ECUMENISMO: QUATTRO RELIGIONI A CONFRONTO A PIOMBINO

Sabato 28 giugno ha avuto inizio presso l’Abbazia Concattedrale di Sant’Antimo a Piombino (LI) il settimo incontro sull’ecumenismo, organizzato dalla commissione per l’ecumenismo ed il dialogo della Diocesi di Massa Marittima – Piombino.

L’incontro di conoscenza e di preghiera per l’unità di tutti i cristiani era incentrato sul tema della Trinità, come fonte di unità, di amore e di pace.
Questo Dio uno e trino è l’anello di congiunzione per le quattro religioni cristiane presenti all’incontro: La chiesa cattolica, la Valdese, l’apostolica e l’Ortodossa.

In rappresentanza della Chiesa ortodossa di Mosca e proveniente direttamente dalla Russia, è intervenuto il Vescovo Mons. Warsonofij; per la chiesa Valdese è intervenuta la dott.ssa Caterina Duprè, Pastora Valdese di Carrara-La Spezia.
La chiesa apostolica italiana è stata rappresentata dal Pastore dott. Mario Affuso, teologo e direttore della rivista “Fedeltà”, e quella cattolica dal Vescovo diocesano Mons. Santucci che ha presieduto l’incontro.
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Nella liturgia della parola è stato letto un passo molto simbolico del vangelo di Matteo, brano che poi è stato anche spunto per le riflessioni che sono seguite:
“Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho ordinato. Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo.” (Mt 28, 19-20)

La prima a prendere parola per aprire la riflessione dopo la lettura del testo biblico è stata Caterina Duprè, Pastora della Chiesa Valdese.
“Parlare di Trinità significa parlare della complessità di Dio, e della difficoltà per l’uomo di comprenderlo. Per questo limite, che è in ognuno di noi, nessuno può dire di possedere la divinità, nessuno può dire di possedere Dio.

Però Egli si è rivelato a tutti noi indistintamente; la Trinità non è solo per gli specialisti, ma è offerta a tutti noi. La dottrina Trinitaria non è una definizione di Dio, ma anzi la mette in crisi. La Trinità è il nome proprio di Dio che ci parla della sua infinitezza e della sua continua evoluzione.
La chiesa Valdese si pone quindi di fronte alle altre religioni come umile serva nel nome della Trinità. Siamo mandati da Gesù ad addestrare le genti, non a conquistarle, a trasmettere un messaggio d’amore che non dipende dall’uomo ma dalla presenza di Dio tra noi, fino alla fine dell’età presente”.

Mario Affuso, Pastore della chiesa Apostolica italiana e direttore della rivista teologica “Fedeltà” ha affrontato la Trinità partendo dalla lettura degli ultimi versetti della II lettera ai Corinzi (2Cor13:11-13).

“Gli inviti che ci giungono dall’apostolo Paolo a ‘cercare la perfezione’, a ‘vivere in pace’ e ad ‘essere concordi’ – ha esordito Affuso – acquistano un particolare spessore per la presenza che iddio ci assicura, presenza che si dilata e si espande nella maturità del figlio che si incarna nella storia e nella forza comunionale dello Spirito che il Padre effonde nei cuori.
Non viviamo l’unità della chiesa perché siamo noi che lo vogliamo, ma solo perché il Signore ci ama e ci vuole bene. Perciò il nostro compito non è quello di ‘fare la pace’, ma di accogliere l’esortazione apostolica a proteggerla ‘cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace’.
Lo spirito, pur nella sua effusione pentecostale, non conosce kènosi (distacco), come invece l’ha conosciuta il Cristo incarnandosi e vivendo una ‘distanza dal Padre’, pertanto ci coinvolge in un amplesso che unisce la persona del Padre e del Figlio come anche dell’intera umanità con Loro.
Di questo occorre prendere atto perché divenga evangelo della riconciliazione già in atto in chi crede ma la cui manifestazione storica rimane realtà escatologica verso la quale lo Spirito ci guida, ci spinge, ci provoca e di cui anche questo incontro può essere un segno.”

Il Vescovo ortodosso Mons. Warsonofij ha invece esordito:
“La trinità si scopre nell’amore, e solo nell’amore l’uomo diventa simile a Dio. L’amore si esprime nella fede che si forma nel battesimo in nome del Cristo, uno e trino, e attraverso il compimento dei comandamenti. In essa la divisione delle religioni Cristiane è un anomalia, in quanto unite nel Calice e nell’Eucarestia. La verità di Cristo è già rivelata, i cristiani devono solo farla conoscere.
Anche la chiesa ortodossa ha avviato il suo cammino grazie allo spirito Santo; esso ci rende pronti ad entrare in confronto con le altre confessioni per un unione vera.”

Il Vescovo diocesano Mons. Santucci:
“La fede è accogliere Gesù verbo del Padre. Egli ci ha mandato suo figlio ed egli ci ha dato un comandamento nuovo, conoscere ed amare Dio ed il prossimo, solo così si può comprendere la vita nuova di cui Dio è sorgente.
Chi ama ha conosciuto Dio, perché Dio è Amore.
E’ proprio nell’incarnazione trinitaria che dobbiamo considerare ogni uomo fratello. Noi tutti siamo fratelli in quanto tutti figli di Dio. ‘Come il padre ha mandato me così io mando voi’ dice Gesù, e tutti gli uomini devono riferirsi al Padre e allo spirito: lo spirito Santo soffia dove vuole e l’uomo non può negare ciò che lo spirito ha già compiuto.”

Al termine dell’incontro Mons. Santucci ha voluto donare al Vescovo Ortodosso una reliquia di San Bonifacio di composizione d’argento, che era appartenente ad una famiglia romana.

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Scritto da il 30.6.2003. Registrato sotto Senza categoria. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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