Il Web della VERGOGNA

C’è un’altra faccia di Internet, un lato oscuro dove regna l’illegalità e lo squallore del traffico di organi, vendita illegale di droga e psicofarmaci, e anche armi e documenti falsi. ARTICOLO MOLTO INTERESSANTE, DA LEGGERE CON ATTENZIONE.


Ho trovato un interessante dossier sulla rivista Happy Web e qui lo riporto così come è pubblicato.

“Reni, cuori, occhi: il Web della vergogna

Ufficialmente sono siti che vendono “videocassette sui trapianti” o magari “soprammobili anatomici”. In realtà, sono le aste on-line dei trafficanti d’organi. Un’inchiesta terribile, che fa riflettere sulle contraddizioni di Internet.

Una notte d’agosto del 2001. Come fanno molti per distrarsi dall’afa estiva, anche Timothy, giovane internauta americano, legge la posta elettronica. Una e-mail lo lascia di stucco: “0” type kidney for sale, c’è scritto nell’oggetto del messaggio. Il mittente, jimsdad@bigfoot.net, gli chiede: “Se hai bisogno o se conosci qualcuno che ha bisogno di un rene, per favore contattami.

Sto vendendo all’asta silenziosa un rene molto sano, di tipo ‘0’. L’asta si chiuderà il 31 agosto. Fai la tua offerta per e-mail. Jim”.

Dopo lo scandalo di eBay, ora il traffico è tornato florido

A caldo, Timothy si sfoga su una chat line: “Quando ho letto il messaggio, ho dovuto fermarmi un momento. Poi, con orrore, ho cominciato a percepirne i dettagli. Per essere disponibile in una data precisa, il rene non può essere donato da un morente mantenuto artificialmente in vita, la cui famiglia ha deciso di staccare la spina. No: questa è una persona sana che si fa togliere un rene per venderlo all’asta!”. Comprensibile lo stupore di Timothy, ma non si tratta di un evento isolato. Il traffico di organi on-line avviene da tempo ed è balzato alla cronaca nel 1999, quando uno dei più famosi siti di aste – eBay.com – Internet Auction House – ha dovuto sospendere le vendite per ordine dell’Fbi. Qualcuno aveva avvertito i federali che nel sito c’era un’offerta decisamente illegale:“Vendesi rene perfettamente funzionante. Potete scegliere uno dei due. Ovviamente un solo rene è in vendita, perché l’altro mi serve a vivere. I compratori devono pagare le spese dell’espianto e le cure mediche. Solo offerte serie”. E a quel punto le offerte sono arrivate a pioggia: dai 25 mila dollari di partenza, in pochi giorni il battitore elettronico è arrivato sino a 5,7 milioni di dollari. Dopo un’accurata ispezione del sito eBay.com, è risultato che altri 17 reni e un fegato erano in vendita all’asta. Senza l’intervento delle autorità, centinaia di venditori e compratori avrebbero fatto affari conservando l’anonimato grazie alla corrispondenza via e-mail. Ma il gioco sembrava terminato in quel lontano settembre del 1999. Invece, no. Il traffico on-line di organi prospera ancora, e rigoglioso.

Le parole chiave su Google: “Kidney for sale”…

Per questa inchiesta di HappyWeb ho finto di essere un compratore e mi sono messo a cercare in Rete, ottenendo risultati sconcertanti. Basta usare un buon motore di ricerca (nel mio caso Google) e digitare “Kidney for sale” (rene in vendita) o parole chiave simili. Si trova un po’ di tutto: reni, cuori, occhi, testicoli, sperma, ovuli da fecondare e quant’altro. Esistono ancora le aste, come quelle su Baazee .com, dove la vendita avviene in rupie indiane. E anche su eBay, nonostante lo scandalo, si usano ingenui trucchetti come la vendita di videocassette sui trapianti “nuove di zecca”. Costano poco: 7.99 dollari, ribattuti a 14.99. Ma a chi servono? Certo, ci sarà anche qualche studente di medicina che se le compra. Ma vogliamo proprio credere che quell’indirizzo e-mail di riferimento e quel “nuove di zecca” non servano ad altro scopo?

Comunque sia, i trucchetti per vendere organi sono tanti.Se per esempio andate su GreatDomains.com, un sito di compravendita di domini web, non troverete niente di particolare. Ma il motore di ricerca svela un altro trucco. Tra i matches appare: “Kidney for sale: The art of selling a kidney” (l’arte di vendere un rene). Quando cliccate, vi trovate su www.transplant

kidneysale.com. La scritta nella schermata vi propone: “Prezzo di listino – Fate un’offerta”. E precisa: “Per fare un’offerta sul nome di questo dominio, digitate una cifra qui sotto (minimo 300 dollari Usa)”. Se avete un attimo di esitazione, compare uno splash. Quando lo chiudete, l’indirizzo del sito (che tradotto vuol dire “trapianto e vendita reni”) scompare e vi trovate su GreatDomain.com. Strano, no? Eppure questi domini cominciano ad andare a ruba, come gli host. C’è infatti chi vende i propri organi (ma saranno veramente i loro?

O saranno sottratti a vittime non consenzienti nel Terzo Mondo?) da appositi siti personali, come il pakistano Iftekhar Ahmed o un anonimo svedese, che vogliono almeno 20 mila dollari e si dicono disposti a “viaggiare ovunque” con un preavviso minimo di 48 ore.

