CAMPIGLIA: POLEMICHE SULLE CAVE, MA IL DANNO RESTA

Il sindaco Silvia Velo polemizza con Zucconi e il Comitato per Campiglia, che replica per le rime. Anche il segretario del PD, tirato in causa perchè nessuno del suo partito era presente all’incontro dice la sua. Ma intanto il danno resta e i ripristi sono ancora lontani a venire.



Il video che prova lo stato di Monte Calvi


VELO: L’AUMENTO DEI VOLUMI CONCESSO PRIMA DELLA NUOVA PROPRIETÀ

Il sindaco Silvia Velo, dopo l’assemblea sulle cave che si è svolta Venturina, organizzata da Legambiente e dal Comitato per Campiglia, interviene per dare la sua ricostruzione della vicenda, respingendo quella fatta dall’architetto Massimo Zucconi, che aveva parlato di “occultamento” dei fatti.

«In realtà – sostiene il sindaco Velo – si fa riferimento a questioni ben note perché oggetto non solo di atti pubblici, ma di dibattiti in consiglio comunale e assemblee cittadine, presentandole in modo tendenzioso e accompagnandole con affermazioni false o distorte così da arrivare a presunte clamorose rivelazioni».
Velo entra quindi nel merito della polemica sul rilascio della documentazione. «Ogni cittadino paga le fotocopie, non si capisce perché non dovrebbero farlo un comitato o un architetto». Il sindaco contesta che ci sia stato un piano di coltivazione risalente al 1994, poi un ipotetico piano di coltivazione del 1998 con proroga al 2016 e una nuova autorizzazione nel 2000. «In realtà nel 1994 non fu nessun piano coltivazione, ma un protocollo d’intesa che impegnava il Comune ad approvare un piano di coltivazione e ripristino ventennale e la Lucchini ad erogare il contributo che serviva ad acquisire il Parco di San Silvestro».

«Il piano previsto dal protocollo – precisa Velo – è stato presentato dalla proprietà nel 1996, approvato dal consiglio comunale nel 1998 con scadenza 2016 e infine autorizzato con determinazione dirigenziale nel 2000 perché nel frattempo era entrata in vigore la legge regionale 78 del 1998 che definisce questo atto di competenza dirigenziale. La liberalizzazione della vendita del materiale risalente al ’97, successiva alla presentazione del piano avvenuta nel ’96, è stata decisa – sostiene il sindaco – per motivi di sicurezza e di tutela ambientale, per evitare l’accumulo di materiale di scarto in area di cava».
«Altre falsità – aggiunge – vengono affermate sullo stato dei ripristini, più volte smentite dal collegio attività estrattive. In tutta la parte alta della cava è ormai ben visibile il ripristino eseguito. Il ritardo che si può rilevare è il frutto delle anticipazioni nelle fasi di coltivazione che hanno interessato la parte bassa della cava. Oggi tali anticipazioni sono terminate e la cava ha ripreso a lavorare secondo il piano originario. Quindi il tempo del ripristino perso prima, sarà recuperato più avanti per effetto della coltivazione già effettuata».

Il sindaco Velo dice di non essere a conoscenza di un progetto di recupero ambientale e della cava dell’architetto Panichi, ma questa parte dell’intervento è chiarita (in un pezzo che pubblichiamo in basso) dallo stesso interessato. Velo comunque sottolinea che: «Il ripristino di tutta la cava, e pertanto anche la parte che rientra nel Comune di San Vincenzo, è inserito nell’unico progetto di coltivazione presentato al Comune di Campiglia e da noi approvato con il parere di San Vincenzo in sede di conferenza di servizi. Tanto più che i controlli sia dell’escavazione che del ripristino li ha sempre svolti il personale tecnico di Campiglia, anche per la parte fuori dal proprio territorio».
Ma l’insinuazione più grave per il sindaco è quella relativa alla modifica del piano di coltivazione, «la cui autorizzazione come più volte è stato detto, risale all’agosto del 2002. L’autorizzazione si basa su una richiesta avanzata dalla proprietà Lucchini nel luglio 2000, sono stati necessari due anni e due conferenze di servizi per arrivare al rilascio dell’autorizzazione nell’agosto 2002. Il subentro della nuova proprietà, che data 2004, è come evidente successivo».

Anche il riferimento al protocollo sottoscritto dal Circondario, dai Comuni e dalla Regione Toscana «è inesatto. Infatti è dell’ottobre 2002, quindi è successivo all’autorizzazione della modifica del piano di coltivazione rilasciata nell’agosto 2002 e avviata a luglio 2000».

