TOSCANA: SERVIZI PUBBLICI MIGLIORI E TARIFFE PIU’ EQUE

Aziende più forti, servizi migliori e tariffe più eque
Maggioranza pubblica per l’acqua. Crescerà la partecipazione degli utenti.

Via libera alla proposta di legge sui servizi pubblici locali. Con questo atto la Toscana avrà, d’ora in poi, linee guida chiare ed una cornice di programmazione al cui interno operare. La giunta regionale ha licenziato lunedì 31 marzo l’attesa proposta di legge, che da oggi passa dunque all’esame del Consiglio regionale.


Le nuove norme riguardano la regolazione e gestione del servizio idrico e dei rifiuti urbani, il trasporto pubblico locale e, solo per l’azione di monitoraggio dell’autorità regionale, anche la distribuzione del gas e l’energia. Le parole d’ordine sono «qualità ed efficienza», ma anche «partecipazione degli utenti», «tutela dei loro diritti» e «tariffe più eque ed omogenee» e maggioranza pubblica nel settore idrico. Tutto questo da raggiungere con la creazione di aziende più grandi e forti, capaci di stare meglio sul mercato, e con nuovi investimenti, anche pubblici.

La futura legge prevede tra l’altro un’autorità super partes, indipendente, a cui spetterà tenere sotto controllo i servizi e le tariffe: tre saggi eletti dal Consiglio regionale, che dopo il mandato di sei anni non potranno essere ricandidati. Sarà favorita l’aggregazione delle imprese e la partecipazione degli utenti appunto, che potranno anche riunirsi in associazioni o cooperative. Saranno inoltre potenziate le funzioni di indirizzo e controllo della Regione.

Cambia anche il numero degli Ato: serviva un vestito diverso per un ragazzo che nel tempo è cresciuto, spiegano il presidente della Toscana e l’assessore alle riforme. Dopo che gli ambiti ottimali per la gestione dei rifiuti urbani sono già passati da dieci a tre, passano infatti da sei ad uno quelli dell’acqua (con un Cda al massimo di sette componenti ed un’assemblea, senza gettoni di presenza, di 30 consiglieri). Per garantire la partecipazione attiva dei Comuni e dei territori rimangono, all’interno dell’unico Ato regionale, le sei conferenze dei sindaci, i cui membri non percepiranno anche loro alcuna indennità. Sempre per l’acqua, viene ribadito l’obbligo di maggioranza pubblica azionaria nelle società miste di gestione del servizio idrico integrato: ad aprire ai privati era stata nel 1994 la legge Galli, che aveva riordinato il settore a livello nazionale.

Con la nuova legge arrivano novità anche per quanto riguarda le gare per appaltare il servizio, che integrano le norme nazionali. La Regione indica come via maestra l’offerta economica più vantaggiosa: nel decidere il vincitore di un appalto non dovrà dunque essere considerato più solo il prezzo ma anche la qualità. Per l’individuazione del socio privato in società miste le eventuali gare indette per tutti i servizi ad eccezione dell’acqua dovranno riguardare una quota di azionariato non inferiore al 40% e non superiore all’80.
La Regione promuoverà la costituzione di sportelli unici comunali per dare risposte certe e veloci ai cittadini e sosterrà le aziende nell’uso delle nuove tecnologie, per offrire maggiori servizi on line ai consumatori.

I punti cardine
1. Riduzione degli Ato, gli ambiti territoriali ottimali in cui vengono gestiti i servizi pubblici, per esempio l’acqua o i rifiuti.
2. Un’autorità «super partes» che tenga sotto controllo i servizi e le tariffe: tre saggi, personalità indipendenti di assoluto valore scientifico, nominati a maggioranza qualificata dal Consiglio regionale.
3. Partecipazione effettiva degli utenti.
4. Un maggiore ruolo di coordinamento della Regione.
5. Le gare dovranno svolgersi utilizzando preferibilmente l’opzione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, considerando dunque non solo il ribasso praticato ma anche la qualità e la sicurezza, i piani di investimento, le tariffe e le sicurezza dei lavoratori.

Aggregare le imprese dei servizi
Gli Ato erano 6 per l’acqua e 10 per i rifiuti: diventano uno e tre. Una semplificazione per ridurre costi e disservizi e per rafforzare la Toscana rispetto alle altre regioni. La legge stabilisce che un unico ambito debba essere gestito da un unico soggetto: per l’acqua dunque ci sarà un unico gestore regionale. In questo modo la legge favorirà il processo di aggregazione delle imprese.

La partecipazione: una consulta al fianco dei tre saggi
L’autorità regionale sarà affiancata da sindacati, associazioni, consumatori e cittadini utenti riuniti in una consulta: 18 membri in tutto, anche loro nominati dal Consiglio regionale e in carica per sei anni. La consulta avrà esclusivamente funzioni di indirizzo e nessun costo. Sarà presieduta a rotazione da un cittadino estratto a sorte all’interno di un albo di volontari.