Poi ci sono le vendite dai forum, come per esempio quello di “dialysis.net/renal/messages” o dagli e-group, dove si tratta l’insolita vendita on-line di “1 (chilo di) fegato” o roba simile. Come se non bastasse il macellaio sotto casa per fare la spesa. E infine ci sono i siti di sostegno “politico” alla vendita di organi, come Organ keeper (www.organ

keeper.com/links.html) e Organ selling (www.pitt.edu/~htk/)

Ecco da dove parte il mercato on-line degli organi umani:

Turchia

Alcuni immigrati curdi, giunti in Italia con evidenti segni di un recente espianto di rene, potrebbero essere la prova che i trafficanti turchi di clandestini si fanno pagare il “viaggio della speranza” in questo modo.

Italia

Anche l’Italia è coinvolta

nel traffico d’organi: infatti accade che gli immigrati clandestini, ricattati dagli usurai e manovrati

dalla malavita organizzata, finiscano per pagare il loro viaggio con un organo

(di solito un rene) proprio

o di qualche parente.

Russia, Ucraina, Moldavia, Romania

Per questi paesi passa la nuova autostrada dei traffici di organi. Gli adulti vengono portati in Turchia e

in Georgia con il visto turistico. I bambini vengono rapiti e venduti localmente, oppure passano per le vie

della prostituzione infantile, mentre i loro organi vengono recapitati per via aerea in Europa e Usa.

Cina

Il mercato coinvolge i condannati a morte, che vengono depredati dei loro organi

subito prima dell’esecuzione. I maggiori acquirenti sono i ricchi malesi, che si fanno operare nelle cliniche cinesi di Stato.

Afghanistan

Durante il regime dei talebani, centinaia di bambini

dai 4 ai 10 anni sono stati rapiti in strada. I genitori

li ritrovavano qualche giorno dopo tra le immondizie:

senza cuore, occhi e reni. Non è certo che il mercato

si sia interrotto dopo la sconfitta degli integralisti

Filippine

Anche le Filippine sono tristemente note come serbatoio per i trapianti

di reni nei paesi arabi.

Iraq

Da quando

è sottoposto

a embargo, l’Iraq

è diventato un fornitore di reni per le cliniche di lusso dei paesi arabi.

India e Pakistan

Con il pretesto di effettuare le analisi necessarie

a trovare un lavoro, si viene ricoverati e ci si risveglia con un rene in meno.

Brasile, Argentina, Messico, Ecuador, Honduras, Paraguay

In questi paesi ogni anno

spariscono decine di bambini,

rapiti dalla malavita locale.

Sudafrica

Il prelievo illegale di organi avviene negli obitori della polizia, con il consenso degli ufficiali corrotti dai trafficanti.

Egitto

È considerato uno dei paesi fornitori di reni per i ricchi che vanno a operarsi nei paesi del Golfo, Arabia Saudita in testa.

Quei due curdi arrivati a Crotone con una “strana” cicatrice

Secondo il rapporto “Criminalità organizzata, economia e finanza in Italia”, presentato l’anno scorso dal procuratore antimafia Pier Luigi Vigna, la malavita fa affari d’oro con il traffico di organi e di neonati: “Vittime prescelte sono prima di tutto i bambini, poveri o abbandonati”, si legge nel documento, “che sono venduti e spariscono nel nulla ingoiati nel vortice dell’immigrazione clandestina e dello sfruttamento minorile, e poi i miserabili dimenticati dal mondo, che per sopravvivere sono costretti a svendersi”. È stato individuato anche un traffico di organi mascherato da adozioni internazionali. In alcuni casi, le “donazioni da rimborso” avvengono prima che l’immigrato giunga in Italia. Orlando Amodeo, un medico della polizia di Crotone incaricato di visitare i clandestini sbarcati nel Sud, ha scoperto due giovani curdi con un’ampia cicatrice sulla schiena. Hanno detto di aver “perso” il rene a causa di una calcolosi, ma il sospetto è che si siano pagati il viaggio vendendo un organo. Ma questo è niente se si pensa ai traffici che si diramano dalla Moldavia. Qui i “donatori” partono in gruppo – con tanto di visto turistico – per la Turchia e la Georgia, dove si fermano in gita per l’espianto. Turcanu, il ministro moldavo dell’Interno, fa sapere anche di casi in cui vengono rapiti dei bambini per venderli “interi” sul mercato asiatico.

Spesso dietro questi siti c’è la mafia dell’immigrazione

Viste le numerose richieste da soddisfare, sembra ovvio che dietro queste vendite in Rete non ci siano solo poveri disperati disposti a privarsi di un proprio organo, ma un vero mercato, gestito da organizzazioni criminali. Del resto, diverse inchieste hanno accertato che anche in Italia agisce una vera “mafia dei pezzi di ricambio”. Poco più di quattro anni fa i carabinieri hanno arrestato a Roma un “piazzista” di una ditta americana che aveva messo on-line una sorta di catalogo per trapianti: cuori, pancreas e reni, alla modica cifra di 30 milioni di lire. Esistono agenzie che organizzano i viaggi della speranza all’estero, dall’Asia all’America Latina. Ma lo sviluppo di Internet e il fenomeno dell’immigrazione stanno cambiando il mercato. Ora gli organi si ricevono a casa. Come? Nei modi più impensabili e atroci. Nella rete della criminalità organizzata cadono spesso gli immigrati clandestini che, non riuscendo a restituire i soldi per la fuga all’estero prestati a tassi usurai, vengono obbligati a “donare volontariamente” qualche organo, che verrà poi venduto on-line. A volte, gli organi vengono sottratti anche a figli (o altri parenti) del clandestino.

