APPROVATO IL PIANO DI EMERGENZA LUCCHINI PER LE AREE ESTERNE

La Prefettura ha approvato il Piano di emergenza esterno allo stabilimento Lucchini, previsto dalla legge Seveso e redatto da un gruppo di lavoro coordinato dalla dr.ssa Valentina Pezone con il personale del comando dei Vigili del Fuoco, dell’Arpat di Piombino, della provincia di Livorno e della Prefettura, in collaborazione con le Forze dell’Ordine e con l’ASL servizio 118.

Il piano serve a mitigare danni e a proteggere i cittadini da ipotetici incidenti industriali con ricaduta esterna, e regolamenta le attività di sicurezza per le aziende a rischio di incidente rilevante, che operano in prossimità dei centri abitati.
«Uno strumento fondamentale – dice l’assessore Carlo Barsi – che ci consente di conoscere, prevedere e limitare i danni che, in teoria, potrebbero accadere. In caso di incidente, il cittadino potrà contare quindi sull’impegno e l’aiuto delle istituzioni coinvolte, e della rete di volontariato che supporta le operazioni della Protezione civile».

Sono infatti due gli stabilimenti industriali piombinesi classificati dal Ministero dell’Ambiente a rischio di incidente rilevante, Sol e Lucchini, obbligati quindi a redigere il Rapporto di Sicurezza da consegnare alla Prefettura. Per la Sol il Piano di emergenza delle aree esterne era stato approvato nel 2006. Ad oggi mancava la Lucchini che, dal punto di vista della pericolosità, presenta situazioni certamente più complesse.

Sulla base dei principali scenari incidentali, il piano contiene le azioni da attuare per la gestione delle emergenze. Azioni da affiancare a quelle contenute dal piano di sicurezza interno.
Due le categorie di incidenti che possono provocare danni all’esterno: esplosione e rilasci tossici.
Nel primo caso la zona a rischio si estende per circa un chilometro di distanza dal gasometro della cokeria, con effetti più gravi nelle immediate vicinanze del gasometro stesso. Le previsioni di danno potrebbero andare quindi dalla rottura di vetri, a lesioni più gravi nelle vicinanze dell’impianto. Il Piano individua una zona di sicuro impatto, cioè quella immediatamente adiacente allo stabilimento, una seconda zona “di danno”, esterna alla prima dove potrebbero verificarsi possibili inconvenienti nel caso non vengano assunte le corrette misure di autoprotezione, e una terza zona cosiddetta “di attenzione.

Per il rilascio tossico, invece, il problema è rappresentato dall’eventuale emissione di idrogeno solforato contenuto in un deposito di catrame presente in darsena. Questo scenario è stato inserito nel Piano per maggiore cautela, nonostante la Lucchini abbia fatto presente al Comitato tecnico regionale che tale rischio non esiste più.

Il Piano di emergenza elaborato prevede quindi che lo stabilimento, al verificarsi di un ipotetico incidente che potrebbe interessare le aree esterne urbanizzate, attivi sistemi di segnalazioni acustiche. La popolazione verrebbe invitata a rimanere nei luoghi chiusi, poiché l’evacuazione della zona, anche se prevista nel Piano stesso, non appare compatibile con lo specifico scenario incidentale. In tal caso le forze dell’ordine attiverebbero immediatamente blocchi stradali in viale Unità d’Italia e via della Pace per isolare la zona. L’azienda, da parte sua, dovrebbe innescare contemporaneamente i sistemi di sicurezza interna per impedire che l’incidente evolva. Anche in condizioni di normalità, dovrà provvedere inoltre ad apporre una cartellonistica informativa all’esterno dello stabilimento. Le informazioni sull’andamento dell’emergenza verrebbero trasmesse attraverso radio locali o altoparlanti installati sulle auto della Polizia Municipale.

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Scritto da il 2.2.2008. Registrato sotto Economia. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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