SUVERETO, IL PAESAGGIO, IL FUTURO E L’AZIENDA MURATORI

Abbiamo intervistato Francesco Iacono, vice Presidente e Responsabile del «Progetto Arcipelago» dell’Azienda Agricola Fratelli Muratori, azienda che il prossimo 13 settembre 2008 inaugurerà proprio a Suvereto la nuova cantina che… “non c’è”, situata in località Poggetto alle Pulledre, dove nascono e vengono imbottigliati i vini della tenuta “Rubbia al Colle”.

Sabato 13 settembre sarà inaugurata la cantina della tenuta “Rubbia al Colle” a Suvereto. Perché avete scelto Suvereto?
All’interno della Toscana che nel 1999 ha iniziato a suscitare il nostro interesse, la maremma costituiva il territorio più interessante. Suvereto e la Val di Cornia, presentava ancora terreni vergini. Si vedeva che c’erano delle potenzialità da esprimere, ma concentrate su una viticultura molto piccola. Oggi parliamo di 450 ettari di viticultura effettiva in Val di Cornia, ma due aziende (Petra e Rubbia al Colle) ne rappresentano più di 150 e hanno iniziato nel 2000.
Io inoltre coscevo già questa zona per degli studi che ho condotto precedentemente come ricercatore e collaboratore del professor Attilio Scienza che era consulente dell’azienda Moretti. Io lavoravo per l’azienda Muratori e dalla convinzione di entrambi che questo territorio fosse importante, da quest’idea, è nata la cantina di Suvereto – Val di Cornia.

Come avete trovato il territorio sia dal punto di vista umano che paesaggistico?
Dal punto di vista umano, il territorio è molto recettivo, e ci ha accolto con interesse e curiosità, ha da subito immaginato le potenzialità che potevamo esprimere, ma allo stesso tempo “guardingo”, osservatore con attenzione di quello che stiamo facendo. E questo è un atteggiamento corretto, di non essere ingenuamente aperti a chi viene da fuori. Il suveretano è molto attaccato alle proprie radici, ed è attento che le cose siano fatte bene.

Dal punto di vista paesaggistico, questo tema sarà proprio l’oggetto della tavola rotonda che si terrà durante l’inaugurazione della tenuta. Immaginiamo il paesaggio come una delle grandi risorse ambientali che ha il nostro territorio. Lo immaginiamo come una sorta di “teatro” dove l’uomo è al contempo sia attore che spettatore, con un importanza duplice: immaginare che quello che si fa abbia un impatto verso il turista, e contemporaneamente essere consapevoli che noi siamo artefici dei cambiamenti che provochiamo con il nostro agire.

La Val di Cornia ci è apparsa come un territorio in parte inviolato, in parte fortemente aggredito nella bassa valle. Questa contrapposizione la riteniamo uno stimolo per noi ad agire sul territorio con la finalità, la missione, di contribuire all’abbellimento del paesaggio (oltre all’obbiettivo primario di fare il vino). E’ un paesaggio strano e contraddittorio, da un lato agricolo, e dall’altra parte un territorio in cui l’uomo è entrato pesantemente e, col senno di poi, in una maniera che poteva essere migliore.

All’inaugurazione sono previsti relatori di prestigio proprio sul tema del paesaggio, ambiente e agroecologia. Ci può fare qualche anticipazione sui nomi dei relatori?
Ad oggi stiamo ancora verificando le disponibilità dei numerosi relatori, che devono sciogliere la loro riserva entro luglio. Non fanno comunque parte del mondo del vino e delle aziende a questo legate, ma sono relatori che affronterano il tema del paesaggio, in particolare quello rurale, dal punto di vista estetico (cura e abbellimento), ma che daranno il loro contributo anche sulla “ristrutturazione” del senso di paesaggio, che vive intorno all’uomo, che lo modifica in base alle proprie esigenze. Ma negli anni il ruolo del paesaggio è cambiato, in funzione del contesto socio economico che si va a realizzare. Vorremmo che questi relatori portassero le loro esperienze a 360°: la cultura del bello e la cultura dell’utile.
Saranno presenti professori universitari, degli studiosi che ci potranno dare delle “visioni”, che ci faranno immaginare qualcosa di diverso, ed il vino sarà solo un elemento, tra i tanti, del paesaggio.