Questo il “listino prezzi”

degli e-trafficanti

I prezzi degli organi da trapiantare non sono uniformi: variano molto a seconda del sito e della nazione di provenienza.

Tra l’altro, aumentano sensibilmente nelle aste on-line. Le cifre qui mostrate (ricavate dai siti Internet) sono dunque solo indicative e naturalmente con considerano l’operazione chirurgica e il trattamento postoperatorio

Cuore e cornee:

da 3 a 15 mila euro

Nell’Afghanistan dei talebani

un cuore o un occhio

erano valutati tra i 13 e i 15 mila euro. Nell’Europa dell’Est, in Asia e in Medio Oriente i prezzi possono scendere a 3000 euro.

Rene: da 4000 a 120 mila euro

In India un rene è valutato

da 4500 a 5500 euro,

ma in Pakistan (vendita

on-line dai siti) può arrivare

anche a 22 mila euro.

In Italia (vendita via e-mail da Firenze) il prezzo ha toccato il limite di 120 mila euro. In Turchia, Georgia e Moldavia un rene vale poco più di 4000 euro. Il record spetta al sito di aste eBay.com, dove si è passati da un’offerta iniziale di circa 25 mila euro all’ultima

battuta: 5,5 milioni di euro.

Testicoli: si parte da 1 milione di euro

Per motivi di conservazione, i testicoli sono considerati tra gli organi più difficili da reperire sul mercato clandestino e dunque non esistono dati certi sul

loro “valore” commerciale

in Rete. Nell’asta on-line

di Baazee.com una vendita

di “entrambi i testicoli”, però, è partita dalla cifra di 1 milione di euro.

C’è perfino chi fa affari con i corpi dei condannati a morte

L’e-shopping dei “pezzi di ricambio”, dunque, pare immune dalla crisi di Internet: anzi, è sempre più florido. In Sudafrica, conosciuto per il prelievo illegale di organi negli obitori della polizia. In India dove, con il pretesto di effettuare le analisi necessarie a trovare lavoro, si viene ricoverati e ci si risveglia con un rene in meno. Ne sanno qualcosa anche i condannati a morte cinesi, depredati dei loro organi prima dell’esecuzione.

Certo, queste sembrano sciocchezze se paragonate alle atrocità commesse in Afghanistan dai talebani. Durante il loro regime, centinaia di bambini dai 4 ai 10 anni sono stati rapiti in strada: i genitori li ritrovavano qualche giorno dopo tra le immondizie: senza cuore, occhi e reni. Un trapianto può salvare una vita, ma quante può distruggerne? Non facciamoci quindi ingannare dalla virtualità delle offerte trovate via Internet.

Stupefacenti e afrodisiaci: il primo pacco arriva dall’Olanda

Il primo pacchetto è giunto dall’Olanda e conteneva un ricco assortimento di mercanzie in vendita libera, così composto:

funghi allucinogeni (Stropharia cubensis mexican, una delle specie più conosciute per le sue qualità allucinogene), Salvia divinorum, un’erba da fumare dalle qualità psicoattive, la Lophophora williamsii, meglio conosciuta come peyote,

da piantare, allevare e poi utilizzare, un afrodisiaco dal nome promettente di Purple Passion (a base di un’erba cardiostimolante chiamata efedra) e una boccetta di Liquid C, che, stando alla descrizione del sito, dovrebbe avere effetti simili alla cocaina (con erbe stimolanti come Cola acuminata, Paullinia cupana, L-tyrosine).

Proveniva dal negozio virtuale Sjamaan

(www.de-sjamaan.nl), con indirizzo e sede legale in Olanda.

In tutto e per tutto un semplice sito di e-commerce: una volta scelto il settore e individuati i prodotti da acquistare, basta cliccare sull’apposito carrello della spesa e compilare un modulo d’ordine con i dati della carta di credito, l’indirizzo e un’e-mail di riferimento. I prezzi? Il tutto è costato 53,90 euro. E, dopo la settimana stabilita, ne eravamo in possesso. Ma non è il solo “supermarket del fungo”: analoghi prodotti si trovano su www.elclandestino.com e www.pleasureherbs.com.

Il Viagra? Lo mandano a tutti: perfino ai “canarini castrati”…

Iter facile anche per i farmaci, che in Italia si acquistano unicamente dietro presentazione di ricetta medica. A cominciare dal Viagra: la pillola blu della virilità è in vendita in quasi tutte le farmacie virtuali. Il sito svizzero Farmamondo, (www.farmamondo.com) con sede a Chiasso, chiede di inviare una ricetta via fax; ma i siti in inglese www.viagraonline.com o www.drugs-

express.com consentono al cybernauta di autoprescriversi il Viagra compilando un modulo on-line (vedere riquadro a parte). E se la notizia dell’arrivo del “Viagra per lei” ha fatto scalpore sui quotidiani di casa nostra, non è certo una novità per le internaute. Basta infatti andare su www.alternative-viagra-

cream-for-woman.com oppure su www.herturn.org e acquistare il Viacreme, senza bisogno di ricetta. Ma ci si può fidare di questi acquisti fatti via Internet?

