorgano di questo errore e che gli permettano di chiudere senza debiti comprando scontati la grande mole di libri di grande pregio che la libreria ha) e dell’amministrazione comunale (che poteva, per esempio, cercare e incentivare il subentro di giovani energie grazie anche ai fondi europei). Forse è più funzionale al manovratore il non difendere spazi di discussione, critica e accrescimento culturale, perché chi ha frequentato questo luogo di libertà non si fa convincere solo dai bei sorrisi ma dal merito delle questioni. Un luogo di libertà e cultura che ha fatto la storia della città e che ora chiude. Oggi ho un motivo in più per essere triste».


Andrea Panerini

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Scritto da il 15.12.2008. Registrato sotto cultura. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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