«E’ quindi una insinuazione non corrispondente al vero quella che stabilisce una relazione tra i due eventi, cioè quello della modifica del piano e il subentro della nuova proprietà – afferma il sindaco – E la si fa giocando sulla pelle dei lavoratori che operano in cava, perché le motivazioni di quella modifica erano legate alla necessità di incrementare la profondità dei gradoni per garantire migliore sicurezza per il passaggio dei nuovi camion (dumper). Il passaggio dai 22 agli 11 gradoni è esattamente questo».

«Oggetto di atti pubblici resi più volte noti è il pagamento anticipato dei contributi dovuti dalle cave al Comune, è bene evidenziare – dice il sindaco – che si tratta della stessa procedura di anticipazione attuata nel ’94 e che fece sì che il Comune avesse le risorse per acquisire il parco. Questa prima erogazione andava ad esaurimento nel 2002. E’ evidente come fosse interesse del Comune, a fronte della modifica del piano di coltivazione in via di autorizzazione, pretendere anche in questo caso l’anticipo dei contributi. La suddivisione del corrispettivo totale dovuto fu calcolata in una quota annua analoga a quella precedente, da versare a partire dal 2003, così da garantire tra l’altro, le entrare per coprire le spese derivanti dal contratto di servizio con la società dei parchi, in discussine in quel periodo».

«Condividiamo – prosegue Velo – quanto detto da Legambiente circa l’inadeguatezza dei canoni dovuti ai Comuni per l’attività estrattiva. E bene però ricordare che i Comuni riscuotono quanto è stabilito dalla Regione Toscana e non potrebbero fare altrimenti. Questo corrispettivo purtroppo, non è mai stato adeguato e su questo dovrebbe darci spiegazione qualcuno dei presenti al convegno di Venturina che fino al 2005 ha coperto in Regione ruoli di primo piano».

«Vista la tendenziosità con cui si è relazionato al convegno – conclude in sindaco – non meraviglia che si sia omesso il fatto che nel 2006 l’amministrazione comunale, dopo un lungo approfondimento, ha abbandonato la variante al Piano regolatore che prevedeva lo spostamento degli impianti e la eliminazione del traffico con i camion perché, a fronte di questa ipotesi, si richiedeva un nuovo piano di coltivazione con scadenza al 2026, che l’amministrazione comunale in piena autonomia, ha giudicato inaccettabile».

COMITATO: VELO RESPINGE LE ACCUSE SULLE CAVE MA I FATTI SONO TUTTI CONFERMATI

«Il sindaco Silvia Velo, nel tentativo di respingere la ricostruzione della vicenda della cava di Monte Calvi, la conferma in tutte le sue parti, nessuna esclusa.

Conferma che nel 1994 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per il proseguimento della cava fino al 2014 con impiego prevalente dei materiali nel processo siderurgico locale, che quel protocollo è stato modificato nel 1997 per consentire la completa liberalizzazione della vendita di tutti i materiali, che nel 1998 il consiglio comunale ha approvato il progetto presentato dalla Lucchini con una proroga dal 2014 al 2016, che quel progetto è stato poi autorizzato nel 2000 nel rispetto di quanto stabilito dal consiglio comunale e, aggiungiamo per memoria del sindaco, anche di una convenzione stipulata tra Comune e la Lucchini nel 1999.

Conferma che nel 2002, con un atto dirigenziale con contenuti diversi da quelli deliberati dal consiglio comunale, la società Cave di Campiglia (subentrata alla Lucchini nella titolarità della cava dal 21 dicembre 2000) è stata autorizzata a passare da 4.865.000 a 8.507.000 di mc. e a prorogare la coltivazione fino al 2018.

Conferma che, nel 2002, ha ritenuto di chiedere un’altra anticipazione degli oneri pari a 155mila euro all’anno fino al 2009, cosicché dal 2009 in poi chi amministrerà il Comune avrà la cava ma non i contributi.

Conferma che l’autorizzazione rilasciata il 22 giugno 2006 per anticipare le ultime fasi di coltivazione (lo stesso giorno in cui una mina esplosa in cava raggiunse un visitatore nel parco) ha aggravato i ritardi dei ripristini ambientali. Fin qui la conferma dei fatti, e il sindaco non poteva fare diversamente perché quanto esposto a Venturina è esattamente ciò che risulta dagli atti del Comune.