“Il problema maggiore”, spiega Eugenio Santoro, ricercatore dell’Istituto Mario Negri di Milano e autore di due libri sul tema, “è che non si sa chi c’è dall’altra parte del bancone virtuale: spesso, infatti, non si tratta di un medico.” Come fate a sostenerlo? “Abbiamo fatto una prova acquistando anche noi del Viagra on-line. Quel che è arrivato non presentava le controindicazioni e il foglietto illustrativo conteneva una terminologia medica inappropriata”, continua Santoro. Senza contare che il farmaco era stato venduto a pazienti, inventati su misura dai ricercatori, con tutte le caratteristiche fisiche inadatte alla somministrazione. Un po’ quanto è accaduto ai ricercatori di Federfarma che, come racconta Franco Cantagallo, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bologna e tesoriere della Federazione, hanno ordinato lo stesso prodotto dichiarando nella scheda informativa sul paziente di essere un “canarino castrato di 2 anni”.

Non trovate la vostra medicina?

C’è un sito che ve la cerca ovunque Il menu dei drugstore virtuali vanta tutti gli psicofarmaci più comuni, dallo Zoloft al Prozac (antidepressivi), dal Tavor (tranquillante) agli ipnoinduttori. È sufficiente scorrere la lista dei farmaci in vendita e leggere il nome della sostanza base per individuare il medicinale che si intende acquistare. Questa spesa si può fare su www.thecana

diandrugstore.com, che in teoria richiede una ricetta medica, ma offre subito il link al modulo per farsi la richiesta da sé, così come www.cyberpharmacy.cc (un sito ubicato nelle Isole Keeling, tra l’Indonesia e l’Australia); mentreil sito www.pharmacymex.com non richiede nemmeno una parvenza di ricetta. Quality Health Inc. (www.qhi.co.uk), sempre senza alcuna ricetta, vende il Samyr, un antidepressivo più blando del Prozac, per cui in Italia ci vuole comunque la prescrizione. Anche altre medicine proibite sono acquistabili facilmente in Rete.

Noi ci siamo rivolti, per esempio, a una farmacia messicana, www.medsmex.com, il cui indirizzo on-line era consigliato in un forum di discussione sugli psicofarmaci: la definivano “affidabile e puntuale nelle consegne”. Ci siamo procurati così, liberamente, il Lasix, un diuretico dagli effetti dimagranti, e il Lamictal, un antiepilettico e tranquillante, con la sola garanzia della carta Visa. Sono arrivati nel giro di due settimane. Per chi non riesce proprio a trovare il farmaco che cerca, poi, ci sono soluzioni come www.iopclub.com, International Online Pharmacy Club: il cliente versa 79.95 dollari (circa 90 euro) l’anno e il sito rintraccia per lui le farmacie virtuali in possesso del prodotto. “I nostri iscritti sono centinaia”, dice Joe di IopClub, che aggiunge: “Noi ci limitiamo a fornire i link: non possiamo controllare la qualità dei farmaci”.

C’è chi pensa che questo mercato sia organizzato dalla malavita

Ma cosa pensano gli esperti di questo mercato libero on-line? “Nulla di strano”, sostiene Maurizio Baruffi, responsabile del sito antiproibizionista www.fuoriluogo.it, “perché Internet riproduce la realtà. Noi siamo dell’idea che la vendita telematica di sostanze stupefacenti non sia un male, se affiancata da un’informazione precisa e non terroristica su effetti, consumi e usi: è già un modo per arginare il danno.” In effetti questi siti sono spesso una miniera di consigli, informazioni e controinformazioni. Quanto ai medicinali, i pareri sono discordanti. Qualcuno ritiene che la facilità d’acquisto sul Web sia “un fatto gravissimo perché mette in pericolo la vita della persona”, come dichiara lo psichiatra milanese Enzo Ruggero, sottolineando tra l’altro la pericolosità di farmaci apparentemente “innocui” come i diuretici.

“C’è chi arriva a prendere 50 compresse al giorno di Lasix (un diuretico con effetti dimagranti)”, precisa, “rischiando di rimetterci la vita.” Franco Cantagallo di Federfarma pensa che il traffico dei

medicinali sia basato su un’organizzazione internazionale: “Credo che una volta raccolti gli ordini, le farmacie on-line abbiano dei conniventi che consegnano, procurandosele in loco, le medicine.” Infine, non manca l’entusiasta, come Francesco Renzulli, pediatra romano e sostenitore del Ritalin, il farmaco che rende “buoni” i bambini: “Sono contento se il Ritalin è in vendita on-line”, dice Renzulli. “Io sono un contestatore e sono disposto ad andare in galera, se serve a sostenere la mia battaglia!” Renzulli ha 170 bambini in cura col Ritalin: lo considera l’unico rimedio possibile all’Adhd, per lui vera e propria turba psichica della disattenzione. “La cura è favolosa”, spiega il pediatra romano, “agisce in 48 ore. E se in Italia è vietato, è soltanto perché la psichiatria è rimasta indietro e troppo legata alla psicoanalisi.” E addirittura si permette di sostenere: “Gli affetti da Adhd possono anche essere molto violenti e diventare dei veri e propri delinquenti.”