Premiare gli utenti virtuosi
La legge propone anche di favorire tutte le possibili forme di associazione, cooperazione tra i cittadini. Ad esempio i condomini di un palazzo che si uniscono per raccogliere le acque piovane, cittadini che si uniscono per produrre assieme energia rinnovabile, cittadini che mettono insieme per potenziare la raccolta differenziata. Sgravi, incentivi, sostegno alle associazioni saranno poi stabiliti dal regolamento.

Tariffe più omogenee e tariffe agevolate per le famiglie numerose
La proposta di legge punta anche a potenziare le funzioni di indirizzo della Regione, per esempio attraverso la creazione di un fondo unico regionale per le grandi opere, come quelle che riguardano acqua o rifiuti, dal depuratore all’impianto di smaltimento, che possano servire per affrontare o prevenire particolari situazioni di emergenza o per tenere basse e sotto controllo le tariffe. Tra le conseguenze di un ruolo maggiore della Regione ci saranno anche tariffe più omogenee. Ad oggi nei sei Ato dell’acqua sono applicate almeno dodici tariffe diverse.
Ci saranno inoltre tariffe agevolate per le famiglie numerose. Cambia infatti il criterio di calcolo: non più a scaglioni di consumo per utenza ma procapite, il che significa che famiglie numerose avranno soglie più alte.

Occhio al prezzo, ma anche alla qualità
La proposta di legge per i servizi pubblici indica come opzione preferenziale nelle gare per l’appalto dei servizi l’offerta economica più vantaggiosa: il che vuol dire che oltre al prezzo si dovranno considerare anche la qualità degli interventi, le tariffe che saranno applicate e la sicurezza dei lavoratori. A dimostrazione che tutela degli interessi dei lavoratori e tutela degli interessi dei consumatori non sono in contraddizione.

Le leggi modificate
La proposta di legge della giunta regionale modifica la legge regionale n. 42 del 31 luglio 1998 sul trasporto pubblico locale, la legge regionale n. 30 del 18 febbraio 2005 sulle espropriazioni di pubblica utilità, la legge regionale n. 20 del 31 maggio 2006 sulla tutela delle acque dall’inquinamento e la legge regionale n. 61 del 22 novembre 2007 sulla gestione integrata dei rifiuti.


SCHEDA

La mappa dell’universo dei servizi pubblici in Toscana
Nel 2005 solo per acqua, gas, rifiuti e trasporti contavano oltre 12 mila addetti

L’universo dei servizi pubblici locali è un mondo variegato e vasto che ha a che fare con numerosi settori: vi sono aziende e consorzi che gestiscono parcheggi ed illuminazione pubblica, enti che si occupano dell’edilizia residenziale pubblica o delle farmacie, della cultura, del sociale e a volte della sanità. Nel caso della legge regionale toscana l’universo di riferimento è solo comunque una parte di questo mondo, quello che ha a che fare con acqua, rifiuti, gas, energia e trasporti locali.

106 aziende o gestori. Le aziende di questi settori che a gennaio 2007 erano associate alla Cispel, il consorzio che riunisce le aziende toscane di servizi pubblici, erano 106: 102 società di capitali, 1 Comune, 1 consorzio e 2 aziende speciali. Non sono tutte le aziende che si occupano di gas, acqua, rifiuti e trasporti pubblici ma la quasi totalità: nel 2005 per i rifiuti le aziende Cispel coprivano una quota di mercato pari al 96% e per l’acqua del 94%. La nuova legge sui servizi pubblici locali e le nuove norme che ne derivano aiuterà a semplificare questo quadro, spingendo le aziende ad aggregarsi.

Oltre 12 mila dipendenti. Nel 2005 queste aziende od enti gestori, allora 114, contavano 12.471 addetti: 4.842 nei trasporti, 4.099 nel settore dei rifiuti, 2.345 nell’acqua, 1.073 nelle distribuzione del gas e 112 per la vendita del gas. Tutti settori in attivo, ad eccezione dei trasporti pubblici che registravano una perdita di 10 milioni e 451 mila euro. Il 43% degli investimenti riguardava il settore idrico: 183 milioni.

12 aziende nella ‘top 80’ toscana. La Cispel ha analizzato nel 2005 le migliori 80 aziende della Toscana in termini di fatturato. Tra queste, 12 sono imprese che aderiscono al consorzio: 7 si occupavano della distribuzione o della vendita di gas, 3 operavano nel settore idrico, 1 nei trasporti, 1 nei rifiuti e le altre nel settore alimentare. E’ la dimostrazione di come i servizi pubblici siano per addetti, valore aggiunto e produttività un settore trainante per l’economia regionale. Questi dati rilevano anche la prevalenza, rispetto ad altre regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, del sistema della piccola impresa, anche nei servizi pubblici.

Maggioranza pubblica. La Cispel ha analizzato nel 2005 anche le composizioni proprietarie dei cinque settori dell’universo dei servizi pubblici che interessano la legge toscana. Il quadro che emerge è questo: 69,24% di pubblico e 30,76% di privato nell’acqua, 92,75% di pubblico e 17,83% di privato nei rifiuti, 79,75% di pubblico e 20,25% di privato nella distribuzione del gas, 56,66% di pubblico e 43,34% di privato nella vendita invece del gas, 82,17% di pubblico e 17,83% di privato nei trasporti. (wf)

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