CAMPIGLIA: IL PARCO, LE CAVE E LE “CASETTE A SCHIERA”

L’abbandono, da parte del gestore di Palazzo Gowett (l’ostello situato nel parco archeo-minerario di Campiglia a causa delle esplosioni delle mine delle vicine cave) ha scatenato dure polemiche, che non sono state completamente placate dalle repliche del Sindaco Velo, che sono state giudicate da molti “poco convincenti”.

Il comitato per Campiglia vuole esprimere il suo punto di vista che, a gentile richiesta, pubblichiamo integralmente.

«La vicenda dell’ostello di Palazzo Gowett, in gravi difficoltà per l’invadenza delle cave che sovrastano il Parco di San Silvestro, è la riprova che a Campiglia il turismo di qualità ha cessato di essere una priorità, se mai lo è stata. Di contro, le attività estrattive e l’edilizia , cave e mattone, sono presentate come elementi di sviluppo mentre, in realtà, si tratta di bolle speculative che recano danno al paesaggio e all’ambiente.

L’allarme lanciato dal gestore dell’ostello, non smentito dalle poco convincenti dichiarazioni del sindaco Velo, preoccupa il nostro comitato e tutti i cittadini della Val di Cornia che ad esso si sono avvicinati. Appare chiaro, infatti, che si lascia deperire una struttura ricettiva pubblica ( l’ostello del parco) e nello stesso tempo si vuole dare il via a una lottizzazione privata di casette a schiera alla Fonte di Sotto. S’ignorano per anni le difficoltà della struttura ricettiva del parco (vera e realizzata con fondi pubblici) mentre si forzano piani e norme per far costruire a ridosso del centro storico di Campiglia una residenza turistica privata di cui ormai si riconoscono i limiti giuridici e che ha buone probabilità di trasformarsi in una lottizzazione di seconde case di scarsa efficacia per l’economia turistica.
Come ha ampiamente dimostrato il Convegno del 12 ottobre promosso dall’amministrazione di Campiglia.

La stessa vicenda delle cave che, molto al di là della necessità delle acciaierie di Piombino, hanno aumentato la produzione da quando l’amministrazione ha prolungato le concessioni e permessa la liberalizzazione della vendita del calcare, è un caso emblematico di resa dell’interesse pubblico di fronte agli interessi privati. Intanto ne fanno le spese il parco e il paesaggio e di questo passo sarà l’ambiente, patrimonio di tutti, la vera vittima di questo andazzo di cose.

Perché l’amministrazione che parla tanto di partecipazione e democrazia non apre un’ampia discussione, magari estesa a tutta la Val di Cornia, sulle cave e il turismo fornendo ai cittadini dati certi e non generiche affermazioni?

Noi, per parte nostra, continueremo a denunciare pubblicamente il pericolo che il consumo di suolo rappresenta per l’ambiente e per l’economia stessa di questo territorio nel quale sono state investite ingenti risorse finanziarie pubbliche e che ora rischiano di andare in fumo per una grave carenza di progetti innovativi e coerenti per il futuro della Val di Cornia».


Comitato per Campiglia

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Scritto da il 14.1.2008. Registrato sotto ambiente/territorio. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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