Quale è la visione vitivinicola della “Fratelli Muratori”, in particolare con il “Progetto Arcipelago” di cui lei Francesco Iacono è responsabile?
La nostra visione vitivinicola è quella di rispettare e valorizzare i territori dove ha scelto di esistere. Il progetto arcipelago si colloca su quattro territori italiani: la Franciacorta, la bassa maremma livornese, il sanio beneventano e l’isola d’Ischia, con lo scopo di produrre vini di qualità.
A questo si associa cosa la Muratori deve fare per poterla realizzare. In cantina sicuramente, ma anche e soprattutto in campagna, in vigna. Sembra un discorso banale, ma quando si progetta l’inserimento di un vigneto in un contesto paesaggistico, allora le cose non sono così banali come potrebbero apparire.
Se noi scegliamo un territorio come Suvereto, non è per fare banalmente il vino che oggi il mercato appare richiedere, ma è per fare il vino che per noi rappresenta in maniera più coerente quella che è la personalità del paesaggio.

Potremmo sembrare dei “sognatori”, perchè tutti dicono che va seguito il mercato, ma siamo convinti che se agiamo coerentemente con il territorio, possiamo comunicare che questo prodotto ha davvero le radici nel territorio, e attirare la curiosità sull’unicità del nostro vino e non del mercato globale. Se questo vino può essere prodotto in altri posti del mondo senza poterlo riconoscere è una follia. Il paesaggio da delle informazioni all’uva di tipicità. Il vino può essere immaginato metaforicamente come “goccie di paesaggio” e questo vale per tutte e quattro le tenute.

Muratori è una delle poche aziende vitivinicole che possiede un sistema informatico per gestire il vigneto. Sarà applicato anche a Suvereto? I dati raccolti potranno essere utili anche per la comunità?
Il vigneto è stato piantato nel 1999, ed il sistema è già attivo perchè ci sono diversi motivi in quanto il “Progetto arcipelago” di per se è un network, essendo mia la responsabilità, e non potendo essere io dappertutto mi affido ai collaboratori sul territorio (a Suvereto il dott. Gaetano Conte) e al contempo queste persone possano dialogare in modo moderno con una banca storica dei dati informatizzata, che viene costantemente aggiornata sia in vigneto che in cantina.


Sono dati riservati o possono essere utilizzati dalla comunità di Suvereto?

Non sono dati riservati, la vigna vive di trasparenza e il nostro lavoro di viticultura è facilmente verificabile. Siamo convinti ad esempio che sia possibile “inerbire” le nostre vigne anche in un ambiente arido come Suvereto, e nessun altro viticoltore lo fa sul territorio.

Se qualcuno è curioso e vuole sapere quali sono i motivi che ci hanno portato a certe decisioni lo può chiedere tranquillamente. Mettere tonnellate di dati su internet ovviamente è inutile, sarebbe sovra informazione difficilmente comprensibile, ma la nostra banca dati è a disposizione per rispondere alla curiosità di chi lo richiederà.

Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno della Val di Cornia?
Dal punto di vista tecnico (l’azienda Muratori) sono più gli aspetti positivi che negativi, in quanto il territorio si sta dimostrando molto aderente alle aspettative dell’azienda, che sta raggiungendo la qualità dei vini rossi che aveva previsto.

Dal mio punto di vista umano (le emozioni e i sentimenti di Francesco Iacono sul territorio) questi luoghi sono affascinanti e si scopre che c’è un passato ricco di cui la gente è orgogliosa, ma del quale alle volte ne conosce troppo poco.
Spesso si verifica anche in queste zone, dove l’attaccamento alla propria terra è, o dovrebbe essere, molto forte, poi ci si accorge che abbiamo passato degli anni dove si tende a dimenticare da dove veniamo, perchè abbiamo fatto certe cose, o perchè non le abbiamo fatte.
Questo ad esempio lo abbiamo notato con il nostro progetto dei “Gusti della Val di Cornia”, durante il quale abbiamo cercato di raccogliere i dati e riattivare la conoscenza sull’alimentazione tradizionale della Val di Cornia. Abbiamo faticato a far riemergere il ricco passato di questo territorio, perchè se si incontra la persona media sembra che la Val di Cornia stia nascendo adesso. E questo è l’aspetto che mi ha più colpito.

