BARATTI: PREOCCUPAZIONE PER L’ALBERGO AL PODERE

Cinque milioni ci sono voluti per l’acquisto del podere di Baratti e di altre proprietà immobiliari, tra cui terreni, vicine allo storico complesso che affaccia sulla spiaggia del golfo che la Casone di Baratti Srl ha dovuto versare alla Populonia Italica Spa. Il manufatto è collocato sul mare a pochissimi metri dalla spiaggia e dalle tombe etrusche gestite dalla Parchi Val di Cornia.

Il Comune non ha esercitato il diritto di prelazione: «Troppi soldi, e poi ci sarebbe stato il problema di cosa fare di quel bene. Meglio dare spazio all’imprenditoria privata fissando i paletti per arrivare a un progetto serio» ha commentato il sindaco di Piombino Gianni Anselmi, «ma non verranno accettate soluzioni speculative». Per l’area, fatto salvo il principio dell’inedificabilità, stabilito negli strumenti urbanistici, è in corso di definizione il piano particolareggiato. Ma molte forze politiche e associazionistiche non hanno gradito l’operazione e hanno scritto al nostro giornale. Leggiamo insieme cosa ne pensano Legambiente, Verdi e UDC.


LEGAMBIENTE: ALLARMANTE L’IDEA DELL’ALBERGO A BARATTI

«L’ipotesi di un albergo di lusso sul mare, nell’area del Parco archeologico di Baratti, nel cuore di aree vincolate per fini archeologici e paesaggistici, non può che allarmare quanti hanno a cuore il paesaggio e la cultura.

Ci sembra grave che il sindaco Anselmi ammetta, anzi auspichi, di trasformare il Podere del Casone in un albergo. Esso è un edificio che coniuga la semplicità architettonica dell’edilizia rurale con lo straordinario paesaggio costiero in cui è inserito. Non a caso quello del Casone, con lo sfondo del golfo e della pineta di Baratti, è uno dei punti panoramici più fotografati. E’ una delle immagini pittoriche che hanno fatto la notorietà di Baratti in ogni dove. Non è solo una cartolina, come certi detrattori del paesaggio vanno sostenendo un po’ ovunque, ma una delle risorse che reggono e promuovono il turismo locale. Per questo deve essere conservato nella sua integrità, con usi che non lo alterino minimamente.

Caso mai, visto lo sviluppo che ha avuto il parco archeologico, con le tante università e studenti che studiano quel territorio, oggi poteva essere presa in considerazione anche l’ipotesi di un suo recupero per fini pubblici, esercitando il diritto di prelazione nella vendita e prevedendo adeguate soluzioni con il piano urbanistico.

Sarebbe stato necessario il piano particolareggiato del parco che il Comune annuncia da anni, ma non fa, dimostrando scarsa sensibilità per la tutela e la valorizzazione dello straordinario patrimonio culturale e paesaggistico di Baratti. Nel vuoto della progettualità pubblica prendono consistenza gli interessi privati (di cui il Comune era a conoscenza, avendo rinunciato al diritto di prelazione) e, viste le premesse, non c’è da stare tranquilli.

Si invocherà, come ha già fatto il Sindaco, lo sviluppo. Vogliamo solo ricordargli che a poche centinaia di metri da Baratti, tra la fattoria di Poggio all’Agnello, l’ampliamento del villaggio turistico di S. Albinia, l’enorme e invasivo ampliamento del villaggio turistico Albatros, sono in arrivo migliaia di nuovi posti letto turistici. Anche solo pensando all’economia, che significato ha prevedere un albergo (con pochissimi posti letto) sul mare di Baratti, tra reperti archeologici e un paesaggio fragile e straordinariamente bello?

Stupisce che tutto ciò manchi nelle dichiarazioni del sindaco; che non si colga alcuna relazione tra questo edificio ed il parco che è alle sue spalle; che si auspichi un albergo extralusso senza porsi l’interrogativo se sia compatibile con la conservazione integrale dell’edificio; che non ci si domandi se una struttura ricettiva di lusso non richiederà anche servizi e usi privati della spiaggia. Una spiaggia, quella di Baratti, sulla quale incombono anche gli interessi degli imprenditori che stanno recuperando la fattoria di Poggio all’Agnello.

Così come non lascia tranquilli la cordata di privati che hanno acquistato il podere Casone per la presenza di immobiliaristi già noti in Val di Cornia.