Ecco dove acquistare:

www.farmamondo.com: sito svizzero, in italiano. Chiede una ricetta via fax o

via e-mail (scannerizzata). Per 12 compresse, 165 euro (spese di spedizione comprese).

www.viagraonline.com: sito Usa, in inglese. Ci si può autocompilare la ricetta on-line pagando 65 dollari in più. Per 10 compresse, 136 euro (spese comprese).

www.drugs-express.com: sito Usa, in inglese. Prezzi e modalità: come il precedente.

www.ukyes.com: sito inglese (senza ricetta). Per 4 compresse, 115 euro (spese incluse).

www.selectpharmacy.com: sito Usa (senza ricetta): 10 compresse 169 euro (spese incluse).

www.de-sjamaan.nl: sito olandese in inglese. Si presenta come

un normale sito di e-shopping. Una porzione di fungo allucinogeno da mangiare

costa 11,5 euro, compresa la spedizione. Il sito, poi, è ricco

di indicazioni sulle proprietà e sulle modalità di consumo. E mette

in vendita on-line anche altri allucinogeni e afrodosiaci.

www.alternative-viagra-

cream-for-woman.com: sito Usa. Il Viacreme

costa 90,82 euro a confezione, più 40 euro per la spedizione;

si ordina senza ricetta.

www.herturn.org: sito Usa. Lo Herturn è un’altra crema per l’orgasmo

femminile. In offerta a 68,11 euro (anziché 102) più 52,26 euro per la spedizione; anche qui, si ordina senza ricetta.

www.de-sjamaan.nl: sito olandese in inglese. Il Liquid C è una pozione

da ingerire (anche diluita in acqua) con effetti sul sistema nervoso simili a quelli

della cocaina, ma si basa su erbe diverse come la Cola acuminata,

la Paullina cupana e la L-Tyrosine. Costa 7 euro a boccetta (spese di spedizione incluse).

www.cyberpharmacy.cc: sito delle Coco’s Island (o Keeling Island), nell’Oceano Indiano, in inglese. Si riempie un modulo d’iscrizione e si autocompila una ricetta

on-line, indicando però il nome e il recapito di un medico (anche di fantasia).

Il Ritalin (usato negli Usa per curare i bambini sovreccitati e distratti) è un farmaco a base di metilfenidato (sostanza stupefacente, simile alle anfetamine). Confezione

da 30 compresse a 16,95 euro più 25 dollari per la spedizione. Sullo stesso sito, con le stesse modalità, in vendita anche Prozac, Zoloft e Viagra. Occorre registrarsi.

www.de-sjamaan.nl: sito olandese in inglese. Il peyote è usato da secoli in Centro America come allucinogeno. A questo sito vendono piante di diverso tipo: quelle

di due anni (le meno pregiate) a 23 euro l’una; le più pregiate (di 10 anni) a 54 euro.

www.elclandestino.com: sito olandese in inglese. In vendita solo peyote giovane, sempre a partire da 23 euro, più 7,50 euro per la spedizione.

www.thecanadiandrugstore.com: sito canadese in inglese; ci si autoprescrive

la ricetta on-line del Prozac compilando un modulo; un altro modulo

di accettazione delle condizioni del sito va poi spedito via fax o posta. La confezione da 30 compresse costa 45,27 euro, più 13,6O euro di spedizione.

www.qhi.co.uk: sito inglese, vende il Samyr: niente ricetta, basta spedire un modulo via fax; una confezione da 20 compresse costa 39 euro più 12 di spedizione.

www.cyberpharmacy.cc: per le modalità d’acquisto vedi sopra

(30 compresse a 83,5 euro).

www.medsmex.com: sito messicano in inglese; Farmacia fornita: dagli antiepilettici ad antidepressivi, come lo Zoloft. Il Lasix, invece, è un diuretico molto “di moda” per i suoi effetti dimagranti.

In Italia ci vuole la ricetta, ma il sito lo vende liberamente: una confezione, a 7,89 euro, più altri 9 per spese di spedizione.

www.de-sjamaan.nl: sito olandese in inglese, per le modalità d’acquisto

vedi sopra. La Salvia divinorum è un’erba da fumare o masticare

con effetti tipo marijuana. Una confezione costa 9 euro, spedizione compresa. www.pleasureherbs.com: sito americano. Vende funghi allucinogeni,

antidepressivi naturali, erbe da sniffare, tranquillanti.

Salvia divinorum a 6,5 dollari, più 9,65 euro per la spedizione.

www.elclandestino.com: sito olandese in inglese.

Salvia divinorum a partire da 12,30 euro, in vendita libera.

www.de-sjamaan.nl: sito olandese in inglese, vedi sopra per le modalità d’acquisto. Il Purple Passion è un concentrato di erbe in capsule.

Contiene l’efedra, un’erba nota per le sue qualità cardiostimolanti con effetti eccitanti. Costa 3,40 euro a confezione, spese comprese.

Serve una patente?

Clicca qui

Permessi di guida. Passaporti. Pass per invalidi. Diplomi. Perfino titoli nobiliari.

Tutto falso, naturalmente. Ecco che cos’è arrivato alla redazione di HappyWeb.

A molti sarà capitato di vedersi arrivare via posta elettronica l’offerta di un diploma universitario di una poco conosciuta università americana o inglese. Basta scrivere una mail per ricevere direttamente a casa il certificato di laurea: pagando, s’intende. Bene, queste proposte non sono che la punta di un iceberg: in Internet c’è un infinito sottobosco di siti dall’ubicazione geografica incerta in cui si vendono documenti (contraffatti) d’ogni ordine e tipo. Passaporti, carte d’identità, patenti di guida, lauree, certificati di matrimonio e via falsificando. Acquistarli è un gioco da ragazzi, e noi ci siamo divertiti a farlo.

