INTERVISTA AD ANDREA PANERINI DOPO ELEZIONI ARCIGAY

Intervistiamo Andrea Panerini ex
presidente dell’ArciGay di Piombino che in questa occasione fa un analisi a tutto campo sulla situazione locale e sul futuro della città di Piombino.

D. Partiamo dagli ultimi fatti. Ti sei dimesso da Presidente di Arcigay Piombino. Perché?
R. Ho constatato che non vi erano più margini d’azione. Quando in una Associazione c’è una totale discrepanza di valori e di obiettivi non si può andare tanto lontano. I valori che stanno alla base di un’associazione come Arcigay sono la tolleranza, il rispetto tra varie entità culturali, l’antifascismo… Vi risparmio i discorsi che ho dovuto sentire sia informalmente che formalmente da parte di alcuni soci, ma ve li potete immaginare. Inoltre c’è stato un processo poco trasparente nella convocazione degli organi che dovevano eleggere il nuovo Direttivo.

D. Non è stata possibile una mediazione?
R. No, perché sui valori di fondo non credo possano essere operate mediazioni.

D. Ora cosa farai?
R. Non esco da Arcigay. Ho a cuore il bene di questa associazione e mi sono messo a disposizione sia dell’Arcigay Nazionale (rimango fino al prossimo Congresso come Consigliere Nazionale poi chissà) che di quella Regionale con la quale si stanno avviando dei progetti culturali. Inoltre la costituzione di Arcigay a Firenze è un fatto che mi interessa molto.

D. Quale il ricordo più bello di questi quasi due anni di presidenza?
R. L’approvazione del registro per le Unioni civili all’unanimità da parte del Consiglio Comunale di Piombino col voto favorevole anche delle destre. E colgo l’occasione per ringraziare Martina Pietrelli (consigliere comunale dei Ds, ndr) e Valerio Fabiani (Segretario Sinistra Giovanile Piombino Elba, ndr) per il fondamentale ruolo svolto. Però anche qui c’è una nota di amarezza perché fu più un successo personale che dell’Arcigay di Piombino intesa come dirigenti e soci perché interessava poco a molti che volevano evidenziato più l’aspetto ricreativo.
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D. Un giudizio sul nuovo Direttivo.
R. No comment. In ogni caso gli faccio i miei migliori auguri perché fare politica in modo serio e coscienzioso a Piombino in questo ambito e con questi presupposti sarà tutt’altro che semplice.

D. Contemporaneamente, quasi a significare un cambio di vita hai lasciato anche Il Foglio Letterario che avevi fondato nel 1999.
R. Si, principalmente per due motivi. Primo, ho bisogno di una pausa personale di riflessione e non potevo fare fronte ai numerosi impegni editoriali. Secondo, non condivido più l’impostazione di fondo della rivista e della casa editrice. Nel “Manifesto del Foglio” del 2000 si dicevano alcune cose oggi completamente disattese. Non dico che non rimanga una realtà importante e seria dell’editoria regionale ma chiarezza vorrebbe che si specificasse il cambiamento. Io, in ogni caso, non sono disponibile per dare supporto a quello che il Foglio è diventato.

D. Proprio un abbandono totale di Piombino…
R. No, non un abbandono totale di questa realtà. Diciamo un allentamento. In ogni caso sto collaborando con la Sinistra Giovanile e i Ds per diritti civili, cultura e politiche sociali, oltre ad altri impegni politici a livello regionale.

D. Come giudichi l’operato dell’Amministrazione Comunale di Piombino?
R. Io ero candidato per una coalizione di opposizione (Verdi-Prc, ndr) ma mi sono dovuto ricredere sulla capacità di governo di Gianni Anselmi che era già un caro amico. Qualche lacuna, secondo me, ancora permane nell’ambito delle politiche culturali e bisognerebbe mettere il piede sull’acceleratore nella strada della diversificazione economica. Chi mi ha veramente deluso sono state le opposizioni, soprattutto di sinistra. Poche idee, anche rubate (il programma delle politiche sociali era scritto da me), opposizione spesso pregiudiziale e voti ideologici. Se fossi stato eletto nel 2004, in ogni caso, avrei fatto un’opposizione costruttiva nell’interesse della città e non solo per fare propaganda.

D. Dai un voto alla Giunta.
R. Diciamo un sette meno di attesa e di fiducia.

D. Quali sono i progetti del nuovo Andrea Panerini?
R. Non sono “nuovo”. Sono sempre il solito con i suoi pregi e i suoi difetti e penso con la sua coerenza. Tuttavia nella vita certe cose possono cambiare e mi sono reso conto di aver commesso degli sbagli, soprattutto nell’aver dato eccessiva fiducia a certe persone. Sono una persona che ha avuto anche un pizzico di ingenuità.

D. Per chiudere, un pregio e un difetto, in sincerità.
R. Oltre alla coerenza come già detto, credo di non essere vanaglorioso. Non sono modesto però rivendico solo quello che ho fatto e ho ottenuto. Un difetto? Credo di essere suscettibile, “permaloso” come si dice.

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