VAL DI CORNIA: VINO, DAL BOOM ALLO SBOOM?

Arriva la Pasqua, le famiglie si riuniscono nelle proprie case o in vacanza (beato chi può, di questi tempi). Per far festa spesso contribuisce anche un bel bicchier di vino, di quello buono, prodotto nella propria vigna, o acquistato dall’amico, dal conoscente, mentre più recentemente è arrivato anche il vino nostrano imbottigliato.

Quest’ultima è stata un’importante presa di coscienza delle potenzialità economiche di questo prodotto e così gli esperti hanno razionalizzato le culture, le raccolte dell’uva, le cantine, fino ad arrivare ad un vino sempre più sofisticato che corrisponda alle caratteristiche classiche del mercato italiano ed internazionale.

Qualche vecchio agricoltore storce la bocca a questi sistemi moderni ed anche al gusto stesso dell’attuale vino imbottigliato, rimpiangendo la corposità dei vini tradizionali bianchi e rossi: senza dubbio nessuno li ripudia, ma bisogna anche ammettere che certe bordolesi attuali hanno davvero classe e sapori da…. vendere, obbedendo ad un mercato che, infatti, le ha premiate. Ed ecco la Doc nelle nostre zone e i grandissimi successi dei vini del suveretano e dintorni, ad esempio, che hanno raggiunto le vette delle classifiche più ambite nel settore (compreso negli Stati Uniti).
Ma… Leggi Tutto…


Ma c’è sempre un “ma”. L’appetito vien mangiando, i produttori che si dedicano all’imbottigliamento aumentano a vista d’occhio insieme agli ettari di vigneti; arrivano anche grossissimi imprenditori-produttori dal nord (dal celebre Franciacorta ad esempio o dal Chianti), segno di una terra che è nata per fare il vino. Ed i prezzi vanno alle stelle. La “cicala” che è in noi si ingigantisce, e anche i nostri vini seguono il brutto andazzo del carovita che ha spesso raddoppiato i prezzi di ogni genere in commercio, per non parlare dei servizi di ristoranti, alberghi e così via che ricaricano, tra l’altro, sullo stesso vino cifre enormi.

Insomma, un buon vino imbottigliato costa come e più di un intero pranzo di una volta, tanto da farlo diventare un lusso. Fino ad un certo punto i piccoli produttori nostrani hanno trovato all’estero qualche acquirente che non guardava ai prezzi, ma è stato illusorio con la crisi economica diffusa, mentre il consumatore medio non accenderà certo un mutuo per farsi una cantinetta con i migliori vini, così come ha diradato al massimo le frequenze nei ristoranti.

E’ un po’ il grido di dolore proveniente dal “Vinitaly”, la grande manifestazione veronese, che ha sottolineato l’attuale tendenza non positiva del settore: si vuol rompere anche questo “giocattolo” prezioso? Già si sta facendo lo stesso con ristoranti, seconde case, agriturismo, alberghi, bar, alimentari, farmacie, artigiani, e chi ne ha, più ne metta.

Diamoci una calmata se non si vuole pregiudicare quanto di buono è stato fatto con grande fatica da istituzioni e volontariato con la promozione turistica, danneggiando la stessa economia familiare e generale. Ma, soprattutto, non diamo la colpa a quel povero euro che non c’entra un fico secco, essendo mancati tutti quei controlli che si dovevano fare in occasione del cambio di moneta. E’ stata sulle prime pagine dei giornali la salatissima multa inferta al ristoratore che non si era fatto gli scontrini avendo consumato i suoi pasti in ristorante: si vede il bruscolo e non la trave nell’occhio.
Comunque brindiamo ad una “Buona Pasqua” con un bel bicchier di vino nostrano!

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Scritto da il 8.4.2004. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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