RIFONDAZIONE: «LA SITUAZIONE A PIOMBINO NON E’ SOTTO CONTROLLO»

Per completezza di cronaca riportiamo, visto anche un recente comunicato inviato da un’azienda privata del settore informatico ai suoi clienti, il recente comunicato di Alessandro Favilli, Coordinatore Zona Piombino Val-di Cornia Elba PRC, già pubblicato parzialmente da altre testate locali, in replica ad alcune osservazioni fatte dal sindaco della città.

«Non è possibile Affermare – inizia Favilli – che la situazione è sotto controllo e che “in generale” le società partecipate vanno bene c’è caos ma le cose vanno bene. Né si può ridurre sempre a “polverone” il dissenso e la critica. Ci sono società che vanno bene e società che vanno male. Una di queste è addirittura sotto l’obiettivo della magistratura. Sono indagati personaggi che ricoprono ruoli importanti anche in altre società. Non ci sembra che questo sia un brillante esempio di normalità. I polveroni di solito li fa chi tenta di nascondere la gravità della situazione, non chi vuole chiarire e capire.La solidarietà ed il rispetto verso persone fino a prova contraria oneste è scontata.

Ma etica politica e stile personale non hanno nulla a che fare col garantismo e suggeriscono a chi è indagato per ipotesi di reati connessi alla propria specifica funzione di amministratore di una società pubblica, di farsi da parte anche per meglio difendersi. Secondo il Sindaco il punto è se siano stati commessi reati o no. Certo, per la giustizia il punto è questo. Ma per la politica è un’altro. Ed è il motivo che, prima ancora delle indagini a carico di Banti e Barbarese, Rifondazione comunista aveva sollevato una questione di conflitto di ineteresse e di opportunità».
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«Oggi – continua il rappresentante di Rifondazione Comunista – ci sentiamo di aggiungere questi interrogativi a beneficio del dibattito politico e non di quello giudiziario: può una società a maggioranza pubblica intervenire in soccorso di una società a maggioranza privata? Secondo: è fare finanza il compito delle società di scopo? o non è piuttosto quello di perseguire i fini per i quali è stata creata? Finalità, quelle di Tap, sulle quali gravano pesanti dubbi che il Sindaco non rimuove affatto perché le cose sembra stiano andando esattamente in senso contrario a quanto affermato. E cioè si assiste ad un progressivo e rapido spostamento di funzioni da Tap a Asiu che sembra contraddire le parole di Anselmi sul pericolo di abbandono del progetto Tap. Anche su questo ci aspettiamo di trovare luogo e sede per discuterne.

La questione di Tap merita di essere analizzata con attenzione e non superficialmente. La TAP nacque nel 1995 tra Asiu, Lucchini e Comune con lo scopo di progettare, realizzare o gestire impianti nel settore dei rifiuti urbani. Il nuovo sistema di trattamento dei rifiuti fu realizzato da Tap a Ischia di Crociano e dato in gestione ad ASIU. Nei primi anni 2000, con il sistema di trattamento dei rifiuti urbani ormai completato, Tap fu incaricata di progettare e realizzare un impianto per il trtattamento e recupero dei rifiuti industriali.

Vorremmo sapere – continua Favilli – perché con l’avvento dell’era BB (Banti/Barbarese) tutta una serie di atti e di comportamenti hanno determinato una modifica sostanziale della sua missione societaria di Tap, che è venuta configurandosi sempre più come società patrimoniale o finanziaria e sempre meno come società di progettazione realizzazione e gestione. Tap doveva servire ad Asiu, mentre oggi sembra avvenire il contrario, con Tap che affida le progettazioni ad Asiu e questa che li affida all’esterno; il tutto con modalità da chiarire e suscitando non pochi dubbi.

Cevalco è una società che perde a causa di investimenti iniziali, dice Anselmi. Se i bilanci non sono falsi, le cose stanno un tantino diversamente. Noi avevamo posto all’attenzione del Sindaco i dati pesanti del deficit annuale di questa società che, in pratica, perde circa 200mila euro l’anno e paga interessi passivi intorno ai 50 mila euro a fronte di un fatturato che negli ultimi anni è stato di 572.274 euro nel 2004, 418.692 nel 2005 e si stima in 271.070 nel 2006. Da una nota del Vice Presidente della CEVALCO abbiamo appreso che anche negli anni precedenti ci sono stati deficit consistenti presumibilmente ripianati con ricapitalizzazioni da parte dei soci con conseguente perdita di considerevoli risorse pubbliche la cui entità peraltro non è mai stata resa nota. Quello che è certo è che non sono ancora stati ripianati i deficit maturati dal 2004 e, cosa ancora più grave, non si sa come ripianarli.