Ma per il Nicaragua il prezzo sale molto

Sempre allo stesso indirizzo, si possono acquistare passaporti falsi di nazioni realmente esistenti, come Nicaragua, Uruguay o Honduras. In questo caso, naturalmente, il prezzo sale e un passaporto del Nicaragua può costare circa 50 mila dollari. Anche sul sito www.privacyworld.com il costo di un passaporto di un paese centroamericano si aggira sulla stessa cifra. Data l’entità della somma, però, in questo caso non è sufficiente pagare con la carta di credito: bisogna affidare i soldi a società come la Western Union, che invierà la somma dalla vostra banca a quella del sito. Fino a pochi mesi fa, in Rete si potevano acquistare anche documenti autentici: l’isola di Grenada, stato autonomo nelle Piccole Antille, metteva in vendita legalmente i propri passaporti a 19 mila dollari ciascuno. Ma dopo i fatti dell’11 settembre, il governo di Grenada ha sospeso questo commercio

Se non hai più la patente, qui ne ordini una nuova…

Ma in Internet non ci sono solo passaporti. Se, ad esempio, non riuscite a superare l’esame di guida o vi hanno ritirato la patente, cliccate ancora su www.privacyworld.com: vengono offerti permessi di guida internazionali per 200 dollari, più le solite spese di spedizione (meno di 10 dollari). E per chi in città ha problemi di parcheggio (o vuole circolare anche quando c’è il blocco del traffico per smog), et voilà: c’è il pass per i disabili, venduto oltretutto a un prezzo risibile (si aggira sui 35 dollari).

Ed è quasi identico a quello originale rilasciato dalle autorità italiane. Ma la lista delle proposte non finisce qui: per 250 dollari, sempre sul sito www.privacy

world.com si può comprare la Travel Agent ID della Iata (International Air Transport Association), un tesserino che offre vantaggiosissimi sconti su aerei e trasporti in generale. E ancora: tessere per giornalisti a partire dai 300 dollari, per entrare gratis ai musei . Se invece non avete una lira, in Rete si trovano dei software che vi consentono di creare documenti falsi gratuitamente.

Per esempio Fake ID (che si può scaricare al sito www.tracker-tracker.com) è un programmino facile facile: basta inserire i propri dati (veri o falsi, fate voi) e la propria fotografia digitale in un modulo. Immesse queste informazioni, non resta che stampare il tutto su una stampante a colori: il gioco è fatto. Una banale plastificazione renderà il documento praticamente perfetto. Sono disponibili false patenti di tre stati Usa: Florida, New York e Georgia. Le nostre sono venute benissimo. Un altro sito vagamente fuorilegge (www.fakeidman.ukf.net) propone invece una classifica aggiornata dei migliori siti di documenti falsi. In testa alla graduatoria c’è www.secretknowledge.com,

seguito da www.belvine.co.uk. Il più ricco è invece www.nic-inc.com/index.html, che offre oltre 900 articoli: dai certificati matrimoniali ai distintivi di pubblica sicurezza, dai diplomi ai Ph.D. Ma in questo caso, l’ordine deve essere effettuato via telefono a un numero americano. A questo sito noi abbiamo comprato una tessera di “Intelligence Officer” e una patente internazionale. In tutto abbiamo speso meno di 200 euro, spedizione compresa. I documenti falsi sono arrivati in redazione dieci giorni dopo l’ordine on-line, pagato con una carta di debito del circuito Visa Mastercard. La carta di debito (che si acquista in molte banche e ha un tetto di spesa prefissato) è un buon sistema per chi vuol fare acquisti senza mettere a disposizione di questi siti il proprio numero di carta di credito.

In offerta: due passaporti a soli 440 euro. E in più…

Pensate: al sito www.ptclub.com, per esempio, un kit con due carte d’identità e un passaporto falsi, con i dati anagrafici a scelta dell’acquirente, costa solo 395 dollari (circa 440 euro) più le spese di spedizione: e c’è in regalo anche una patente di guida internazionale. Unico neo: sono documenti di paesi che non esistono più, come la Rhodesia (oggi si chiama Zimbabwe), l’Alto Volta (che è diventato Burkina Faso), l’ Urss e la Cecoslovacchia (ora è divisa in due), o Guyana olandese. Ma, dicono quelli del sito, anche se i paesi in questione non ci sono più, con questi documenti si può passare indisturbati alla frontiera.

In ogni caso, l’acquisto è semplicissimo: si clicca su “buy”, si compila un modulo inserendo il numero di carta di credito, i dati anagrafici per il nuovo documento e l’indirizzo a cui farsi spedire il tutto. Se la vostra carta di credito è valida, il sito vi spedisce una mail in cui vi conferma l’ordine e vi richiede una foto digitale da inserire sui documenti taroccati.

Una bella laurea fasulla da appendere al muro

Ancora a proposito di titoli di studio taroccati, in Rete non mancano le università (ma saranno poi tali?) che offrono lauree a pagamento. Andate al sito www.afreescholarship.com: vi propone una “formazione a distanza” e, in meno di 20 giorni, arriva a casa una bella laurea, nella facoltà scelta (informatica, sociologia, storia…). Difficilmente sarà presa per buona in Italia, ma appesa in ufficio fa la sua figura. Il costo? 395 dollari (440 euro). Informazioni anche telefonando a questi numeri: 001-312-5771677 e 001-602-7987690. Ancora più ricco di facoltà tra cui scegliere è il sito www.di plomaworld.com, che mette a disposizione lauree dalla facoltà di Agraria a quella di Scienze sociali in soli 10 giorni: prezzo fisso 395 dollari. Dal sottobosco on-line dei warez emerge anche la Columbia Pacific University (tel. 001-415-4591650) che chiede 2600 dollari per una laurea “autenticata dallo stato della California”.