La potenzialità di questo territorio è enorme. C’è tutto. Mare stupendo, entro terra stupendo, potenziale turistico, potenziale ambientale, potenziale agricolo, insediamenti urbani bellissimi (Suvereto e Campiglia), le terme, la storia, ecc.
Qualsiasi aspetto si va a toccare la Val di Cornia ce l’ha. Se si riuscisse a creare sinergie forti tra tutti gli elementi della zona, (e le amministrazioni locali comunque stanno lavorando in questa direzione) non so chi possa battere questo territorio. Il futuro sembra quasi già dettato, bisogna solo iniziare a percorrerlo.

Un pò di gossip, ci può fare qualche nome degli invitati che parteciperanno al pranzo preparato da Vissani?
E’ necessaria una precisazione: la giornata di inaugurazione si divide in due momenti, la prima parte con la tavola rotonda sul paesaggio la mattina e la seconda più “festaiola” il pomeriggio. E ovvio che i due pubblici sono diversi.
La tavola rotonda ci piacerebbe che fosse l’inizio di un attività periodica di Rubbia al Colle verso il pensare. La maremma ha tutto ma per noi è lo spazio del pensiero, per fermarsi a pensare. La tavola rotonda è l’inizio del nostro progetto di comunicazione non solo dal punto di vista enologico. Sarà aperta a tutti i giornalisti che potranno parlare della Val di Cornia, non solo come territorio in cui oggi, casualmente, si fa del vino, ma di una zonza che ha la ricchezza di parlare ed affrontare il contemporaneo. Saranno pesenti anche delle autorità, nei limiti delle loro attività istituzionali. Un parter di grande rilevanza e prestigio.

Giuseppe Trinchini

LA SCHEDA:

FRANCESCO IACONO – Vice Presidente – Responsabile Progetto Arcipelago

Francesco lacono, quarantenne, sposato, 2 figli, è, dal gennaio 2000, Direttore Generale dell’Azienda Agricola Fratelli Muratori, alla cui realizzazione, avviata nel 1998, ha collaborato fin dall’inizio come consulente.

Laureato in Scienze Agrarie, abilitato alla libera professione di agronomo, riconosciuto con la qualifica di enologo, ama definirsi vitienologo, per riassumere entrambe le sue specializzazioni. E sceso in campo dopo una pluridecennale attività accademica di ricercatore. Questa si è concentrata sulla vitivinicoltura, prima presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, poi presso l’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige. Allievo prima
collaboratore poi sia del Prof. Fregoni sia del Prof. Scienza, nel suo curriculum ci sono le e tappe di un percorso scientifico supportato da numerose esperienze internazionali (Australia, Nuova Zelanda, Ungheria, Perù, Argentina, Brasile) e da una notevole serie di pubblicazioni. La sensibilità verso il vino si concretizza in una passione per l’applicazione scientifica dell’analisi sensoriale, di cui è esperto e docente in vari corsi accademici.

Sua la creazione di un gruppo di analisi sensoriale permanente all’interno dell’Istituto Agrario S. Michele dell’Adige per il quale è stato a lungo, anche e soprattutto, responsabile dei progetti di ricerca in viticoltura. La passione per il mondo della vite lo vede attento alla sua storia, alla sua fisiologia e alla sua finalità produttiva.

La conoscenza delle valenze del territorio, propria dell’agronomo, e l’attenzione alla gestione della fisiologia del vigneto, convivono con pari intensità con la ricerca della massima personalizzazione dei vini.

In lacono, le qualità e il patrimonio culturale del tecnico si fondono con doti umane e di sensibilità, trasmesse nella progettualità dell’impresa e nel contatto con il gruppo di collaboratori diretti.
Il Progetto Arcipelago dell’Azienda Agricola Fratelli Muratori porta la sua firma.

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Scritto da il 23.7.2008. Registrato sotto Economia. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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