Di fronte a questa emergenza economico-finanziaria che dura da almeno cinque anni se non di più, il Sindaco di Piombino deve ancora trovare a una soluzione. Attendiamo fiduciosi.

Dunque, Cevalco/Etruscantech, cioè la montagna che partorisce il topolino: l’arrivo dell’empolese Verticaltech a soccorrere la vecchia Etruscanet doveva rappresentare il consolidamento del polo informatico della Val di Cornia e invece si è tradotto in una perdita secca di competenze e di posti di lavoro in un settore strategico come quello della new economy. Questo di Etruscantech è un problema aperto, ormai è solo interesse privato di Verticaltech, per cui è bene che venga ben distinto dalle responsabilità pubblica e che questa impresa non goda di trattamenti di favore da parte delle amministrazioni e delle altre società pubbliche. Questi sono i veri “polveroni”, a volte creati ad arte per impedire a tutti di capire. Da un lato si dice, sbagliando, che la formazione è solo un prodotto di mercato e che per questo si è lasciata morire la Siderfor, dall’altro si afferma che Cevalco deve fare anche altre cose al di fuori del sistema fieristico. Eppure anche Cevalco perde continuamente soldi, e non ci risulta che faccia particolari attività di interesse pubblico.

Perché due pesi e due misure? Il modo con il quale Anselmi liquida il ruolo della formazione pubblica è inquietante. In pratica afferma che il Comune (o meglio il pubblico) non avrebbe mai dovuto impegnarsi in una società come Siderfor, dal momento che, sono parole sue, “la formazione è ormai un soggetto del mercato”. Sorprende la leggerezza con cui un uomo avveduto ed esperto come Anselmi liquida il ruolo del pubblico in un settore strategico per l’economia come quello della formazione professionale. Il problema della formazione è più complesso di quanto di pensi. Riguarda gli occupati, e i non occupati, i giovani e i non più giovani, chi ha un contratto a tempo indeterminato e chi girovaga da un posto all’altro. In Toscana gran parte della formazione la fa già il privato, ma riguarda soprattutto le grandi aziende e i propri dipendenti.

Poi ci sono società a cui chiunque si può iscrivere individualemente per un addestramento professionale. Naturalmente costano e non garantiscono niente. Ma chi si occupa dei giovani in cerca di un’occupazione? Chi si fa carico di formare il quarantenne che ha perso il posto e deve cambiare mestiere? Per esempio, secondo i dati del Ministero del lavoro i corsi privati sono molto più selettivi di quelli pubblici nel senso che vi partecipano soggetti già piuttosto scolarizzati e ne vengono esclusi gli anziani. I corsi aziendali in particolare concernono imprese grandi, quelli regionali soprattutto i neo assunti e tanto quelli regionali che quelli individuali sono frequentati da soggetti alla ricerca d’un altro lavoro.Tra tutti i disimpegni che il Comune di Piombino poteva scegliere quello da Siderfor è il più sbagliato. Tanto più che si fonda su una valutazione politica che non è mai stata oggetto di dibattito né in Consiglio comunale né altrove. In pratica Anselmi si è consultato con se stesso e ha deciso che il pubblico non deve occuparsi di formazione. Infine, Anselmi dichiara che non tutte le aziende vanno male e cita Atm e Parchi come società sane. Ma non si riesce nemmeno ad essere coerenti: stai a vedere che alla fine l’unica società che cambierà il management sarà la Parchi, cioè proprio quella che si dice funzioni meglio e che comunque ha realmente portato avanti il progetto per la quale era stata creata.

Anche la frettolosa solidarietà espressa – conclude Favilli – agli amministratori indagati non porta un contributo alla chiarezza, ma contribuisce piuttosto ad accrescere il malessere della politica locale».

Alessandro Favilli,
Coordinatore Zona Piombino Val-di Cornia Elba PRC

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Scritto da il 26.1.2007. Registrato sotto cronaca. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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