Todos caballeros, basta che paghiate…

Se invece dei titoli di studio volete quelli nobiliari, no problem: per diventare il barone di Tamworth, basta che sborsiate 20 mila dollari. Per fregiarvi invece del titolo di signore di Shanballymore, pagate 15 mila dollari. Il tutto al sito www.nobletitles.com/index.htm, dove trovate il listino aggiornato con i diversi livelli di nobiltà (e prezzi corrispondenti).

E per convincerti meglio, ti offrono anche l’alibi

Naturalmente, i siti e le aziende che offrono documenti falsi cercano anche di fornire giustificazioni più o meno plausibili per il possesso di questi documenti farlocchi. I “secondi passaporti” (così li chiamano, per darsi un tono) servirebbero, ad esempio, a coloro che, avendo particolare timore di essere rapiti, vogliono viaggiare in incognito. Altre motivazioni: “Un secondo passaporto può essere utile se il regime che governa il vostro paese cambia da un giorno all’altro”. Oppure “se il vostro coniuge, che ovviamente vuole avere un divorzio, vi ha denunciato come molestatore di bambini o come spacciatore di droghe”. E infine (vetta d’ipocrisia!) a volte i siti specificano anche che di questi documenti “non bisogna abusare in maniera illegale”…

Non si capisce che utilità possa avere il certificato di matrimonio; ma se lo volete, clic su www.nic-inc.com/index.html.

Documenti vendonsi…

I siti più frequentati

da chi cerca passaporti, tessere, diplomi ecc.

www.privacyworld.com

Portale specializzato in “secondi documenti”,

carte di credito anonime e conti correnti off-shore.

www.nobletitles.com

Società specializzata nella vendita di titoli nobiliari, baronie, contee e marchesati. Si fanno liquidazioni.

www.fakeidman.ukf.net

Questo sito pubblica

una classifica aggiornata dei migliori rivenditori di documenti on-line.

www.nic-inc.com/index.html

A disposizione dell’acquirente oltre 900 articoli che spaziano dal diploma di laurea alle tessere professionali.

www.concordia-college.net

Volete ottenere un master senza studiare? Ecco il sito che fa per voi. Consegna

del diploma in 20 giorni.

La parola chiave con cui cercare queste false tessere professionali sui motori di ricerca è “novelty card”.

Ma tutto questo traffico avviene alla luce del sole

Se si pensa a questo genere di traffici, ci si potrebbe immaginare contrattazioni segrete o criptate che si svolgono attraverso newsgroup o Bbs (Bulletin Board System, le chat dei primordi della Rete, ancora funzionanti, ma non facili da raggiungere). Invece, il più delle volte tutto avviene alla luce del sole: è come fare la spesa in un qualsiasi on-line store. Si sceglie il prodotto da acquistare e si compilano i dati per il pagamento con carta di credito. Oppure si può scegliere, con un sovrapprezzo che va dai 35 ai 45 dollari, di trasferire i soldi servendosi della Western Union o con i traveller’s cheque, ovviamente non intestati, o ancora attraverso il sito www.e-gold.com.

“La Finanza? Giuro, è impotente”

Umberto Rapetto, capo del Gat della Guardia di Finanza, ammette di poter fare

poco o nulla contro i traffici illeciti in Rete.” La legge”, dice, “di fatto ci lega le mani”.

olenti o nolenti, Internet

è mondiale e quello che può essere criminoso in Italia

non lo è a Grenada o in Olanda oppure negli Stati Uniti.

A ricordarcelo non è solamente il buon senso, ma anche l’esperimento (comprare documenti falsi, armi e farmaci senza ricetta) che Happy Web ha voluto compiere come denuncia. Vista la facilità con cui questi oggetti sono

arrivati in redazione abbiamo interrogato uno dei massimi esperti informatici delle nostre Forze dell’ordine, il tenente colonnello Umberto Rapetto: è lui che guida i 32 uomini del Gat (Gruppo Anticrimine Tecnologico della Guardia

di Finanza) e che, di recente, ha messo a segno un paio di colpi che hanno riscosso il plauso delle polizie di tutto il mondo. “Siamo a conoscenza del problema – racconta a HappyWeb Umberto Rapetto, 42 anni – ma ci scontriamo

con problemi legali di notevole entità. Conoscendo chi gestisce i traffici di secondi passaporti e farmaci abbiamo provato a far pressione su queste aziende e sulle polizie degli stati coinvolti. Ma questi siti, nel paese dove hanno la sede, non contravvengono

ad alcuna legge e di conseguenza la polizia del luogo non può intervenire.”

E la “banda del Gat”, come ama definire i suoi uomini lo stesso Rapetto, esperti nella caccia agli hacker, non può neanche utilizzare gli strumenti anti-hacker per individuare

i clienti dei siti “pericolosi”. “La legge sulla privacy”, continua Rapetto, “ci impedisce di utilizzare software come lo sniffer (programma che, in questo caso, registra

gli accessi e i comportamenti di un surfer su un sito) e di individuare chi accede al sito e compie acquisti”.

Così non resta che delegare alla polizia di frontiera il controllo della merce in arrivo, ma anche qui la libera circolazione delle merci all’interno dei paesi aderenti al trattato di Shengen limita molto le capacità

di controllo della dogana.

“Il pericolo però – conclude il tenente colonnello – viene non solo dall’utilizzo dei farmaci e delle armi comprate via Web, ma anche dagli oggetti stessi: le armi sono fabbricate in luoghi sconosciuti e sono malfunzionanti.

Si corre il rischio che scoppino in mano. Così per i farmaci.

Chi sarebbe così stupido

da ingoiare pastiglie di cui ignora l’esatta provenienza?”.

