DUBBI DI RC SUL PROGETTO HOLDING REGIONALE DEI SERVIZI PUBBLICI

Vediamo insieme quali sono i dubbi di Rifondazione comunista sulla nuova holding regionale dei servizi pubblici.

«Sui servizi pubblici – inizia il comunicato di Rifondazione comunista – siamo nuovamente al giro di boa. Dimensionamento, efficienza, trasparenza, competitività e economicità sono i temi all’ordine del giorno.
Si deve partire da una operazione verità: la situazione dei servizi pubblici (gas, acqua, rifiuti, trasporti) in Toscana è molto variegata. Il processo di liberalizzazione è compiuto solo per l’acqua: 6 ambiti territoriali ottimali, 6 soggetti gestori.

Esternalizzazioni e aziendalizzazioni sono già andate molto avanti, in tutti i settori – con un netto peggioramento delle condizioni dei lavoratori -, ma non è decollato il processo di dimensionamento, che oggi vede una miriade costosa di consigli di amministrazione (rifiuti). E’ fallito l’indirizzo e il controllo pubblico: i consigli comunali sono esautorati dalle scelte di programmazione, di tariffazione, di trasparenza; controllori e controllati coincidono troppo, l’ATO è composta dai sindaci che sono in maggioranza nelle società di gestione. E’ difficile che multino se stessi! E’ fallito anche l’obiettivo della migliore qualità del servizio e dell’economicità: come testimoniano le cronache dei giornali. Emerge il tema delle diseguaglianze ed iniquità tariffarie: per i rifiuti la TIA ha sostituito la Tarsu ma la sostanza è la stessa perché il cittadino non paga per i rifiuti prodotti. E così le politiche per la riduzione della produzione dei rifiuti vanno a farsi “benedire”. Siamo all’anno zero per la partecipazione: se ne parla molto e non si pratica per niente. Ed infine, il programma e Governo dell’Unione ribadiscono proprietà e gestione pubblica per l’acqua».
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«Inoltre – continua Rifondazione – è in piedi un movimento che riflette e chiede proprietà e gestione pubblica dei servizi, fuori dalle regole di mercato, proprio perché sono i beni comuni naturali e sociali verso i quali deve essere garantito il diritto universale all’accesso delle presenti e future generazioni.
Rifondazione Comunista non crede nel potere salvifico del privato, è convinta invece che la qualità dei servizi pubblici si raggiunga attraverso un forte radicamento sul territorio, protagonismo dei consigli elettivi e partecipazione attiva della cittadinanza. Con queste convinzioni ha affrontato la discussione sul documento preliminare alla legge regionale non escludendo a priori di misurarsi con il tema del dimensionamento a condizione che questo sia fortemente intrecciato con il rilancio del ruolo pubblico. Questa sfida è possibile solo se investiamo su un rinnovato ruolo degli ATO, e per
questo, siamo invece contrari a un ATO unica regionale.

Parlare di holding – insiste Rifondazione – ci sembra sbagliato e pericoloso perché la sfida del soggetto gestore unico per ATO è ambiziosa (va a toccare interessi forti protetti dai tanti consigli di amministrazione) e solo, a ruolo pubblico rafforzato, si potrà parlare di dimensionamento regionale. Sbagliato perché il salto che si propone rischia di annegare definitivamente la grande sfida che abbiamo di fronte: ridemocratizzare la gestione dei servizi. Siamo molto preoccupati delle fughe in avanti».


I capogruppo di Rifondazione Comunista: Monica Sgherri Regione Toscana, A. Nicotra Arezzo, M. Monconi capogruppo Carrara, E. Ruggeri Empoli, A. Nocentini Firenze, M. Zaccherotti, Grosseto, A.Trotta Livorno, G. Marchi Massa, R. Checcoli Piombino, M. Bini, Pisa, R. Billero Pistoia, L. Becheri Prato, F. Andreini Siena, R. Giusti Viareggio.

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Scritto da il 14.11.2006. Registrato sotto cronaca. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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