Poi le accuse di falso sul ritardo dei ripristini ambientali. Anche in questo caso abbiamo semplicemente documentato le previsioni dei piani approvati dal Comune e lo stato effettivo dei ripristini con video e foto attuali. Non occorrono “collegi cave” per verificare le difformità. Tutti i cittadini presenti hanno potuto vedere.

Sul passaggio di proprietà della società Cave di Campiglia ad un raggruppamento d’imprese locali, tra cui la società Asa, abbiamo chiaramente citato il 2004. Abbiamo riportato anche una dichiarazione del 2008 del suo presidente in base alla quale “solo il 25% della produzione di cava è destinata all’Acciaieria di Piombino”, a conferma del cambiamento radicale che è avvenuto in quella cava dal 1994 ad oggi.

Così come abbiamo riportato esattamente la data della firma del protocollo con la Regione per il contenimento delle escavazioni: il 30 ottobre 2002. Ma abbiamo appurato anche che il programma per il recupero dei rifiuti industriali in sostituzione degli inerti di cava è datato almeno dal 1999: tre anni prima dell’autorizzazione dell’agosto del 2002 che ha consentito quasi il raddoppio dei volumi. Una gigantesca contraddizione.

Il sindaco avrebbe fatto meglio a partecipare.
Avrebbe scoperto che le preoccupazioni dell’assemblea erano per la salvaguardia del paesaggio e del patrimonio culturale, per la legalità amministrativa, per la sicurezza sul lavoro e per il destino di chi oggi lavora nella cava. A questo proposito, il sindaco è stato invitato ad assumere, da subito, un’iniziativa verso l’impresa per la riconversione occupazionale evitando il ricatto lavoro-ambiente. Sono state avanzate proposte, tra cui il recupero dell’Etruscan Mines che sta da anni nei programmi comunali.
Il sindaco potrà verificare tutto quanto affermato in questa nota nel sito del Comitato per Campiglia. E non dovrà pagare nulla per sapere cosa pensano i suoi cittadini».


Il Comitato Campiglia e Circolo di Legambiente


TORTOLINI: LAVORATORI E PARCO PRIORITARI

«Il Coordinamento del PD di Campiglia e della Federazione Val di Cornia-Elba ritiene che al di là dei proclami, delle ostentazioni, delle numerose illazioni e inesattezze confutate puntualmente dall’ Amministrazione Comunale di Campiglia, da quanto emerge dal resoconto della stampa locale non riscontriamo alcuna novità emersa dalla carte esaminate dal Comitato per Campiglia.

Ancora una volta il Comitato interviene sull’argomento a senso unico, senza il pur minimo pensiero per coloro che in questa situazione di crisi economica che attraversa tutto il paese soffrono maggiormente: i lavoratori. A loro, innanzitutto, noi intendiamo rivolgerci per esprimere tutta la solidarietà che meritano.

Come non si parla del fatto che il progetto del 2002 abbia ampliato la superficie dei gradoni per favorire la sicurezza dei lavoratori. Ci rifiutiamo, pertanto, di replicare ad una sequela di illazioni e stigmatizziamo l’ evidente volontà di strumentalizzazione che emerge in quanto l’interpretazione dei fatti riportati ci risulta aleatoria e artatamente tesa al discredito dell’Amministrazione Comunale di Campiglia.

Noi riteniamo, altresì, che gli spunti seri di discussione per raggiungere compatibilità ambientali più avanzate tra il Parco e la Cava siano utilissimi, in questo senso il documento approvato in Consiglio Comunale a Piombino proposto dalla sinistra e sostenuto anche dal Partito Democratico sia l’esempio di come si possano ricercare e trovare posizioni unitarie.

Il tema della compatibilità tra l’attività estrattiva e la crescita definitiva del Parco è un questione su cui il territorio si misura da anni e che ha visto protagoniste, ironia della sorte, personalità che dalle istituzioni e da ruoli ricoperti negli enti pubblici hanno contribuito significativamente alle scelte di cui oggi discutiamo. Noi ci sentiamo parte di quella storia, la difendiamo perché li ritroviamo il nucleo vitale di un territorio che tenta di riprogettarsi non mettendo in contrapposizione la tutela dell’ ambiente con lo sviluppo. Siamo certi che tra qualche tempo saremo sempre da questa parte».


Coordinamento Comunale PD Campiglia
Federazione PD Val di Cornia-Elba

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Scritto da il 16.7.2008. Registrato sotto cronaca. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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