Sconcerta, infine, che il sindaco si lasci andare ad esternazioni infelici del tipo “non stiamo mica parlando del Colosseo!” E pensare che solo due anni fa voleva candidare il Golfo di Baratti a sito mondiale dell’Unesco, patrimonio dell’umanità (vedi Il Tirreno, 29/9/2006). A proposito, la richiesta è stata fatta? Che esiti ha avuto?»

Legambiente Val di Cornia

VERDI: BARATTI, MASSIMA ATTENZIONE PER LA TUTELA

«E’ cronaca di questi giorni la notizia della vendita del Podere del Casone a Baratti. I Verdi credono che ci siano argomenti per giustificare alcune preoccupazioni sul destino di quell’area.

E’ da circa un anno che chiediamo all’Amministrazione di aprire una discussione di merito, pubblica e politica, sul Piano Particolareggiato di Baratti che sarà lo strumento principale con cui si definiranno viabilità, mobilità, servizi, accessibilità, salvaguardie e molto altro ancora. In assenza di questo strumento è chiaro che di fronte ad importanti acquisizioni come quella del Podere del Casone, ci sia la ragionevole preoccupazione che gli usi, ad oggi non noti, a cui verrano destinati quelle proprietà immobiliari possano essere potenzialmente in conflitto con le caratteristiche dell’area.

Non dimentichiamo che nel 2006 il Sindaco Anselmi propose, a buon titolo, di candidare il Golfo di Baratti come patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco. A una tale dichiarazione di intenti, che condividiamo, devono seguire politiche coerenti e quindi proprio il lavoro sul Piano Particolareggiato deve diventare il centro delle scelte sul futuro del Golfo.

Oggi ci troviamo potenzialmente di fronte a due questioni delicatissime. La prima riguarda il confine entro il quale si debbano configurare gli interventi sugli immobili del Casone. E’ evidente che le salvaguardie del paesaggio, le compatibilità con i siti archeologici e l’ambiente naturale pongano vincoli difficilmente contrattabili e pertanto, pur con un atteggiamento di grande attenzione, siamo fiduciosi che forzature in tal senso non saranno possibili.

Altra importante questione è la tutela dell’arenile antistante il Podere ed in generale di tutto il Golfo di Baratti. Già dal 2003, con la precedente Amministrazione Comunale, si parlava di possibili nuove concessioni per stabilimenti balneari in uso alla proprietà di Poggio all’Agnello di cui poi non si è saputo più niente. Adesso con la vendita del Podere si potrebbe pensare che analoga questione potrebbe porsi nuovamente o addirittura sommarsi alla precedente. Nella semplice ipotesi che oltre alle attuali concessioni si aggiungessero quelle per Poggio all’Agnello e quelle del Podere del Casone ci troveremo di fronte ad uno scenario assolutamente incompatibile con il Golfo di Baratti.

Pur consapevoli che tale scenario è oggi solo virtuale i Verdi della Val di Cornia comunicano sin da adesso la completa contrarietà alla sottrazione di ulteriori spazi pubblici dalla spiaggia di Baratti».


Verdi Val di Cornia

UDC: OCCHIO A EVENTUALI SPECULAZIONI

«Poniamo l’attenzione sulla compravendita del Podere Casone a Baratti e di eventuali scenari futuri sulla sua utilizzazione.

Non entriamo nel merito dell’acquisizione, grazie a Dio viviamo in un paese dove lo stato di diritto e la proprietà privata sono garantiti, ma poichè siamo un partito politico crediamo sia legittimo capire quali siano le opinioni dell’amministrazione in merito alla possibile destinazione d’uso, che i nuovi proprietari potrebbero richiedere.

E’ chiaro che non possiamo fare processi alle intenzioni, soprattutto non crediamo che si possa pensare all’eventualità di convertire la struttura in un albergo di lusso, le volumetrie attuali non sono idonee a nostro avviso per un progetto di quel genere, fortemente caratterizzante per quell’area.
Sarebbe opportuno incominciare a pensare che Il territorio di Baratti debba essere dotato di un piano particolareggiato, questo garantirebbe una maggiore trasparenza e soprattutto chiarirebbe nel merito le reali strategie per quella zona.

Allo stato attuale delle cose non possiamo inoltrarci in considerazioni politiche, che potrebbero fuorviare l’opinione pubblica paventando scenari di potenziali speculazioni, crediamo che per evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione demagogica, sarebbe opportuno entrare nel merito attraverso l’apertura di un dibattito in Consiglio Comunale».


Il Segretario UDC Luigi Coppola

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Scritto da il 8.6.2008. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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