E il mitra si vende a pezzi

Comprare armi on-line? Non è difficile, ma il problema è farsele spedire

senza avere grane alla frontiera. Ecco che allora i siti specializzati

offrono i pezzi smontati uno a uno. E le istruzioni per rimontare il tutto a casa…

l sito www.gunbroker.com

si presenta in modo piacevole e innocuo, col disegnino di

un cacciatore che spara verso il cielo. Del resto, si autodefinisce “sito di caccia e di sport” e sulla home page propone opportunamente armi destinate a questo legalissimo uso. Nella stessa home page, però, vi si chiede: “What are you searching for?” e qui potete digitare l’arma che volete comprare. Sorpresa: ci sono Uzi, kalashnikov e armi da guerra d’ogni genere. Non solo: ma alle aste on-line

(www.gunbroker.com/user/Categories.asp)

vengono battuti mitragliatori, fucili di precisione, sistemi di puntamento. Nel sito si sottolinea che questi prodotti possono essere comprati solamente da chi detiene il porto d’armi ed essere trasportati a destinazione solamente da personale legalmente autorizzato. Ma poi si lascia all’acquirente ogni responsabilità legale. Non volete rischiare? Nello stesso sito

si vendono in quantità anche parti singole di armi (“firearm parts & accessories”), in modo che destino meno sospetti

in dogana.

E con soli 2 dollari,

al sito www.egunparts.com/schematics.asp comprate on-line anche gli schemi di montaggio. Del resto, quello di acquistare le armi a pezzi è il trucco più usato in simili compravendite on-line. Le aziende che effettuano queste aste si trovano digitando su qualunque motore di ricerca on-line (“gun parts”).

Tra l’altro, per rimontare a casa propria ad esempio una pistola, bastano le istruzioni: non occorrono conoscenze particolari. Le aziende che abbiamo contattato on-line si sono dette anche disponibili a inviarci le parti in pacchetti privi di contrassegni diriconoscimento. La Sardauker Press di Memphis vende a pochi dollari gli schemi e le istruzioni per convertire un accendino Zippo in una pistola calibro 22. Stessa facilità si incontra nel trovare on-line le istruzioni per preparare dell’esplosivo.

La Freedom Arms di Springfield, ad esempio, per soli 10 dollari invia, in tutto il mondo, le informazioni per prodursi l’esplosivo al plastico o il napalm. E chi non volesse neanche spendere questi soldi, con un po’ di pazienza e con un buon motore di ricerca, trova molti siti web che offrono queste informazioni gratis. Sono molti i siti, soprattutto Usa, che considerano un diritto per chiunque possedere un’arma. Un esempio?

www.outdoorsunlimited.net: si autodefinisce “l’unico provider che ti aiuta a difendere

i tuoi diritti di cacciare, pescare e possedere un’arma”.

Sugli acquisti fatti in Rete, la legge non è affatto chiara. In teoria è tutto vietato, ma in pratica… Parla Angelo Averni, (nella foto sopra) sostenitore di Cannabis Terapeutica (www.medicalcannabis.it).

In teoria, l’acquisto di stupefacenti e di farmaci senza ricetta è vietato, sul Web come con i metodi tradizionali. In realtà, la regolamentazione degli acquisti on-line non è ancora molto precisa e le maglie del sistema sono assai larghe: “Il panorama è intricato per la mancanza di una legge valida in tutta la Comunità europea”, spiega l’avvocato Angelo Averni, esperto in materia di droghe e sostenitore del gruppo Cannabis Terapeutica. “Chi vende, ad esempio, non commette azioni illegali se non va contro la legislazione del suo paese, come le droghe leggere in Olanda”. Farmaci e sostanze stupefacenti dovrebbero viaggiare, in teoria, solo se accompagnati da adeguata documentazione e descrizione del contenuto. In caso contrario, il pacco può essere aperto alla dogana. Sarà la Sanità aerea a decidere se permettere l’importazione del prodotto o no.

In quest’ultimo caso, la merce verrà rispedita al mittente dopo che il destinario abbia rilasciato dichiarazione scritta di essere all’oscuro di tutto: la legge, infatti, ammette la “libera azione del mittente”, che può aver inviato i prodotti per sua iniziativa. In pratica, se anche vi “beccano”, poi basta dire di non aver ordinato la merce: non si rischia niente, se non che il pacco venga rispedito indietro. Ed è del tutto improbabile che vengano fatte ricerche in Rete per trovare il vostro ordine d’acquisto. “Esistono poi norme che consentono l’uso terapeutico di preparati medicinali a base di sostanze stupefacenti e psicotrope se debitamente prescritte”, spiega ancora Averni. Quindi, con una ricetta medica ci si può far sbloccare il pacco. Ancora più facile farsi spedire documenti falsi, che non necessitano di nessuna indicazione sulla busta e dunque hanno pochissime probabilità di esere controllati in dogana. Ben diverso, infine, è il discorso per quanto riguarda le armi.“L’acquisto su siti esteri”, spiega l’avvocato Marco Pierani, collaboratore di HW, “è vietato per tutte le armi, da sparo e da taglio, comprese quelle ornamentali”. E se vengono trovate alla dogana, il rischio che partano indagini (anche in Rete) sul destinatario è molto alto. L’elenco completo di ciò che è vietato si trova su Guida al commercio elettronico, a cura della Camera di Commercio di Milano (www.mi.camcom.it/

consumatori/guida/index.html).”

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Scritto da il 17.3.2002. Registrato sotto cronaca. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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