SAN VINCENZO: UNA PROPOSTA ALTERNATIVA PER RIMIGLIANO

Pubblichiamo un documento sulla questione Rimigliano a firma congiunta Lista Forum S.Vincenzo, Verdi Val di Cornia, Rifondazione Comunista, WWF, Legambiente ed ARCI che riassume tutti i dubbi di questa operazione edilizia e propone una soluzione equa per la tutela dell’area naturale situata nel comune di San Vincenzo.

«Il “caso Rimigliano” continua ad essere al centro dell’attenzione di tutti coloro che hanno a cuore le sorti di uno degli ambienti più pregiati della costa toscana che caratterizza il paesaggio e la natura della Val di Cornia.
Il futuro del Parco di Rimigliano è argomento di confronto politico per gli evidenti riflessi che un certo tipo di pianificazione territoriale in quest’area può avere sul tessuto sociale, economico e ambientale di S.Vincenzo e della Val di Cornia. Tale confronto ha portato notevoli turbolenze tra gli stessi partiti che sostengono il governo locale ed i tentativi di ricomposizione politica non possono certo nascondere la vivacità di un dibattito ben lungi dall’essere concluso.
La nuova proprietà della tenuta di Rimigliano (circa 540 ha) si è presentata pubblicamente reclamando diritti acquisiti dalla precedente gestione e la giunta guidata dal Sindaco Biagi sta tentando di avviare il procedimento per una nuova regolamentazione della zona.

L’impostazione del nuovo Piano non rassicura assolutamente sul futuro di Rimigliano ma anzi rinnova tutti gli elementi che si ritenevano negativi nella prima ipotesi presentata all’epoca della proprietà Tanzi e ne aggiunge altri.
I promotori di questo documento, nel ribadire che le scelte che si stanno andando a compiere non sono assolutamente in linea con un concetto di sviluppo sostenibile da tutti ormai riconosciuto e condiviso, invitano l’amministrazione comunale di S.Vincenzo a rinviare ogni decisione sul futuro di Rimigliano e a prendere atto che occorre aprire una discussione seria, approfondita e partecipata che coinvolga le associazioni e i cittadini di San Vincenzo e della Val di Cornia.
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Molti sono i soggetti autorevoli che, da alcuni anni sino ad oggi, hanno espresso contrarietà o forti perplessità al tipo di intervento urbanistico prospettato in quest’area. L’importanza di Rimigliano va ben oltre i confini di quel territorio e, come dimostrato dall’interesse di organi di stampa nazionali, la sorte di questi 540 ettari non può ridursi ad un episodio qualunque di urbanistica contrattata.
Da un lato la nuova proprietà porta legittimamente avanti le proprie finalità ed i propri scopi di tipo economico ma dall’altra ci sono gli interessi più generali di un’intera comunità che ha il pieno diritto di preoccuparsi del destino di una così cospicua porzione del proprio territorio. In questa situazione l’amministrazione deve tornare ad avere un ruolo forte nella programmazione territoriale divenendo soggetto attivo e autonomo di pianificazione territoriale. Attendiamo quindi un nuovo e forte elemento di discontinuità con le politiche di un recente passato dell’amministrazione sanvincenzina.

Passiamo quindi ad illustrare meglio alcuni aspetti, anche tecnici, della vicenda che non ci sembrano essere stati sufficientemente tenuti di conto dall’Amministrazione e tantomeno portati adeguatamente a conoscenza dall’opinione pubblica.

– A.N.P.I.L.: questa sigla sta per Area Naturale Protetta di Interesse Locale ed è un istituto di salvaguardia previsto dalle leggi regionali. Tale strumento si prefigge di salvaguardare, gestire e promuovere aree di particolare pregio mediante una gestione diretta da parte degli enti locali. In molte realtà, anche vicine a noi, una corretta e seria gestione delle ANPIL ha portato a creare condizioni di sviluppo economico diffuso facendo nascere attività legate al turismo, all’educazione, all’artigianato e all’agricoltura. Il Comune di S.Vincenzo per il parco di Rimigliano ha presentato una ipotesi di istituzione di ANPIL proponendo una perimetrazione dell’area assolutamente incomprensibile. Infatti a differenza di una precedente versione si sono scorporate le aree a monte della via della Principessa ed addirittura tutta la fascia dell’arenile e del cordone dunale. Non è pensabile scomporre l’unitarietà ambientale del Parco di Rimigliano.

