LUCCHINI/SEVERSTAL: STOP A INQUINAMENTO E PRODUZIONE

Che sia stata l’Arpat, la forte pressione del comitato anti inquinamento, la crisi di ordini della Lucchini, la scelta coraggiosa del nuovo sindaco, oppure, come diranno i più maligni, l’inizio della festa dell’Unità al Cotone, comunque sia andata giovedì 16 giugno Anselmi ha firmato l’ordinanza che entra in vigore venerdì 17 (mai giorno fu più azzeccato) alla quale l’azienda, per quanto riguarda la cokeria, avrà cinque giorni di tempo per adeguarsi.

Per far capire meglio ai lettori, il problema della cokeria riguarda le porte dei forni che perdono gas durante la cottura, anche perché usurate prima del tempo, e da una conduzione dell’impianto che lascia ancora a desiderare. Tutto questo causa inoltre un peggioramento dei dati sulle concentrazioni degli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) rilevati dalle centraline di monitoraggio.

Nell’ordinanza è scritto che l’azienda dovrà aumentare i tempi di distillazione del 30% del carbon fossile della cokeria per ridurne le emissioni e fermata di due dei tre convertitori dell’acciaieria fino a quando non sarà installato un opacimetro in grado di monitorare le emissioni dell’impianto come previsto dall’Arpat. Alla decisione si è arrivati soprattutto sulla scorta della relazione dell’Arpat e dopo una riunione della Commissione ambiente che si è svolta giovedì 16 alla quale erano presenti, oltre agli amministratori e ai loro tecnici, l’Arpat, l’Asl e il neo assessore provinciale all’ambiente Rocco Garufo.

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Ma è anche certo che il provvedimento arriva almeno due giorni dopo l’annuncio che l’azienda ha dato alla Rsu sull’intenzione di tagliare la produzione dell’altoforno per motivi di mercato, che avrebbe comunque comportato, anche se attuata con altri obiettivi, un minore fabbisogno di coke e una riduzione della produzione alle colate continue. La direzione aziendale, infatti, ha appena incontrato le organizzazioni sindacali di categoria e le rappresentanze aziendali unitarie per comunicare una serie di fermate impiantistiche che ci saranno a partire dalla prossima settimana. La causa indicata dall’azienda resta quella della mancanza di ordinativi. Crisi di mercato, insomma.

Per una settimana si fermeranno il Tve e il Tmp (quest’ultimo sta già marciando in maniera ridotta e si ferma il giovedì sera). Seguirà una non meglio identificata colata continua. Possibile che sia la CC1 a fermarsi (in questo caso potrebbe essere per l’introduzione di una modifica impiantistica funzionale all’uso di materie prime confezionate diversamente dal solito). Per alcune fonti, però, la settimana successiva lo stop riguarderebbe la colata continua due. E per almeno due o tre settimane.
Evidenti i riflessi sulla produzione di ghisa e di acciaio, che si ridurrebbero sensibilmente. Esattamente come accadde anche nel 2002 quando la produzione giornaliera di ghisa scese a quota 4mila tonnellate giornaliere determinando la netta diminuzione del fabbisogno di coke.

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Scritto da il 17.6.2005. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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