FANGHI: «IL CONSIGLIO VALUTI BENE L’OPZIONE REFERENDUM»

Il Forum della Democrazia e il circolo di Rifondazione Comunista commentano ciò che è avvenuto in commissione sulla scelta referendaria e fanno un analisi su ciò che questa scelta potrà significare per il futuro democratico di questa città se anche il Consiglio comunale ratificherà quanto uscito in commissione tecnica. Riportiamo i due comunicati integralmente.

I FANGHI DI BAGNOLI, IL REFERENDUM E LA DEMOCRAZIA

Anche quando il progetto ‘Bagnoli’ sarà tramontato, o realizzato, un vulnus democratico rischia di restare impresso nella storia del governo locale. Questa vicenda, fin dall’inizio sbagliata e gestita male, come ormai dimostra l’impegno della maggioranza per l’affannosa ricerca di un nuovo accordo, ha approfondito il solco tra i cittadini e la politica, incrinando ulteriormente la fiducia nelle istituzioni. Il referendum sarebbe stata l’occasione buona per riparare un danno e rimettere al centro la sovranità dei cittadini e del territorio, indipendentemente dal risultato finale del voto. Ma per ora sembra un’occasione perduta.

Speriamo che il Consiglio comunale mostri consapevolezza dell’importanza di questo passaggio e ribalti la decisione della commissione che ha dichiarato, peraltro in modo non concorde, che il referendum sull’arrivo dei fanghi di Bagnoli è inammissibile perché non si tratterebbe di una questione di preminente interesse locale. È uno schiaffo alla partecipazione dei territori e dei cittadini alle scelte che li riguardano da vicino, come invece avvenne vent’anni fa con la scelta di fare il referendum sulla centrale a carbone. Perché allora si e ora no? È forse diminuito il grado di democrazia?

Stupisce che a dire no alla consultazione popolare siano state figure come il difensore civico, che per definizione dovrebbe essere dalla parte dei cittadini, e il presidente del Consiglio comunale, che nel suo ruolo dovrebbe saper esercitare una funzione super partes e non di servizio alla maggioranza. Per noi gli effetti del paventato arrivo dei rifiuti napoletani sarebbero di forte impatto locale. Tuttavia nelle moderne democrazie il ruolo della partecipazione e delle realtà locali, anche su scelte di carattere più generale, dovrebbe essere riconosciuto e tutelato. La voce dei cittadini e dei territori può rappresentare anche un antidoto al formarsi di lobby e oligarchie che rischiano di far virare la situazione verso forme postdemocratiche, in cui gli interessi forti di pochi finiranno per prevalere sui bisogni collettivi di molti, come è avvenuto anche in alcuni casi riguardanti quest’area (centrale a biomasse, ampliamento limite urbano, cave, ecc.).

Per interesse locale e per motivazioni generali invitiamo quindi tutte le forze politiche che, aldilà delle differenze di posizione sull’operazione Bagnoli, si erano dette favorevoli alla consultazione popolare a far sentire la propria voce e a chiedere al Consiglio comunale di ammettere il referendum richiesto dal Comitato promotore sulla scorta di una ampia e duratura mobilitazione popolare. Sarebbe un segno di democrazia e di rispetto, per la credibilità delle istituzioni e per la volontà dei cittadini.

Il Coordinamento del Forum della democrazia

PRC: REFERENDUM SCELTA OBBLIGATA PER LA DEMOCRAZIA

Il parere negativo della commissione sul referendum pone il consiglio comunale davanti a una seria responsabilità: quella di ammettere ugualmente la consultazione popolare come condizione di una normale situazione democratica. Infatti non sarebbe comprensibile il rifiuto del referendum su una questione che lo stesso sindaco ha più volte definito di importanza epocale per la città. Come è possibile non ascoltare l’opinione dei cittadini su una vicenda complessa, che per mesi ha determinato una forte preoccupazione, alimentando una grande discussione e una mobilitazione popolare come non avveniva da anni a Piombino?

20 anni fa, al tempo del progetto di centrale a carbone, si verificò una situazione analoga: un progetto di rilievo nazionale da realizzare a Piombino, sostenuto dal Comune e dai partiti di maggioranza, venne alla fine sconfitto da un referendum popolare; gli stessi che sostenevano il progetto non si sottrassero al referendum e la partecipazione democratica permise di scongiurare un progetto sbagliato per il territorio, che avrebbe provocato danni incalcolabili per l’ambiente e per l’economia locale.

Oggi invece gli amministratori locali e il partito democratico sembrano avere paura del referendum, non lo vogliono, non vogliono che i cittadini si esprimano democraticamente. Perché? Hanno forse già fatto promesse dalle quali non possono tirarsi indietro? Questa chiusura produce sconcerto e rischia di alimentare nuovi sospetti.

Sinceramente non riusciamo neanche ad immaginare una città di forti tradizioni democratiche come Piombino che respinge una richiesta di referendum avanzata sotto una forte spinta popolare, con le quasi 5000 firme raccolte in pochi giorni nel mese di agosto. Sarebbe un venir meno a quelle tradizioni e un oltraggio al bisogno di partecipazione dei piombinesi.
Noi proporremo quindi a tutte le forze politiche e a tutti i consiglieri di ammettere il referendum sull’arrivo dei fanghi di Bagnoli, dimostrando così che il Consiglio comunale è il vero garante della democrazia. Altrimenti sarebbe una perdita di sovranità, non solo dei cittadini ma dello stesso consiglio comunale.


PRC Circolo di Piombino

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Scritto da il 5.11.2007. Registrato sotto politica. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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