– Il nuovo Piano: per quello che è stato possibile conoscere dalle dichiarazioni pubbliche della Giunta di S.Vincenzo il Piano non si presenta certo come una novità. I propositi migliorativi rispetto al vecchio Piano non trovano conferme nelle ipotesi progettuali e ci ritroviamo di fronte ad una riproposizione di concetti urbanistici incompatibili con l’area. Dobbiamo capire dove starebbe il miglioramento del Piano se i 18.000 mq di nuove edificazioni invece di essere realizzate nel maxialbergo (15.000 mq) e nel centro congressi (3.000 mq) vengono proposti spalmati in tutti i poderi della tenuta. Se qualcuno ha voglia e tempo di provare a configurare uno scenario, calcolatrice alla mano, si potrà rendere conto del consumo di territorio a cui si andrebbe incontro. Non è questa una via percorribile per Rimigliano anche in funzione di una pressione antropica insostenibile (consumi di acqua ed energia, gestione rifiuti, rete fognaria…ecc)

– Divieto di nuove edificazioni: questo è l’elemento che rappresenta a nostro avviso un limite invalicabile a qualsiasi ipotesi di nuove edificazioni. Esiste una prescrizione della Soprintendenza che vieta in maniera assoluta ogni nuova edificazione all’interno del perimetro del Parco. La cosa singolare è che tale prescrizione è precedente persino all’acquisizione della tenuta da parte del gruppo Tanzi e quindi chi oggi è possessore di quest’area è pienamente consapevole, o almeno lo si presume, di tale insormontabile ostacolo a ipotesi di incrementi edilizi. La prescrizione della Soprintendenza è un elemento decisivo e non può essere ignorato; non comprendiamo come si possa scommettere su nuova edificazione in presenza di tale provvedimento che inevitabilmente porterebbe ad innescare contenziosi giudiziari dalla portata imprevedibile.

– La nostra proposta: riteniamo che l’investimento economico della società proprietaria della tenuta possa essere ampliamente ripagato dal recupero dei 12.500 mq esistenti. Nel complesso si configura come un’operazione ad elevato valore aggiunto dato che si va ad intervenire in immobili di prestigio e quindi qualificanti l’offerta immobiliare. Anche la gestione di tale patrimonio rinnovato può rappresentare una ragionevole opportunità di profitto se le tipologie di utilizzo, visto il contesto ambientale, si indirizzeranno verso una fruizione turistica destagionalizzata. Inoltre se si tornasse ad una perimetrazione dell’ANPIL comprendente tutta la tenuta si avrebbe l’opportunità di fornire agli immobili recuperati un contesto maggiormente qualificato. Investire idee sulla realizzazione dell’ANPIL può permettere al Comune di S.Vincenzo di dare un segnale forte e nuovo di governo del territorio più avanzato e coerente con le indicazioni di diversificazione dell’offerta turistica. In questo contesto diventerà fondamentale puntare moltissimo sulle attività economiche legate all’agricoltura andando verso una caratterizzazione e specializzazione delle produzioni (marchi di qualità) legate appunto al particolare contesto territoriale.

In conclusione riteniamo vi siano ampi margini per rivedere le previsioni urbanistiche su Rimigliano ma per far ciò occorre la disponibilità ad un confronto serio tra tutte le parti in gioco. Raccogliamo innanzitutto una certa attenzione mostrata dal Sindaco Biagi a considerare Rimigliano una questione che interessa l’intera Val di Cornia ma forse, aggiungiamo noi, anche una dimensione regionale. Ci appelliamo affinchè non si affidi solo alle sedi ufficiali delle istituzioni la soluzione a tale questione ma che si apra presto un tavolo di confronto pubblico che possa far fare un salto di qualità ai rapporti politici e sociali complessivi. I promotori di questo documento credono che sia opportuno mettere da parte, per il momento, ogni ipotesi di variante al Piano attuativo vigente e che il Sindaco Biagi, coerentemente con quanto promesso in campagna elettorale in materia di nuove edificazioni, prenda in considerazione la nostra ipotesi basata appunto sul recupero del patrimonio immobiliare esistente, diversificazione dell’offerta turistica valorizzando le qualità naturalistiche e paesaggistiche dell’area, e infine rilanciando il comparto agricolo nella direzione della specializzazione e della qualità. Tutti a San Vincenzo, e non solo, hanno diritto ad esprimere il proprio punto di vista sulla sorte di un bene così importante come la tenuta di Rimigliano, la pineta e la spiaggia. L’amministrazione comunale non può non rendersi conto di quanto i cittadini di San Vincenzo e dell’intero comprensorio siano legati a quella fetta di territorio in quanto parte anche della loro storia. Questo è un patrimonio da tutelare, difendere, promuovere e valorizzare, seguendo le logiche della sostenibilità economica, sociale e ambientale».

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Scritto da il 16.7.2005. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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